Antonio Fraschilla
In 13.600 ricevono ogni mese 1.500 euro. In Lombardia
sono 5mila Allo studio modifiche al decreto Crocetta. “Spese da documentare”
L’assessore alla Sanità Ruggero Razza mette le mani avanti: « Le verifiche
che faremo, in maniera rigorosa, su tutte le 13.600 domande di disabili
gravissimi accolte dalle Asp la scorsa estate servono soprattutto a chi ha
veramente diritto e bisogno di un assegno integrativo per la sua assistenza » .
L’assessore, insieme alla collega responsabile della Famiglia, Mariella
Ippolito, ha avviato nuovi controlli sui disabili gravissimi inseriti dalle Asp
nel Fondo di assistenza integrativa che da solo vale 220 milioni e che
garantisce un assegno ad personam di 1.500 euro al mese, come
previsto dal vecchio decreto Crocetta. Una « verifica rigorosa » che nasce
dalla constatazione di avere in Sicilia numeri molto, ma molto più elevati
rispetto al resto del Paese. Segno che forse, nell’esame delle domande,
qualcosa è sfuggito e sono state inserite nell’elenco dei disabili gravissimi
anche persone con problemi, come gli anziani, che però definire gravissimi
è eccessivo. Un sospetto, per carità, nulla di più: «I controlli fugheranno
qualsiasi dubbio » , aggiunge Razza, sapendo di affrontare una materia
delicata.
Il confronto con la Lombardia
La verifica, puntuale, che sarà fatta su tutte le 13.600 domande di
disabilità gravissima accolte dai nuclei di valutazione delle Asp parte da un
dato che ha “ incuriosito” il governo Musumeci. In Lombardia, regione con una
popolazione doppia rispetto a quella della Sicilia, l’ultima delibera della
giunta Maroni, nello scorso febbraio, certifica 4.996 persone considerate
disabili gravissimi e che quindi possono accedere al fondo da 60 milioni di
euro per l’assistenza integrativa. La Sicilia ha un numero di disabili
gravissimi quasi tre volte maggiore, nonostante una popolazione inferiore della
metà. Certo, il contesto sociale non è paragonabile: in Lombardia il Pil pro
capite è di 37mila euro, in Sicilia di appena 12 mila euro, e la rete di
assistenza sul territorio è capillare, mentre nell’Isola è inesistente. La
Lombardia stima che al massimo, se venisse confermato il trend di crescita
delle domande che anche lì si registra, i disabili gravissimi a fine 2018
potrebbero arrivare a quota 6.500. Cifra sempre inferiore della metà rispetto
alla Sicilia. Il divario economico e sociale, comunque, difficilmente da solo
servirebbe a spiegare questo dislivello.
Gli invalidi civili Inps
Il numero dei disabili gravissimi, e l’enorme forbice rispetto alla
Lombardia, non è giustificabile nemmeno prendendo a parametro le indennità di
invalidità civile tra le due regioni. Sia il decreto Maroni sia quello Crocetta
prevedono che per poter accedere all’assistenza integrativa il
disabile gravissimo debba avere già un’indennità di invalidità civile
accertata dall’Inps. La Sicilia ha il record assoluto in Italia di invalidi
civili rispetto alla popolazione: nell’Isola ad avere un’indennità Inps di
accompagnamento, circa 490 euro al mese più la pensione, sono in 208 mila. Cioè
uno ogni 23 abitanti. Per fare un raffronto, la Campania ne ha una ogni 25
abitanti, il Veneto uno ogni 35. La Lombardia ha 287mila invalidi civili,
uno ogni 34 abitanti. Insomma: la Sicilia, pur avendo un numero abnorme di
invalidi civili, non ne ha il doppio della Lombardia. Altro dato che non
sostiene la forbice che c’è tra i disabili gravissimi.
I sospetti sui controlli “veloci”
Il sospetto della Regione è che la scorsa estate le Asp abbiano
vagliato frettolosamente alcune domande. Il decreto Crocetta venne firmato
dall’allora governatore dopo la protesta dei disabili siciliani che, unico caso
nel panorama italiano, non avevano un aiuto per l’assistenza integrativa oltre
quella sanitaria, come avviene in tutte le altre Regioni. «In pochi giorni sono
arrivate alle Asp 40mila domande che sono state vagliate in circa tre
mesi — dice un medico dell’Asp di Palermo che sta lavorando al caso — con
una media per azienda di 40 domande controllate al giorno, anche con verifiche
esterne sui singoli disabili. Insomma, forse qualche domanda è stata accolta
senza approfondire troppo. Non pensiamo a truffe, ma per esempio
all’inserimento tra i “disabili gravissimi” anche di anziani che non lo sono».
La corsa all’assegno
Il decreto Crocetta inoltre, a differenza di altre regioni come la
Lombardia, non modula l’intervento: concede a tutti 1.500 euro, mentre Maroni
dà un assegno base di mille euro e solo in alcuni casi voucher da 350 euro da
spendere in strutture assistenziali accreditate. Questo ha provocato una corsa
senza pari ad avere l’assegno, fra l’altro sapendo che lo stesso decreto
Crocetta non prevedeva alcuna rendicontazione. Insomma, il familiare del
disabile non deve dimostrare nulla su come ha speso concretamente questi fondi.
Razza e Ippolito stanno studiando modifiche al decreto per ridefinire alcuni
criteri sull’erogazione dell’assistenza integrativa. Magari prevedendo che
almeno ci siano garanzie sul reale utilizzo delle somme a favore della persona
che ne ha bisogno. Ma ancora su questo punto non c’è nulla di certo. Di sicuro
c’è solo che i disabili gravissimi sono troppi e che i controlli «saranno molto
capillari».
La Repubblica Palermo, 11 maggio 2018
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