L'intervento di uno studente del liceo "Tommaso Fazzello" a Sciacca |
di Fabrizio De Pascale
Cinque proiezioni in quattro giorni, a Partinico, San Cipirello, Palermo, Sciacca e Castelvetrano. Un piccolo “tour de force” per la Fondazione Argentina Altobelli, in giro per la Sicilia a presentare il concorso “Portella, i braccianti, la memoria”, rivolto agli studenti degli istituti superiori siciliani e a proiettare il docu-film “Una strage ignorata” che ripercorre le tristi vicende di circa 50 braccianti e sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia in Sicilia, negli anni 1944-48 perché lottavano per dare la terra ai contadini, così come previsto dalla legge. Ma, insieme agli istituti scolastici, il docu-film è stato proiettato anche nella sede di Libera a Palermo, in piazza Castelnuovo, in uno dei tanti beni (un esercizio commerciale) sequestrati alla mafia e affidati ad associazioni e cooperative. Complessivamente alle cinque proiezioni hanno assistito circa 800 persone, di cui 600 studenti.
E il dato più significativo, comune a tutte le proiezioni, è
stato il silenzio assoluto nel quale gli studenti hanno seguito lo svolgersi
degli eventi raccontati nel docu-film. Un segno inequivocabile dell’attenzione
e dell’interesse suscitati. Attenzione e interesse manifestati anche dai mass
media, con numerosi articoli pubblicati dalla stampa locale e diversi servizi
video trasmessi sia dalle TV locali che dal TG regionale della RAI.Cinque proiezioni in quattro giorni, a Partinico, San Cipirello, Palermo, Sciacca e Castelvetrano. Un piccolo “tour de force” per la Fondazione Argentina Altobelli, in giro per la Sicilia a presentare il concorso “Portella, i braccianti, la memoria”, rivolto agli studenti degli istituti superiori siciliani e a proiettare il docu-film “Una strage ignorata” che ripercorre le tristi vicende di circa 50 braccianti e sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia in Sicilia, negli anni 1944-48 perché lottavano per dare la terra ai contadini, così come previsto dalla legge. Ma, insieme agli istituti scolastici, il docu-film è stato proiettato anche nella sede di Libera a Palermo, in piazza Castelnuovo, in uno dei tanti beni (un esercizio commerciale) sequestrati alla mafia e affidati ad associazioni e cooperative. Complessivamente alle cinque proiezioni hanno assistito circa 800 persone, di cui 600 studenti.
Insieme a studenti, insegnanti e dirigenti, tante le personalità incontrate,
prime fra tutti i parenti delle vittime della strage ignorata, che sono stati
anche i protagonisti del docu-film e che hanno parlato con gli studenti:
Antonella Azoti, Francesco Lo
Iacono, Placido Rizzotto, Nicolò Miraglia e
Maurizio Casarrubea. E insieme a loro giriamo per
le scuole insieme agli autori del libro “Una strage ignorata” Pierluigi Basile e
Dino Paternostro e
ai segretari territoriali della Uila, Caterina Provenza, Antonio Pensabene,
Giuseppe La Bua, Gero Acquisto e
Tommaso Macaddino. Ma andiamo con ordine.
La prima proiezione si è svolta a Partinico, il 25 gennaio, presso l’Istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa. E qui la prima sorpresa: l’evento è stato preceduto dalla performance di Bruno Bonadonna, marito della dirigente scolastica dell’Istituto Laura Giammona, che ha eseguito, accompagnandosi con la chitarra e un cartellone pieno di immagini, il “lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali”, scritto da Ignazio Buttitta e musicato da Ciccio Busacca, un testo molto celebre in Sicilia che narra la storia di Salvatore Carnevale, bracciante e sindacalista socialista di Sciara (Pa) assassinato dalla mafia nel 1955. Tra il pubblico anche Pino Gagliano, Segretario della camera del lavoro di Partinico.
Nel pomeriggio ci spostiamo a Palermo nella sede di Libera dove incontriamo altre vittime delle mafie e altre personalità ed esponenti della società civile. A fare gli onori di casa ci sono Lillo Gangi, coordinatore provinciale di Libera insieme a Chiara Cannella e Davide Mancuso in rappresentanza del centro Pio La Torre. Ma ci sono anche Augusta e Vincenzo Agostino, genitori di Antonino, agente di polizia ucciso insieme alla moglie Ida nel 1989 in circostanze ancora mai chiarite. Da allora, il padre Vincenzo non si taglia più né barba né capelli fin quando non si saprà chi e perché ha ucciso suo figlio. Incontriamo poi Maria Badalamenti, figlia di Silvio, a sua volte nipote di Don Tano Badalamenti, completamente estraneo alla mafia ma che venne ucciso nel 1984 per vendetta trasversale. Maria aveva allora 9 anni e la sua vita venne sconvolta. Non ha mai voluto lasciare la Sicilia e oggi ha scritto un libro “Sono nata Badalamenti” per raccontare la sua storia, vissuta in solitudine e schiacciata sotto il peso del suo nome. E sempre nella sede di Libera, incontriamo anche Pasquale Scimeca, regista del film Placido Rizzotto, Annamaria Nicosia, figlia di Mario testimone oculare della strage di Portella della Ginestra, protagonista del docu-film ma poi scomparso nel 2016; Isabella Giannola, amministratore giudiziario dei beni sequestrati al “gruppo Rappa” che ci chiede di poter trasmettere il docu-film su una rete televisiva, anch’essa sequestrata ai Rappa.
