SALVO PALAZZOLO
Dalla Tunisia a Marsala con i clandestini anche sigarette immesse sul
mercato dal clan di Brancaccio
Sulla rotta Tunisi-Marsala operava un’attivissima agenzia di viaggi, che
offriva trasferimenti su comodi e veloci gommoni. Prezzi non proprio economici,
dai 3.000 ai 5.000 euro. Ma il rischio costa. Come il lusso di viaggiare in
modo indisturbato, senza documenti e controlli. Sì, perché chi si rivolge a
questo tipo di service ha sempre qualche problema con la giustizia.
L’anno scorso, la procura distrettuale di Palermo ne aveva già smantellata una
di queste agenzie. Ed era pesante il sospetto che fra i clienti ci fossero
presunti terroristi. Nel giro di pochi giorni, dopo il blitz, è stata creata
un’altra agenzia. Con gommoni ancora più potenti. E un’opzione allettante in
catalogo: viaggi maggiormente sicuri, in due tappe. Dalle coste di Nabeul fino
a Pantelleria, poi soggiorno in una comoda villetta con vista mare, quindi
ripartenza verso Marsala o Mazara del Vallo.
Sono 13 le persone arrestate dal nucleo di polizia economico- finanziaria
di Palermo. Tunisini e marocchini residenti in Sicilia, del gruppo fa parte
anche la moglie di un boss di Brancaccio, Rita Adele Micalizzi, che si occupava
della commercializzazione delle sigarette di contrabbando, che pure viaggiavano
sui comodi gommoni. Le “ bionde” andavano a finire sui banchetti di Ballarò. Ma
sono state soprattutto alcune intercettazioni ad aver preoccupato il pool di
magistrati che si occupa di lotta all’immigrazione clandestina e di
terrorismo. Uno dei promotori dell’agenzia di viaggio è sospettato di
essere vicino ad ambienti jihadisti, nelle intercettazioni parla di un suo
viaggio in Francia senza ritorno e di azioni pericolose: «Dio mi aiuti per
quello che devo fare», dice. Era davvero un attentato quello che doveva
organizzare? Il procuratore Lo Voi tiene a precisare che « non vi sono elementi
precisi al riguardo » , è solo probabile che della tratta volessero
approfittare « anche soggetti pericolosi » . L’indagine coordinata dal
procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Geri Ferrara, Claudia
Ferrari e Federica La Chioma svela la controffensiva dei signori della tratta.
Un’agenzia di viaggi riservati per «rispondere alle politiche di contenimento
e di controllo dei flussi degli immigrati adottate dagli Stati», scrivono i
magistrati nel provvedimento di fermo. Le indagini della Guardia di finanza
proseguono: «In questi mesi, dopo la precedente operazione, si è fatta strada
una nuova organizzazione per clienti facoltosi » , dice il colonnello Francesco
Mazzotta, il comandante del nucleo di polizia economica- finanziaria. Eccolo,
il nodo dell’indagine, la lista dei clienti. Alcune traversate sono state
interrotte, dopo un lungo pedinamento con motovedette e un aereo. Ma tanti
altri clienti dell’agenzia dei viaggi in gommone sono riusciti ad arrivare in
Sicilia e a far perdere le proprie tracce. Qualcuno potrebbe aver percorso
anche la rotta inversa, dalla Sicilia verso la Tunisia, per sfuggire alla giustizia
italiana. E la presenza della signora di Brancaccio è un indizio di certo
inquietante. Il marito, Cosimo Geloso, venne arrestato nei mesi scorsi dalla
finanza e dalla polizia perché ritenuto un attivissimo esattore del pizzo al
servizio del clan di Brancaccio. Non uno dei tanti, Geloso teneva il libro
mastro della famiglia. A casa della famiglia Geloso- Micalizzi veniva custodita
gelosamente anche una scatola, con i pizzini della famiglia. Ora, questa
indagine segna la prova dei contatti stretti fra gli interessi della mafia e il
business dell’immigrazione clandestina.
La Repubblica Palermo, 11 aprile 2018
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