ANTONIO FRASCHILLA
Dal viadotto Himera
agli altri cantieri eterni nell’Isola interrotti mille chilometri di strade
Mille chilometri di strade secondarie
interrotte per frane e lavori mai fatti da anni. Cantieri infiniti e continue
deviazioni sulle autostrade Palermo-Catania, Palermo-Messina e Catania-Messina.
Eterne incompiute, come la Siracusa-Gela, la Palermo-Agrigento e la Nord-Sud
con i lavori che di fatto si stanno fermando a metà del guado e non c’è alcuna
certezza del completamento di queste opere perché, nonostante gli annunci sui
fiumi di denaro in arrivo nell’Isola, si scopre che non c’è copertura
finanziaria certa su queste arterie. E, ancora, grandi opere che rimangono da
anni sulla carta, come il rifacimento della Catania-Ragusa, considerata una
delle arterie tra le più pericolose d’Italia. Benvenuti nel cantiere-inferno di
Sicilia, dove viaggiare su quattro ruote è ormai diventato un rally tra
intoppi, deviazioni e strade-trazzere. I turisti e chi in questo fine settimana
pasquale si sposterà per fare delle gite fuori porta potranno provare con mano
il disastro della viabilità in un’Isola che ha una media di incidenti
superiore a quella italiana. «Una situazione allarmante che mette a rischio
anche centinaia di posti di lavoro considerando che molti cantieri e breve si
fermeranno per incertezze sul futuro e gli operai saranno licenziati»,
dice Franco Tarantino, segretario regionale della Fillea Cgil.
Odissea
Palermo-Agrigento
Ormai andare da Palermo ad Agrigento
è diventato un calvario. I lavori per l’ampliamento della statale, almeno nel
lotto in corso con cantieri e sette deviazioni nei trenta chilometri tra
Bolognetta e Lercara, dovevano essere conclusi entro il 2017 per un
costo di 298 milioni. In realtà non lo saranno forse nemmeno entro il
2020. Il motivo? «Il consorzio che ha vinto la gara, guidato dalla Cmc, ha
chiesto una variante che vale circa 50 milioni e adesso l’Anas deve dare una
risposta, nel frattempo i lavori rischiano di fermarsi — dice Francesco Piastra
della Fillea Cgil Palermo — Se approvata la variante, i lavori dureranno invece
altri 18 mesi. Ma cosa ancor più grave, non c’è copertura per gli altri lotti
che completano il tracciato: in base alle stima iniziale, tutta la tratta
doveva costare 1,7 miliardi di euro». Insomma, chissà quando si tornerà a
viaggiare normalmente tra Palermo ed Agrigento.
Cantiere
Palermo-Catania
Dopo anni di abbandono, adesso l’Anas sta
cercando di correre ai ripari sull’autostrada Palermo-Catania: in questo
momento sono in corso interventi per una spesa che sfiora i 500 milioni da qui
al 2019. Sei le interruzioni con cambi di corsie continui e rallentamenti, specialmente
nel tratto tra Tremonzelli ed Enna. Non si vede traccia di ruspe invece per
ripristinare il viadotto Himera crollato il 10 aprile del 2015: sono trascorsi
tre anni e l’Anas ha appena affidato i lavori, che non sono iniziati e che non
si completeranno prima del 2020.
Cinque anni per un viadotto non sono
troppi?
L’incompiuta
Siracusa-Gela
I 5 stelle hanno sollevato il caso e dalla
Regione confermano: l’Ue ha detto no alla possibilità di finanziamento nel
programma 2014-2020 dell’opera. Risultato?
Mancano all’appello 400 milioni. Ma c’è di
più: il tratto in corso di realizzazione, tra Rosolini e Ispica, deve essere
completato entro il 2019. Ma i lavori sono di fatto fermi, tra problemi
finanziari del Consorzio autostrade siciliano e le indagini sulle tangenti che
hanno travolto anche i titolari di alcune imprese. Risultato? La Sicilia
rischia di dovere restituire a Bruxelles anche i 45 milioni di euro della
vecchia programmazione. La Siracusa-Gela, con i lavori iniziati nel 1980,
potrebbe così rimanere una delle più grandi incompiute d’Italia.
Autostrade del
Cas al collasso
Il Cas comunque ha gravi problemi di
liquidità e non riesce a garantire nemmeno la manutenzione ordinaria sui tratti
gestiti: «Sulla Palermo-Messina ci sono interruzioni ogni dieci chilometri
e i lavori sono fermi, ad esempio è franato il manto stradale nello svincolo di
Tusa e i lavori da anni non partono — dice Enzo Cocivera, della Fillea Messina
— nel tratto tra Messina e Taormina il manto stradale è pieno di buche e ancora
c’è la deviazione per la frana di Letojanni avvenuta nell’ottobre del 2015».
Una curiosità: la Palermo-Messina è considerata tra le dieci strade più
pericolose secondo l’Aci.
Il sogno della
Catania-Ragusa
La vecchia statale è un colabrodo. Il
nuovo tracciato da decenni è in fase di progettazione e adesso si attende il
via libera del Consiglio dei lavori pubblici. Ma chissà quando partiranno i
cantieri: l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, che ha cercato in
diversi modi di rimettere in pista l’opera, ha appena scoperto che i privati
che dovrebbero investire 400 milioni su circa 900 complessivi hanno stilato un
programma che prevede come costo del pedaggio per circa 90 chilometri venti
euro: «Una cifra impossibile», ha detto Falcone. Se i privati tirano la gamba
indietro i cantieri non apriranno mai e la statale veloce rimarrà un sogno.
I mille km di
strade interrotte
Una situazione drammatica è quella delle
strade secondarie: l’Ance ha calcolato che in provincia di Enna ci sono
interruzioni per 700 chilometri. Per arrivare in alcuni paesi, come Troina,
occorre fare tratti di trazzere nel senso letterale del termine. Gli
avvallamenti non si contano. In provincia di Palermo le strade interrotte sono
venti per un totale di 47 chilometri. Nel Patto per la Sicilia sono stati
stanziati 30 milioni soltanto per il Palermitano, ma non un solo euro è stato
speso perché le ex Province non hanno i fondi nemmeno per avviare i controlli
preliminari ai cantieri e completare la progettazione. Girare per i borghi
premiati dell’Isola, insomma, è come andare a fare un rally. Qualcuno salvi
dell’oblio e dall’abbandono le strade di Sicilia.
La Repubblica Palermo, 30 marzo 2018
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