Il racconto. La vita a ostacoli. Mille disagi dal teatro al megastore Ostruito pure
l’ingresso dell’ospedale
PATRIZIA GARIFFO
Chi ha visto il film di Ficarra e Picone, “L’ora legale”, si ricorderà
sicuramente l’esilarante scena in cui Salvo Ficarra occupa sistematicamente il
posto auto riservato a un suo concittadino disabile. Una scena molto
divertente, infatti ho riso tanto anche io, ma quando episodi come questo
accadono nella realtà non si ride più così tanto, anzi diventa tutto
molto sgradevole e faticoso. In genere, chi occupa il posto di cui, per
sua fortuna, non ha bisogno, non ha la sfrontatezza esibita dal simpatico attore
ma il fastidio che provoca è lo stesso.
Provate a immaginare di volere andare al teatro, al cinema o al centro
commerciale e di essere tranquilli perché sapete che ci sono dei posti
riservati a chi, come voi, ha difficoltà a camminare, a fare anche pochi metri.
Arrivati, però, vi rendete conto che questi posti sono occupati. Presi non
da chi ha le vostre stesse difficoltà, ma da chi quei pochi metri li può fare
facilmente. Lo stesso problema si presenta, poi, davanti casa dove, chi è
disabile, molte volte, non ha la possibilità di parcheggiare, pur essendoci dei
posti H.
E quando invece ha la possibilità di farlo, c’è chi pensa bene di
posteggiare in doppia fila, impedendo al malcapitato di uscire. Se fosse un
film, questi “bravi automobilisti” sarebbero ancora più spassosi dello
scanzonato Salvo Ficarra.
Purtroppo, però, nella realtà di tutti i giorni ci si diverte poco, visto
che i “bravi automobilisti” sono tanti e si esibiscono in incredibili
performance. Oltre ai posteggi H, un altro loro punto forte sono gli scivoli
dei marciapiedi, che vengono sistematicamente occupati, come se la loro
funzione fosse solo quella. Come dovrebbe essere chiaro, ma evidentemente non
lo è per tutti, gli scivoli servono ad agevolare le persone sulla sedia a
rotelle o che hanno difficoltà a camminare, ma anche le mamme con i passeggini.
Nella loro incivile inconsapevolezza, i “bravi automobilisti”
occupano interamente lo scivolo, senza curarsi della sua effettiva
funzione, credendo pure di avere senso civico, perché non posteggiano in doppia
fila e nemmeno in mezzo alla strada.
Come ha fatto, qualche mattina fa, il tizio che, con la sua auto, ha
coperto del tutto lo scivolo del marciapiede dell’ingresso dell’ospedale
“Cervello”.
Questo eccellente automobilista ha tenuto la sua macchina là per almeno
un’ora e mezza, come se non ci fosse niente di strano, come se quello scivolo
non servisse a nessuno, ma solo a lui.
Ciò, ovviamente, ha causato non pochi inconvenienti a chi, come me, doveva
salire sul marciapiede, costringendolo a cercare un altro accesso. Ci sono,
poi, alcuni “bravi automobilisti” che si sforzano di uscire dal loro
status di inciviltà e, così, pensano di creare meno problemi, occupando solo
una porzione di scivolo. Mi capita spesso di vedere scene di questo tipo e,
ahimè, non solo a Palermo e in Sicilia, ma in diverse parti d’Italia.
L’ignoranza non fa differenze di latitudine. Queste persone sono convinte di
parcheggiare l’automobile in modo corretto, ma non capiscono o, con più
probabilità, fanno finta di non capire che se lo scivolo ha quelle dimensioni
un motivo c’è.
Se chi è in carrozzina deve fare innumerevoli manovre per salire sul
marciapiede, perché lo spazio dello scivolo si è ridotto a causa di una
macchina, la situazione si complica e l’accesso facilitato diventa inutile.
Chi parcheggia in questo modo, però, non si sente affatto in torto,
infatti, se glielo fai notare, ti guarda con aria candida e serena, come chi
non ha fatto nulla di sbagliato. In fondo mezzo scivolo era libero, non
bastava?
No, “bravi automobilisti”, non basta ed è bene che lo capiate, considerando
pure che, purtroppo, ancora troppo pochi vigili ve lo spiegano.
La
Repubblica Palermo, 9 febbraio 2018
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