Campi di lavoro a Corleone |
Anni di intimidazioni. Eppure loro ogni
mattina tornano a coltivare quelle stesse terre danneggiate magari la sera
precedente. È successo ancora una volta, la cooperativa dell’Arci, Lavoro e Non Solo, che dal 2002 gestisce beni
confiscati tra Corleone, Canicattì e Polizzi Generosa, la prima ad intraprendere il percorso di riutilizzo sociale dei
beni confiscati alla mafia, ha subito la scorsa notte l’ennesimo furto. È accaduto a Canicattì questa volta, in
un terreno in cui nel 2006 la cooperativa ha impiantato un vigneto da cui si
produce il vino di Libera.
All’appello mancano due trattori, un camion e altri attrezzi agricoli, rubati
dal capannone dove erano custoditi in questi giorni. Negli anni, la cooperativa
è stata oggetto dei più svariati danneggiamenti, dall’incendio a un’intera
coltivazione di lenticchie, ai danneggiamenti di una mietitrice e dell’auto del
presidente della cooperativa. Proprio quest’ultimo, Calogero Parisi, questa
mattina ha denunciato ai carabinieri della compagnia di Canicattì.
Nata da un progetto di reinserimento
socio-lavorativo di soggetti con difficoltà psichiche, dal 2002 Lavoro e non
solo si occupa non soltanto della gestione e coltivazione delle terre un tempo
appartenute ai boss di cosa nostra, ma promuove anche percorsi di studio e
ricerca su quelle terre, coinvolgendo ogni anno
centinaia di giovani che da tutta Italia scelgono di sporcarsi
le mani in Sicilia, raccogliendo pomodori o lavorando appunto alla vendemmia.
“L’Arci Sicilia – si legge in una nota – nell’esprimere la propria
solidarietà ai lavoratori della Cooperativa, ribadisce il proprio impegno a
sostegno delle attività della cooperativa e sottolinea l’importanza di
proseguire il percorso di riconversione dei beni confiscati in attività
economiche sane, in grado di produrre ricchezza per la comunità. Aldilà del
danno economico che il furto di questa notte ha prodotto, ciò che preoccupa di
più è il rischio che i lavori al vigneto subiscano un rallentamento proprio ora
che la campagna di produzione dell’uva entra nella fase più importante”.
A manifestare la propria solidarietà
anche il deputato regionale del movimento Centopassi, Claudio Fava, secondo cui il furto “potrebbe avere una
firma inequivocabile: la mafia. Riportare alla legalità i beni confiscati, dare
nuovo lavoro, dimostrare che l’attività di contrasto alle mafie conviene è la
grande sfida civile di questi anni. Dobbiamo farcene carico tutti, evitando di
lasciare queste cooperative isolate e disarmate, come troppo spesso è accaduto
in passato. Ai dipendenti di “Lavoro e non solo” e alla loro tenacia va la
nostra gratitudine e la nostra amicizia”.
www.ilgazzettino.it, 24 aprile 2018
(foto: Grazia Bucca)
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