E' urgente renderla operativa e agibile sul
territorio e riprendere un confronto con il Governo
Il regolamento approvato in esame preliminare
dal Consiglio dei Ministri del 26 aprile scorso su proposta del Ministero
dell'Interno - relativo alla disciplina sull'organizzazione e la dotazione
delle risorse umane e strumentali per il funzionamento dell'Agenzia nazionale
per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla
criminalità organizzata ed in attuazione della riforma del Codice Antimafia -
presenta carenze procedurali e organizzative che rischiano di mettere l'Agenzia
nelle condizioni di non poter esercitare in pieno le funzioni istituzionali di
restituzione alla collettività dei patrimoni sottratti alle mafie e ai
corrotti.
Seppur la legge 17 ottobre 2017, n. 161 abbia
introdotto un potenziamento della struttura con l'ampliamento della dotazione
organica di personale (da 30 a 200 unità), non si può non ribadire che si
sarebbero potute fare scelte più incisive, prevedendo una procedura diversa
dalla mobilità, ad es. tramite concorsi di selezione pubblica di
professionalità con competenze interdisciplinari. Non ci sono, altresì,
certezze dei tempi per portare a regime l'organico nonostante l'urgenza di
rendere l'Agenzia pienamente operativa. Non si può non evidenziare che i
compiti dell'Agenzia hanno una forte valenza territoriale vista la
collaborazione con le Prefetture, le Amministrazioni locali, gli Uffici
giudiziari, i coadiutori e le diverse rappresentanze sociali per rendere
efficace e veloce il percorso di riutilizzo dei beni e delle aziende
sequestrate e confiscate. I nuclei di supporto delle Prefetture ed i tavoli
provinciali sulle aziende sequestrate e confiscate di recente introduzione
richiedono, pertanto, un presidio dell'Agenzia costante ed efficiente. Non si
può quindi procedere con una visione meramente burocratica senza considerare
l'esperienza concreta maturata e le buone pratiche amministrative e sociali
attivate dal 1996 ad oggi.
Le organizzazioni e le associazioni firmatarie
del presente Appello esprimono una forte preoccupazione sul metodo sinora
adottato e chiedono, quindi, che il confronto con le organizzazioni sindacali
di settore possa proseguire nei prossimi giorni in maniera proficua e si rendono
disponibili sin da subito a fornire ogni utile suggerimento ed indicazione per
migliorare il sistema e l'operatività dell'Agenzia, spinti dalla convinzione
che rappresenti un soggetto della Pubblica Amministrazione essenziale
nell'azione di contrasto al potere economico e finanziario delle mafie e dei
corrotti e di valorizzazione per finalità pubbliche e sociali dei beni mobili,
immobili e aziendali confiscati.
Acli, Arci, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio
La Torre, Cgil, Legambiente, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le
mafie, Uil
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