Il giorno dopo ci spostiamo a San Cipirello, presso l’Istituto Basile dove, insieme alla dirigente Concetta Giannino, ci attende un gruppo di studenti molto preparati con i quali si sviluppa un confronto molto intenso.
La prima proiezione si è svolta a Partinico, il 25 gennaio, presso l’Istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa. E qui la prima sorpresa: l’evento è stato preceduto dalla performance di Bruno Bonadonna, marito della dirigente scolastica dell’Istituto Laura Giammona, che ha eseguito, accompagnandosi con la chitarra e un cartellone pieno di immagini, il “lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali”, scritto da Ignazio Buttitta e musicato da Ciccio Busacca, un testo molto celebre in Sicilia che narra la storia di Salvatore Carnevale, bracciante e sindacalista socialista di Sciara (Pa) assassinato dalla mafia nel 1955. Tra il pubblico anche Pino Gagliano, Segretario della camera del lavoro di Partinico.
Nel pomeriggio ci spostiamo a Palermo nella sede di Libera dove incontriamo altre vittime delle mafie e altre personalità ed esponenti della società civile. A fare gli onori di casa ci sono Lillo Gangi, coordinatore provinciale di Libera insieme a Chiara Cannella e Davide Mancuso in rappresentanza del centro Pio La Torre. Ma ci sono anche Augusta e Vincenzo Agostino, genitori di Antonino, agente di polizia ucciso insieme alla moglie Ida nel 1989 in circostanze ancora mai chiarite. Da allora, il padre Vincenzo non si taglia più né barba né capelli fin quando non si saprà chi e perché ha ucciso suo figlio. Incontriamo poi Maria Badalamenti, figlia di Silvio, a sua volte nipote di Don Tano Badalamenti, completamente estraneo alla mafia ma che venne ucciso nel 1984 per vendetta trasversale. Maria aveva allora 9 anni e la sua vita venne sconvolta. Non ha mai voluto lasciare la Sicilia e oggi ha scritto un libro “Sono nata Badalamenti” per raccontare la sua storia, vissuta in solitudine e schiacciata sotto il peso del suo nome. E sempre nella sede di Libera, incontriamo anche Pasquale Scimeca, regista del film Placido Rizzotto, Annamaria Nicosia, figlia di Mario testimone oculare della strage di Portella della Ginestra, protagonista del docu-film ma poi scomparso nel 2016; Isabella Giannola, amministratore giudiziario dei beni sequestrati al “gruppo Rappa” che ci chiede di poter trasmettere il docu-film su una rete televisiva, anch’essa sequestrata ai Rappa.
Il giorno dopo ci spostiamo a San Cipirello, presso l’Istituto Basile dove, insieme alla dirigente Concetta Giannino, ci attende un gruppo di studenti molto preparati con i quali si sviluppa un confronto molto intenso.
Il 30 gennaio
siamo a Sciacca, presso l’Istituto Tommaso Fazzello, dove la proiezione è stata
organizzata dalla scuola insieme alla Fondazione Accursio Miraglia. Qui, ad
attenderci ci sono il sindaco di Sciacca Francesca Valenti e
la dirigente scolastica Giovanna Pisano. Con noi c’è
anche Nino Indelicato, presidente della Copagri di
Agrigento.
Ultima tappa a Castelvetrano, all’Istituto Cipolla. E anche qui
un’altra sorpresa per chiudere in bellezza il nostro tour. Di fronte a un
nutrito e qualificato pubblico, composto da oltre 200 studenti, i parenti delle
vittime, i rappresentanti locali delle forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri
e Guardia di Finanza) e i segretari regionale e provinciale della Uil, Pietro Lodico ed
Eugenio Tumbarello, la dirigente scolastica
Gaetana Maria Barresi ha pensato bene di far
osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime della “strage
ignorata” e di chiamare un ex studente dell’istituto appassionato di musica,
Giuseppe D'Alberti, che ha suonato, appunto “il silenzio” con la sua tromba…
Un emozione fortissima per tutti consumata in un’aula magna bellissima arredata con grandi e significativi dipinti. Poi tutti in silenzio a vedere il docu-film…
Un emozione fortissima per tutti consumata in un’aula magna bellissima arredata con grandi e significativi dipinti. Poi tutti in silenzio a vedere il docu-film…
www.lavoroitalianoagroalimentare.eu/
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