Fr. GIOVANNI CALCARA
La celebrazione della “Giornata della terra” fatta propria dalla CEI (uff.
naz. problemi sociali e del lavoro,
giustizia e pace) e promossa dal MCMC (Movimento Cattolico Mondiale per il
Clima) e della Conferenza Europea della Commissione giustizia e pace ci offre
l’occasione di poter riflettere su tutte quelle tematiche che, la “Laudato sì” dal
24 maggio 2015, data della sua pubblicazione, pone alla coscienza di ogni uomo
sul futuro della “casa comune”. Per
ascoltare il grido della terra e dei poveri che la abitano, e a
metterci noi stessi in comunione con essa.
Si tratta di
scelte non più
rinviabili circa l’utilizzo
delle risorse non rinnovabili, le materie e i mezzi che utilizziamo
per mangiare, riscaldarci, muoverci che necessitano di una radicale conversione
a considerare come non siamo “padroni, ma custodi” del creato. Si tratta
quindi, non solo di “mantenere in vita”, ma di “consegnare” alle generazioni
future quanto Dio ha messo a nostra disposizione.
Come insegna papa Francesco: “Dio perdona
sempre, noi alle volte, la natura mai!”. Anche papa Benedetto XVI, ricordava
come bisogna curare oltre alla “ecologia della natura” anche quella
“spirituale”, se si vuole vivere la dimensione umana e spirituale della nostra
esistenza e della nostra fede.
Difendiamo “a ogni costo”: la vita, l’aria, l’acqua, il cibo, le nostre
montagne, i nostri alberi, i fiori, il mare, le spiagge. Tutto è “sacro” se
“serve” alla vita e al futuro dell’uomo!
Sappiamo come per noi meridionali, sia importante il concetto della “terra”
che, mantiene dei “riflessi biblici”. La terra è: “sacra” perché ereditata, “mi
appartiene” perché è
frutto del lavoro
e del sudore
dei miei avi,
“va salvaguardata” perché da essa si traggo il necessario per la sussistenza.Tutti
concetti condivisibili ma, che non giustificano in nessun modo, il concetto
distorto di “robba” di pirandelliana memoria. Le difficoltà con cui
lo Stato riesce ad entrare in possesso di beni sequestrati, perché di
illecita provenienza, per metterli a disposizione della società civile; la
distruzione di beni e fabbricati da parte di chi si ritiene defraudato del loro
uso, perché nessuno ne possa
usufruire; il barbaro
attentato dell’autobomba del
9 aprile scorso che a Limbadi ha fatto saltare in aria il biologo Matteo
Vinci a motivo “di questioni
legate alla terra...”
sono chiara manifestazione di come
questa Giornata, possa davvero, costituire innanzitutto per le nostre Comunità
Ecclesiali e per la Società Civile un’occasione da non “sprecare”,
perché forte è l’esigenza di risalita all’essenzialità.
Iniziative come queste sono da “condividere e diffondere” per “contagiare e
conquistare” ad una “causa giusta”, come quella della “Terra” che è madre e, come
tale va amata,
rispettata, preservata da
tutti. Nessuno si
può quindi, considerare “non interessato...”.
La nostra credibilità, di
credenti, passa attraverso
le scelte quotidiane, come richiama papa Francesco
nella recente Esortazione Apostolica
sulla chiamata alla Santità nel mondo contemporaneo “Gaudete et Exsultate”. La santità
quindi, passa non attraverso “gesti eroici”, ma nella “mediocrità” della vita
quotidiana che, diventa
“significativa”, se motivata
da “scelte fondamentali” che
diventano la premessa per “trasformare e trasfigurare” ogni “piccolo gesto” in
“scelta di vita”.
Fr. Giovanni Calcara, o.p.
Convento San Domenico – Soriano Calabro
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