La copertina de "L'Espresso", un manifesto di protesta |
Aboubakar
Soumahoro, dopo l'assassinio del bracciante e sindacalista Soumayla
Sacko, ha guidato la rivolta degli immigrati che lavorano in Calabria.
E, annunciando un programma di lotte, ha dichiarato: "la pacchia è finita
per Salvini, non per gli immigrati sfruttati per pochi euro al giorno".
Richiamandosi a Giuseppe Di Vittorio, ha aggiunto:"se lui vivesse ancora,
sarebbe con noi per rivendicare uguale lavoro, uguale salario; e direbbe
che davanti al padrone non ci si toglie mai il cappello". I
braccianti, come Soumayla Sacko, vivono in tuguri, senz'acqua, né luce, né igiene.
Sono costretti a lavorare come schiavi dalle sei del mattino alle dieci
di sera, 16 ore al giorno. E ricevono quindici o al massimo venti euro al
giorno, e quindi euro 0,937 o euro 1,25 l'ora. Una media di euro 2,50 a cassone.
Mentre la tariffa legale è di non meno 48 euro al giorno per otto ore
di lavoro, escluso il sabato.
Ritengo che ognuno di noi abbia il dovere di
diffondere in ogni modo il manifestino allegato, che esprime ripulsa e dura
critica nei confronti del fascista Salvini, oggi ministro degli
interni. Il quale osò esprimere solidarietà a Luca Traini, dello
stesso suo partito, la Lega, che a Macerata sparò all'impazzata
contro sei lavoratori africani; un ministro che ogni giorno incita
all'odio contro gli immigrati, indicati, come fecero i fascisti con
gli ebrei in Germania ed in Italia, come la causa della crisi economica,
generata invece, oggi come allora, dalla una grave crisi capitalistica;
un ministro che si è vergognosamente permesso di insultare l'altro
giorno Ilaria Cucchi, dicendo 'mi fa schifo', per aver essa difeso il
carabiniere che ha, come teste, detto la verità, sull'assassinio del fratello
ad opera di suoi commilitoni. Anche piccoli segnali, come l'affiggere il manifestino allegato, servono a dare coraggio, richiamandolo alla lotta, a chi oggi tenderebbe invece a mettersi da parte.
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