La scopertura della targa nel salone della Cgil di Grosseto |
Nel pomeriggio del 4 maggio, La Cgil di Grosseto ha
inaugurato la sala conferenze dedicata significativamente a Calogero
Cangialosi, segretario della camera del lavoro di Camporeale assassinato dalla
mafia e dagli agrari il primo aprile 1948. Alla cerimonia erano presenti i tre
figli viventi di Cangialosi: Vita, Michela e Giuseppe. Insieme a loro anche
tanti nipoti, tra cui Sonia Grechi, anche lei dirigente cgil, che si è tanto
impegnata. Onorato di esserci stato anch’io insieme ad una delegazione della
camera del lavoro di Palermo, guidata da Enzo Campo. GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO
La Cgil intitola una sala a Calogero Cangialosi,
ucciso dalla Mafia. La moglie e i figli vennero a vivere a Grosseto
di Redazione - 03 maggio 2018 - 11:49
GROSSETO – Venerdì 4 maggio, dopo la cerimonia della mattina di
commemorazione dei martiri della miniera di Ribolla, per la Cgil grossetana ci
sarà un altro momento importante. Alle 16.30, infatti, la sala 1° Maggio della
Camera del Lavoro sarà ufficialmente intitolata a Calogero Cangialosi,
sindacalista socialista della Cgil assassinato dalla mafia per conto degli
agrari il 1° aprile 1948, a Camporeale in provincia di Palermo. Alla cerimonia
– alla quale sono invitati cittadini e associazioni – parteciperà una
delegazione della Cgil di Palermo guidata dal segretario generale della Camera
del lavoro metropolitana, Enzo Campo, Luciano Silvestri, responsabile nazionale
del dipartimento Legalità della Cgil, e un pronipote di Pietro Nenni, che
all’epoca partecipò ai funerali di Cangialosi. Oggi a Grosseto, peraltro, una
delle nipoti di Cangialosi, Sonia Grechi, è dirigente della Filcams Cgil.
«Quella di dedicare la sala a Cangialosi – sottolinea Claudio
Renzetti, segretario della Camera del lavoro – per la Cgil grossetana è
stata una scelta meditata, che abbiamo fatto consapevoli del suo valore
fortemente simbolico. Calogero Cangialosi ha un legame con Grosseto attraverso
la famiglia che a dodici anni dalla sua morte si trasferì in Maremma per
provare a rifarsi una vita. Ma soprattutto Cangialosi è un simbolo di dignità e
resistenza alla prepotenza mafiosa. Un esempio per tutti i sindacalisti che
s’impegnano sul campo per l’emancipazione delle persone e la difesa del lavoro.
Da qualche anno si stanno moltiplicando segnali inquietanti riconducibili a
infiltrazioni mafiose e malavitose nel nostro tessuto economico. Scegliere la
figura di un sindacalista della Cgil che nell’immediato dopoguerra si è battuto
e sacrificato per difendere i braccianti palermitani, significa ribadire il
nostro impegno e la nostra determinazione a difendere il lavoro buono, i
lavoratori e gl’imprenditori onesti. Quelli che faticano e rispettano le
regole, contribuendo a migliorare la qualità della vita nelle proprie comunità.
Ognuno si sceglie i riferimenti culturali e umani in cui si riconosce. Noi,
diversamente da altri – scandisce Renzetti – ci riconosciamo in persone della
levatura di Calogero. Sarà per tutti un momento emozionante, che vedrà
protagonisti soprattutto gli studenti, con i vari interventi intervallati da
letture e brani musicali a cura dei giovani del liceo statale Rosmini e del
liceo musicale del Polo Bianciardi. Anche questa – conclude Renzetti – una
scelta fatta a ragion veduta: perché nel momento di negazionismi e rimozioni
storiche vogliamo trasmettere alle giovani generazioni la memoria che per
quelli della mia di generazione è ancora viva, ma che non lo è per una ragazza
o un ragazzo di oggi».
Calogero Cangialosi, la vicenda
Da tempo nel mirino dei latifondisti del paese, venne colpito a morte
mentre tornava a casa da una riunione sindacale.
Il 1° aprile del 1948 viene assassinato a Camporeale, al confine tra le
province di Trapani e Palermo, il segretario della Camera del lavoro Calogero
Cangialosi, socialista e dirigente Cgil delle lotte contadine. Viene
assassinato alle 10 della sera mentre torna a casa dopo una riunione in cui si
è discusso della conquista delle terre, dell’applicazione dei decreti Gullo
sulla divisione del grano ai contadini, della concessione alle cooperative
contadine delle terre incolte. Con lui altri due compagni della Camera de
lavoro che si erano offerti di scortarlo, Vincenzo Liotta e Vito Di Salvo, sono
colpiti e feriti gravemente, mentre Giacomo Calandra e Calogero Natoli
rimangono miracolosamente illesi.
Ai funerali di Cangialosi parteciperanno tutti i contadini del paese e dei comuni del
circondario: in mezzo a loro e accanto ai familiari, unico personaggio
pubblico, il segretario nazionale del Psi Pietro Nenni, venuto a
onorare il suo compagno di partito.
Non sarà mai celebrato un processo e, nonostante tutti sapessero che a dare
l’ordine di morte era stato il proprietario terriero don Serafino Sciortino (di cui
Cangialosi era mezzadro) e che a sparare erano stati il capomafia Vanni Sacco e
i suoi picciotti, si procederà contro ignoti. «Cangialosi fa parte dei 36 morti
della Cgil tra il ’45 e il ’66 che stiamo ricordando, alcuni per la prima volta
in questi anni, per strappare le loro storie dall’oblio – afferma la Cgil –.
L’antimafia ha origini antiche. Risale al periodo successivo al movimento contadino
dei fasci siciliani, alla storia di questi pionieri, che sapendo di essere nel
mirino e completamente indifesi, si sono battuti per portare avanti i loro
ideali, gli ideali dei contadini e della gente comune, rimettendoci la pelle».
PROGRAMMA – Ore 16.30
COORDINA
Lorenzo Centenari, Presidente Assemblea Generale Cgil Grosseto
INTERVENGONO:
Claudio Renzetti, Segretario Generale Camera del Lavoro di Grosseto
Francesco Giorgi, Segretario Provinciale Psi
Dino Paternostro responsabile Dipartimento Legalità Cgil Palermo
Sonia Grechi, nipote grossetana di Calogero Cangelosi e dirigente Filcams
Cgil
Enzo Campo, Segretario Generale Camera del Lavoro di Palermo
Maurizio Brotini, Segretario Cgil Toscana
CONCLUSIONI
Luciano Silvestri, Responsabile Legalità Cgil Nazionale
Durante il pomeriggio verranno eseguite letture e brani musicali a cura
degli studenti del Liceo Statale A. Rosmini e Liceo Musicale Polo Bianciardi.
Alla cerimonia sarà presente anche l’Isgrec con la mostra ‘Le donne di
Ribolla negli anni Cinquanta’. Rappresentanti dell’Istituto saranno a
disposizione per una visita guidata dei pannelli esposti.
A seguire un buffet preparato dagli studenti dell’Istituto Alberghiero
Leopoldo II di Lorena
www.ilgiunco.net
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