L'intervento di Mario Ridulfo |
di MARIO RIDULFO
Pubblichiamo l'introduzione di Mario Ridulfo al seminario sul nuovo codice
antimafia, svoltosi a Palermo il 20 febbraio 2018, nella sala "R. Garibaldi Bosco" della Camera del Lavoro. Ridulfo è componente della segreteria della Cgil di Palermo, responsabile delle politiche della legalità e della sicurezza
(Il seminario è stato coordinato da Mimma Argurio, della segreteria regionale Cgil
Sicilia. Sono intervenuti: Mario Ridulfo, segretario Cgil Palermo, Dino
Paternostro, responsabile Dipartimento Legalità Cgil Palermo, Luciano
Silvestri, responsabile Legalità Cgil nazionale, Riccardo Polizzi, responsabile
cda Calcestruzzi Belice, Costantino Visconti, ordinario di Diritto penale
(Dems) Università di Palermo. Ha concluso Enzo Campo, segretario generale Cgil
Palermo).
I
beni sequestrati e confiscati alla mafia non sono solamente di interesse
giudiziario e/o di ordine pubblico. Aggredire il patrimonio mafioso e riportarlo
nelle mani dei cittadini assume il profondo significato di rafforzare
l’immagine dello Stato, specialmente in quei territori, come quello
palermitano, dove il degrado ha creato una sfiducia nei confronti delle istituzioni.
La destinazione degli stessi beni a fini
sociali mira a restituire alla collettività quei patrimoni che sono stati
costruiti in modo illecito, puntando allo
stesso tempo, ad una crescita economica e sociale del contesto territoriale in
cui questi beni sono inseriti.
Dentro la questione dei beni sequestrati e
confiscati c’è il dato Palermo, qui si concentrano il 43% delle confische d’Italia,
e in una percentuale altissima (90%), le confische di aziende si concludono con
la “chiusura”.
Gli esiti negativi alimentano, così come la
vicenda Saguto, il solito “refrain” ……rendendo più complicato l’obiettivo
comune:
1) liberare il lavoro dalla mafia;
2) liberare i beni e le aziende dagli
appetiti e dalle consorterie varie.
Il ruolo del sindacato in ambedue le azioni
resta fondamentale:
1) Lo è quando l’azienda viene sequestrata,
sia se il sindacato aveva/non aveva o ha iscritti;
2) lo è a maggior ragione perché il sindacato
assume il compito di portare a successo l’azione dello stato nella lotta alla
mafia.
A Palermo, negli anni abbiamo sviluppato una
esperienza unica nelle tante esperienze che ci hanno visto impegnati, anche in
rapporto con i tanti amministratori giudiziari, con l’agenzia, con la
prefettura e con il tribunale.
La nuova norma rappresenta una tappa
importante, una esperienza di partecipazione civile. Una esperienza collettiva
e militante che ha messo al centro l’interesse generale.
Certo restano differenze con quanto richiesto
nella proposta di legge di iniziativa popolare, ad esempio a differenza di
quanto richiesto l’anbsc resta sotto la vigilanza del ministero dell’interno,
anche se il direttore non dovrà essere necessariamente un prefetto.
La nuova legge assegna alle prefetture il
compito di istituire tavoli territoriali che coinvolgono le parti sociali. Uno strumento di partecipazione che chiediamo
venga formalizzato al più presto.
Nella nuova impostazione i limiti della anbsc sono evidenti, certo non è un
rafforzamento delle funzioni e del ruolo:
L’abnsc
esce ridimensionata dalla riforma, anche se all’art.29 se ne prevede un
potenziamento della struttura quanto a mezzi e risorse.
Sul piano delle competenze “processuali” si
registra una riduzione delle funzioni:
1)
Spoliazione
del compito di designare gli amministratori
2)
Arretramento
della sua presa in carico della gestione dei beni successiva alla confisca di
primo grado
3)
Presa
in carico del bene solo successivamente alla confisca di secondo grado.
4)
Solo
supporto e ausilio e ausilio entro la confisca di secondo grado a rendere
possibile l’assegnazione provvisoria dei beni immobili e delle aziende, la cui
valutazione finale spetta al giudice.
Dunque l’agenzia coadiuva, l’autorità
giudiziaria per organizzare la gestione provvisoria. L’agenzia subentra solo
dopo il 2° di giudizio.
