Sandro Pertini e Bearzot confrontano le loro pipe |
Grande
attesa per il film "Pertini il combattente", dedicato
all’indimenticabile Presidente della Repubblica che conquistò la simpatia e
l'affetto di tutti gli italiani. Ideato dallo scrittore Giancarlo De Cataldo e
dal regista Graziano Diana, il docufilm (nelle sale cinematografiche a partire
dal 15 marzo) narra la straordinaria esistenza del partigiano, socialista,
tifoso di calcio, avvocato e amatissimo Presidente.
Dalla
Resistenza ai Mondiali di Spagna, dal socialismo di Turati all'Antimafia, dal
Parlamento al Quirinale, la vita di Sandro Pertini è una leggenda d'altri
tempi, lontana anni luce dall'epoca attuale di antipolitica, distacco dai partiti
e annacquamento degli ideali.
Alessandro
Pertini, per tutti Sandro, nacque a Stella (in provincia di Savona) il 25
settembre 1896. Sin da ragazzo, fu affascinato dal socialismo, dal Psi di
Filippo Turati e dalle lotte contadine e operaie.
Dopo la partecipazione (obbligata) alla Prima Guerra Mondiale, si laureò
in Giurisprudenza e in Scienze sociali, intraprese la professione forense e si
dedicò all'antifascismo. Dopo la prima condanna a otto mesi di carcere per la
sua attività politica, nel 1926, Pertini fu condannato a cinque anni di
confino. Sottrattosi alla cattura, si rifugiò a Milano e successivamente in
Francia, dove chiese e ottenne l'asilo politico, lavorando a Parigi. Anche in
Francia subì due processi per la sua attività politica.
Rientrato in
Italia nel 1929, in pieno ventennio fascista, fu arrestato, fu nuovamente
processato dal tribunale speciale per la difesa dello Stato e fu condannato a
11 anni di reclusione. Scontati i primi sette anni, Pertini fu assegnato per
otto anni al confino: rifiutò la grazia anche quando la domanda fu firmata da
sua madre.
Tornato
libero nell'agosto 1943, entrò a far parte del primo esecutivo del Partito
socialista. Catturato dalle SS naziste, fu condannato a morte, ma la sentenza
capitale non fu eseguita. Nel 1944, Pertini evase dal carcere assieme a
Giuseppe Saragat (futuro Presidente della Repubblica e fondatore del Partito
Socialdemocratico) e raggiunse Milano dove assunse la carica di segretario del
Partito Socialista nei territori occupati dagli invasori tedeschi e poi guidò la
lotta partigiana: durante la Resistenza fu insignito della Medaglia d'oro. In
quegli anni conobbe Carla Voltolina, brillante giornalista e valorosa staffetta
partigiana. Tra i due fu un colpo di fulmine: in pochi anni si innamorarono e
si sposarono.
Conclusa la
Resistenza, Pertini si dedicò alla vita politica e al giornalismo: fu
segretario del Partito Socialista Italiano di unità proletaria, deputato
all'Assemblea Costituente, senatore della Repubblica, capogruppo socialista,
direttore dell'"Avanti" e del quotidiano genovese "Il
Lavoro".
Negli anni
Cinquanta sostenne con forza la battaglia di Francesca Serio, madre del
sindacalista siciliano della Cgil Salvatore Carnevale (ucciso a Sciara nel 1955
dalla mafia e dai latifondisti). Durante il processo, Sandro Pertini si schierò
attivamente con i celebri avvocati di parte civile Nino Sorgi e Francesco
Taormina (animatori del comitato di Solidarietà democratica istituito nel
dopoguerra). Le richieste della parte civile furono accolte dal Pubblico
Ministero Pietro Scaglione (assassinato nel 1971), che nella requisitoria lodò
l'impegno di Carnevale, esaltò le lotte sindacali, parlò di "febbre della
terra" e denunciò l'iniquità del latifondismo. Gli imputati, invece,
furono difesi da un altro futuro Presidente della Repubblica, il democristiano
Giovanni Leone.
In pieno
Sessantotto, Pertini fu eletto Presidente della Camera e, 10 anni dopo, l'8
luglio 1978, Presidente della Repubblica (al sedicesimo scrutinio con 832 voti
su 995). Durante il suo settennato, Pertini appoggiò il Pci di Enrico
Berlinguer nella battaglia per la questione morale; si schierò con i
terremotati dell'Irpinia scagliandosi contro lo scandalo di chi lucrava sulla
ricostruzione; chiese verità e giustizia per le vittime della strage di Bologna
e dei delitti eccellenti di Sicilia (da Cesare Terranova a Gaetano Costa, da
Boris Giuliano a Rocco Chinnici, da Pippo Fava al generale Dalla Chiesa, da
Peppino Impastato a Mario Francese ); sostenne l'azione di rinnovamento di
politici siciliani di diversi schieramenti, come il Presidente della Regione
Piersanti Mattarella e il segretario regionale del Pci Pio La Torre.
Sandro
Pertini raggiunse l’apice della popolarità durante i Mondiali di Spagna del 1982,
quando esultò - come un ultrà - nella Tribuna dello stadio Bernabeu di Madrid. Al
termine di una finale avvincente e memorabile contro la Germania, l’Italia
vinse per 3 a 1 grazie ai gol di Paolo Rossi, Marco Tardelli e Alessandro
Altobelli. “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”,
scandì per tre volte il telecronista della Rai Nando Martellini. Nell’immaginario
collettivo restarono, tra l’altro, due immagini epiche: la Coppa del Mondo
innalzata dal Presidente della Repubblica di fronte al pubblico in festa e la
partita a scopone disputata dallo stesso Pertini nell’aereo di ritorno insieme
all’allenatore Enzo Bearzot, al portiere Dino Zoff e al centrocampista Franco
Causio.
Pietro Scaglione
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