Un momento dell'incontro di Giuseppe Pietramale con gli studenti |
In occasione del 68° anniversario dell’arresto, nel territorio
bisacquinese, di Pio La Torre durante le occupazioni delle terre negli anni ’50
del secolo scorso, all’interno
della serie di "incontri con l'autore", sabato 10 marzo 2018 si è svolto presso l'Istituto Superiore di Bisacquino, «l’incontro
con il giovane autore, Giuseppe Pietramale, un’anima irrequieta bisacquinese
che sceglie di emigrare nella civilissima Svizzera, alla ricerca, a volte
illusoria, di una società dove i diritti dei cittadini sembrano essere
garantiti a tutti e i doveri, indiscutibilmente accettati da tutti» sottolinea
la docente Maria Corradino, collaboratrice del Dirigente scolastico. «Con ciò,
Giuseppe non ha di certo rinunciato, come lui stesso afferma nel corso
dell'incontro, alle sue radici a cui, anzi, si sente ancor di più ancorato». Nel
suo libro "Ci avete condannati innocenti", pubblicato all’interno
della collana seguita dall’ANPI Palermo, la cui prefazione è curata dall’illustre
storico Giuseppe Carlo Marino, l’autore ripercorre i tragici eventi che hanno
investito il movimento contadino negli anni 1948-50, quando il ministro dell’interno
Scelba ordina di reprimere, anche nel sangue, l’occupazione delle terre
lasciate incolte dai proprietari.
«I protagonisti, tra cui il nonno di Giuseppe
Pietramale a cui l’autore dà voce in una sorta di narrazione teatrale del
testo», continua la Corradino, «hanno duramente e ingiustamente pagato l’affermazione
di un diritto sancito da una legge che avrebbe dovuto far uscire la classe
contadina da secoli di feudalesimo: molti con il carcere - tra questi Pio La
Torre presente agli eventi narrati - e qualcuno rimanendo invalido per sempre. Dal
suo coinvolgente narrare emerge, con passione, il bisogno personale dell'autore
di "consegnare" agli studenti, presenti all'incontro, la
"memoria" di questo passato recente, che poco viene trattato nei
libri di storia e che, con malcelata commozione, dedica a suo padre che di
quegli eventi ebbe a subire tanta sofferenza. Gli studenti delle classi quinte
hanno seguito, visibilmente emozionati, l’incontro e partecipato ponendo molte
domande all'autore per approfondire alcuni aspetti degli eventi narrati, non
trascurando gli opportuni collegamenti tra il presente e il passato».
Tra le organizzatrici del convegno mattutino
che accompagnava gli alunni, la docente Mariella Di
Giorgio ha ricordato come «le testimonianze e i sacrifici dei nostri antenati,
ci permettono oggi di usufruire dei privilegi che in passato erano soltanto
utopie e speranze. Prendere spunto dal passato, ci agevola per provare a
costruire un futuro migliore».
La sera della stessa giornata si è svolta una
conferenza, voluta dall’Amministrazione Comunale e dalla ProLoco bisacquinese, presso
la sala Frank Capra del Museo Etnostorico di Bisacquino. L’autore ha
intrattenuto i presenti riconducendoli, grazie anche all’ausilio di immagini e
video di repertorio, drammatizzando inoltre alcuni stralci salienti degli
episodi tratti dal libro, sul filo della memoria – partendo dai Fasci Siciliani sorti a seguito della delusione scaturita
dall’allora recente Unità d’Italia e terminando con le occupazione delle terre
negli anni ’50 del ‘900, – ha evidenziato come in fondo la storia si ripete
sempre, raggiungendo spesso simili risultati.
Franco La Torre, di passaggio a Bisacquino in
occasione di un suo intervento a Corleone in occasione del 70° dell’assassinio
di Placido Rizzotto, per motivi familiari è dovuto rientrare a Palermo senza
poter intervenire al convegno serale a Bisacquino. Ma non è rientrato nel
capoluogo, senza prima visitare alcuni luoghi da lui conosciuti soltanto tramite
alcune letture o testimonianze orali.
Accompagnato da Pietramale, si è recato per la prima volta in quei
luoghi, in cui suo padre Pio, fu arrestato dalla Celere, certa di arrestare
anche la sua intraprendenza nella tutela dei diritti dei contadini e di tanti
cittadini onesti.
Molte immagini hanno immortalato gli incontri di
questa speciale giornata, e in una di esse si scorgono ritratti due eredi di
“quei fatti”, provenienti da luoghi molto lontani tra loro. Dopo molti anni – esattamente
sessantotto – sullo stesso terreno dove sono state buttate lacrime e sangue, si
ritrovano Franco e Giuseppe: figlio il primo e nipote l’altro di due tra i
tanti uomini che hanno lottato per difendere i loro e gli altrui diritti: Pio
La Torre e Giuseppe Pietramale senior.
Giuseppe Pietramale
Thayngen, 14.03.2018
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