Vincenzo Pellitteri, 66 anni, reggente della "famiglia" di Chiusa Scafani |
I carabinieri hanno arrestato dieci capimafia delle cosche agrigentine e palermitane
Palermo, 28 giugno 2018 – I Carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno arrestato dieci capimafia delle cosche agrigentine e palermitane e hanno notificato un obbligo di dimora a un’altra persone che risulta indagata. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo di Palermo. In manette sono finiti boss ed estorsori già arrestati a gennaio scorso nell’ambito del maxiblitz ‘Montagna’ e poi scarcerate dal tribunale del Riesame. Sono stati oltre 100 i militari impegnati nell’operazione che ha portato al fermo di dieci esponenti di vertice di famiglie di Cosa Nostra agrigentina e del palermitano, che erano stati rimessi in libertà a febbraio, dopo l’imponente operazione Montagna. Il blitz, ordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, è scattato nel cuore della notte con l’ausilio di un elicottero, di unità cinofile e dello Squadrone Eliportato carabinieri cacciatori di Sicilia. Nel corso delle indagini sono state scoperte le vicende che legano le cosche di Chiusa Scafani, Palazzo Adriano, Castronovo di Sicilia e dell’Agrigentino nonché ulteriormente estorsioni ai danni di 7 aziende. Sono in corso numerose perquisizioni, alla ricerca di droga, armi ed esplosivi. L’operazione di oggi è il risultato di approfondimenti investigativi che hanno permesso di acquisire ulteriori elementi di prova, corroborati anche dalle dichiarazioni rese da un nuovo pentito arrestato nel corso del precedente blitz.
Sono
emersi nuovi elementi sui ruoli nei mandamenti e nelle famiglie mafiose e anche
altri episodi di estorsioni, tentate e consumate, ai danni complessivamente di
sette società appaltatrici di opere pubbliche di ingente valore. L’inchiesta
aveva già documentato l’esistenza di un nuovo mandamento, quello, appunto,
della “Montagna”, da cui prende il nome l’intera operazione. Il nuovo
mandamento sarebbe frutto di una scelta fatta nel 2014 dal 37enne Francesco
Fragapane, arrestato durante il primo blitz, ritenuto capo dello stesso
mandamento, figlio di Salvatore, quest’ultimo già capo provincia di “Cosa
Nostra” agrigentina.
Queste le persone
arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento: Antonino Vizzì,
63 anni, ritenuto reggente della “famiglia” di Raffadali; Vincenzo Pellitteri,
66 anni, ritenuto reggente della “famiglia” di Chiusa Sclafani; Franco D’Ugo,
52 anni, del clan di Palazzo Adriano; Giovanni Gattuso, 62 anni, ritenuto
reggente della “famiglia” di Castronovo di Sicilia; Vincenzo Cipolla, 56 anni,
della cosca di San Biagio Platani; Raffaele La Rosa, 59 anni, ritenuto
appartenente alla “famiglia” di San Biagio Platani; Raffaele Salvatore
Fragapane, 40 anni, ritenuto appartenente alla “famiglia” di Santa Elisabetta;
Luigi Pullara, 54 anni, ritenuto esponente di vertice della “famiglia” di
Favara; Angelo Di Giovanni, 46 anni, ritenuto appartenente alla “famiglia” di
Favara e Giuseppe Vella, 37 anni, della “famiglia” di Favara.
FiloDirettoMonreale,
Pubblicato il 28 giugno 2018
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