VITO LO MONACO
Nel ricordo di Pio La Torre e Lelio Basso, due vite
parallele per la democrazia e la legalità costituzionale, il Centro Pio La
Torre e la Fondazione Basso terranno due iniziative sabato 7 aprile a
Canicattì, nel 40° della sua scomparsa e giovedì 12 aprile a Palermo presso
l’ITET “Pio La Torre” a Palermo. A Canicattì assieme all’Amministrazione
Comunale, all’II.SS. “Galilei” ed alla Cgil di Agrigento ricorderanno la strage
di Canicattì del 1947. Lelio fu avvocato difensore dei lavoratori assediati e
perseguitati per una strage nella quale caddero tre lavoratori e un carabiniere
e ci furono diciotto feriti.
Era domenica quel 21 dicembre, i lavoratori
manifestavano pacificamente per il lavoro. Volevano che fosse applicato
l’imponibile di manodopera nei grandi feudi in attesa della Riforma agraria. La
risposta delle forze dell’ordine e della mafia fu violenta. Era ministro
dell’interno Mario Scelba, del governo repubblicano dal quale erano stati
espulsi i socialisti e i comunisti in obbedienza al clima di guerra fredda
instaurata dagli americani con Truman nel marzo dello stesso anno.
Il 1947 fu l’anno
chiave: il giorno dopo la strage di Canicattì fu approvata la Costituzione, l’1
maggio ci fu la Strage di Portella, furono uccisi tanti altri capilega e
dirigenti politici, avvenne la rottura dei governi di unità antifascista.
A Canicattì, uno dei centri più animati della lotta
dei lavoratori e dei contadini per l’applicazione dei decreti Gullo
(ripartizione dei prodotti a 60% per i compartecipanti e 40% per i proprietari,
concessione delle terre, e cooperative di braccianti e contadini) e per
l’imponibile della manodopera nelle grandi aziende, risorgono le organizzazioni
di partito e sindacali e alle prime elezioni amministrative libere si dà
un’amministrazione comunale di sinistra che sconfigge qualunquisti, separatisti
e democristiani e con loro il blocco agrario mafioso e quello moderato.
Non era la prima volta nella storia di Canicattì la
presenza di un forte movimento democratico organizzato. Nel 1893 il Fascio di
Canicattì aveva 2000 iscritti, uomini e donne, nel 1919 fu inaugurata la Camera
del Lavoro. È una fase storica significativa per comprendere la complessità e
le difficoltà della costruzione della democrazia costituzionale e
dell’Autonomia speciale della Sicilia.
Pio La Torre e Lelio Basso non si sono incontranti
fisicamente, ma sono stati presenti contemporaneamente in quella fase storica
in modo pregnante e parallelo. Lelio Basso in quella fase segretario del PSI,
dopo la scissione socialdemocratica del PSIUP, fu un padre costituente, un
giurista raffinato che contribuì alla redazione della Carta, e in modo
particolare alla formulazione dell’art. 3 e dell’art. 49. È stato uno degli
animatori del Comitato nazionale di solidarietà che fornì assistenza legale
alle vittime della repressione poliziesca scelbiana e della mafia. In Sicilia
fu presente in tanti processi, per i diritti del lavoro e delle vittime di
mafia, da Placido Rizzotto a Turi Carnevale, a quelle della strage di Canicattì
e di Carlentini.
Pio La Torre, giovane comunista, fu mandato a
sostituire Placido Rizzotto alla Camera del Lavoro di Corleone dopo la sua
uccisione, organizza soprattutto nella provincia di Palermo, la lotta per la
terra e l’applicazione dei decreti Gullo, viene arrestato, durante una
manifestazione nel 1950 a Bisacquino, sconta ingiustamente diciotto mesi di
carcere all’Ucciardone, infatti viene assolto e condannato solo per
manifestazione non autorizzata a quattro mesi. Diventa segretario della Cgil di
Palermo dopo il carcere, continua a impegnarsi nella lotta per l’applicazione
della Riforma agraria, approvata nel frattempo ed estende la lotta per i
diritti del lavoro, nelle campagne, nella città (con gli edili, con i senza
casa, con i disoccupati, con gli operai delle fabbriche e del cantiere navale
di Palermo).
Il loro impegno per la democrazia, per l’attuazione
della Costituzione, per la pace del mondo proseguirà nel Parlamento e nella
società. Nel corso dell’impegno sociale scoprono e svelano all’opinione
pubblica il ruolo negativo della mafia nell’economia e nella politica.
L’intreccio organico tra mafia e politica guiderà la loro azione politica. Una
democrazia congiunta non può realizzarsi in presenza delle ingiustizie sociali,
delle diseguaglianze e della violenza mafiosa. Così come non può
materializzarsi in un mondo attraversato da conflitti sociali, paure e guerre.
Sono uniti da una comune utopia: costruire dal basso la democrazia e la lunga
via al socialismo.
È l’altro grande tema che unisce le loro vite e porta
Lelio Basso ad essere tra gli animatori di un movimento internazionale per la
pace e la democrazia globale, dando luogo anche a originali strumenti
organizzativi come il Tribunale permanente dei Popoli, ancora oggi attivo, la
Federazione Internazionale e la Lega Internazionale per i Diritti e la
Liberazione dei Popoli. Pio La Torre nella sua battaglia per la pace viene a
trovarsi a capo del movimento contro l’installazione dei missili Nato a Comiso
e per il disarmo bilaterale in Europa e nel mondo. Anche per questo fu ucciso
dalla mafia, assieme a Rosario Di Salvo, nel 1982.
Le vite parallele di Pio e Lelio sono parte del
cammino ancora in corso per un mondo senza conflitti, paure, ingiustizie
sociali e diseguaglianze. Rimane grazie anche a loro viva la utopia di un mondo
senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sull’ambiente, della libertà,
individuale e collettiva, per una democrazia non formale ma sostanziale che
offra a tutti, uomini e donne, indipendentemente dalle condizioni sociali, pari
opportunità e dignità.
Cultura | 28 marzo 2018
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