Una drammatica immagine della strage di Capaci del 23 maggio 1992 |
Massimo Lorello
L’arresto dell’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante, seconda
mazzata sul mondo dell’antimafia dopo lo scandalo della giudice Silvana Saguto,
ha fatto passare a qualcuno (probabilmente a più di qualcuno) la voglia di
partecipare alla commemorazione della strage di Capaci. Sull’argomento,
il dibattito va avanti da qualche giorno con idee contrapposte (vado/non
vado) entrambe in buona parte condivisibili. Tuttavia, è giusto partecipare. Perché il corteo che ogni 23 maggio raduna
migliaia di persone non è un tributo ai magistrati, ai politici, ai cantanti
che si avvicendano sul palchetto allestito in via Notarbartolo. È un omaggio
a Giovanni Falcone e a tutte le vittime della mafia. Gli studenti che
arrivano da ogni parte d’Italia per sfilare a Palermo il 23 maggio, lo fanno
con la candida intenzione di conoscere la terra di Falcone.
Poco o nulla sanno delle autorità che partecipano alla commemorazione. E
probabilmente non gliene può importare di meno.
La Repubblica Palermo, 22 maggio 2018
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