Al Comando Generale delle Capitanerie di Porto
ed alla coscienza di ogni uomo di mare.
ed alla coscienza di ogni uomo di mare.
Oggetto: richiesta di immediato ripristino delle operazioni di soccorso in mare nei riguardi delle navi ong
DINO PATERNOSTRO
Apprendo che la Guardia Costiera italiana ha, nella giornata
di venerdì 22 giugno, diffuso una nota, rivolta ai comandanti delle
imbarcazioni che si trovano nella zona antistante la Libia, in cui si precisa
di “rivolgersi al Centro di Tripoli ed alla Guardia costiera libica per
richiedere soccorso”. La Guardia Costiera italiana ha sempre svolto in questi
anni importanti operazioni di soccorso in mare portando in salvo migliaia di
persone, operando anche al limite delle acque libiche.
Mi chiedo perché oggi
delegando alla Libia, Paese con Governo instabile, non in grado di garantire i
diritti fondamentali dell’uomo e ancora priva di una Centrale operativa
nazionale di coordinamento degli interventi di soccorso in mare, il vostro
Corpo, pur eseguendo un comando, intenda vanificare l’importante operato fin
qui svolto e contravvenire alla Convenzione Sar siglata ad Amburgo nel 1979 ed
alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) del 1982.
Tutto ciò dinanzi, peraltro, ad una Guardia Costiera Libica su cui pesano
pesanti accuse di “condotte violente durante le intercettazioni in mare e
collusione con i trafficanti”, come evidenziato da un recente Rapporto di
Amnesty International. Su questa stessa Guardia costiera sono in corso indagini
da parte del Tribunale penale internazionale. Inoltre, il Tribunale di Ragusa
nel caso Open Arms, ha precisato che le responsabilità di ricerca e soccorso
non possono essere delegate a Paesi che non sono in grado di offrire porti
sicuri, come appunto la Libia. Le operazioni di soccorso si devono concludere
in un porto sicuro nel più breve tempo possibile, sempre in rispetto della
Convenzione SAR. Ricordiamo, infine, che in base ai dati forniti dall’UNHCR
sono già più di mille i migranti morti nel mediterraneo, di cui ben 220 persone
tra il 19 ed il 20 giugno. Morti che continueranno purtroppo ad aumentare se la
nostra Guardia Costiera porrà fine alle sue missioni, contravvenendo non solo
alla Convenzione Sar ma anche al senso più alto del proprio mandato: salvare
vite umane. Faccio appello al rispetto delle Convenzioni di diritto del mare,
ma anche al profondo senso di umanità che ha sempre contraddistinto la Guardia
Costiera Italiana: non si esima ora dalla salvaguardia delle persone, nel
rispetto delle Convenzioni internazionali di diritto del mare e a garanzia dei
diritti fondamentali dell’uomo.
Con fiducia ed umanità
Dino Paternostro
CORLEONE PA
Nessun commento:
Posta un commento