In questa fase l’amministratore, nominato sempre dal tribunale assume più di prima
un ruolo fondamentale.
Se la relazione dell’amministratore conferma
che l’azienda non può stare sul mercato, l’azienda va liquidata.
Attorno alla figura dell’amministratore la
nuova norma prevede indicazioni più precise.
Intanto si amplia la platea dalla quale
attingere, si limitano il numero degli incarichi, si stabiliscono i casi di
conflitti di interesse, si stabilisce la rotazione degli incarichi.
Si estende agli amministratori e ai loro
coadiutori il regime di limitazione della responsabilità patrimoniale previsto
per i giudici. Sono esentati, fatti salvi i casi di dolo e colpa grave da
responsabilità civile e il coadiutore per gli atti di gestione compiuti nel
periodo del sequestro.
Il tribunale può nominare più amministratori
giudiziari che operano disgiuntamente e che contemporaneamente operano in
collegio.
L’amministratore deve essere scelto tra gli
iscritti all’albo nazionale, tale scelta deve avvenire secondo criteri di
trasparenza, si demanda ad apposito decreto del ministero di grazia e
giustizia, ma nulla vieta nelle more di adeguarsi alle linee guida del nuovo
codice.
Dunque si rafforza l’azione e il rapporto tra
misure di prevenzione e amministratore.
Si riducono nel numero i tribunali sedi della misura di prevenzione:
Da 129 a 26, coincidenti con i distretti,
aumentando così le specializzazioni.
Il tribunale attraverso l’amministratore non
deve solo amministrare bene l’azienda, ma deve anche programmare, fin dal
sequestro, la destinazione finale.
In questa fase i beni, l’azienda può essere
affidata, anche agli stessi lavoratori o anche ad imprenditori.
(ad oggi i beni assegnati sono il 25%, mentre
le aziende destinate sono solo il 10%)
Dunque assumono maggiore rilevanza il ruolo e
le funzioni, da un lato dell’amministratore e dall’altro del sindacato, perché:
- se
l’azienda non ha possibilità di sopravvivere, l’amministratore a norma dell’art.4
fa lo screening, ascolta le rappresentanze sindacali, oppure su
richiesta delle OO.SS. relaziona al tavolo provinciale in Prefettura,
che diventa il luogo fondamentale, più della anbsc in cui i margini di
interlocuzione sono ridotti, ma non interrotti (infatti presso l’abnsc è
previsto un comitato consultivo di indirizzo, composto da ministeri, regioni,
comuni, associazioni del terzo settore e OO.SS.).
Naturalmente siamo davanti ad una nuova norma
che avrà bisogno di alcuni provvedimenti e di un periodo di rodaggio.
Con degli appositi decreti delegati il
governo deve intervenire sui criteri di nomina degli amministratori e dei
collaboratori ( + rotazione, divieto di cumulo, etc..)
Entro 4 mesi deve emanare un decreto
legislativo sul tema degli amministratori .
La vigilanza sugli amministratori è demandata
al presidente della corte di appello. Già è formato l’albo degli
amministratori.
Anche i dipendenti della anbsc possono essere
nominati ed in casi eccezionali i dipendenti di Invitalia (senza indennità
aggiuntive).
Momento importante per l’amministratore è
rendicontare nei sei mesi successivi il progetto di impresa. Questa diventa una
scelta strategica per l’azienda (se non è una scatola vuota), tra la
liquidazione ed il proseguimento.
Altro tema per cui il governo è chiamato ad
emanare un decreto delegato entro 4 mesi (dal 19 nov. 2017) , è quello degli
ammortizzatori sociali.
Occorre fare una ricognizione normativa sugli
incentivi, sulle misure di sostegno, ed è prevista la regolarizzazione dei
rapporti di lavoro, previo sempre un “programma di prosecuzione di impresa”.
Una attenzione particolare viene destinata ai
creditori, purchè siano in buona fede e strumentali (utili) alla continuità
aziendale.
Per quanto riguarda le risorse, è stato
disposto un fondo di rotazione con una disponibilità finanziaria di 10 mln di
€.
L’art.34 dà delega al ministero del lavoro ad
adottare (entro 4 mesi) un decreto legislativo per appunto avere disposizioni
che favoriscano l’emersione del lavoro irregolare, il contrasto
dell’intermediazione illecita, dello sfruttamento e anche per l’accesso
all’integrazione salariale e agli ammortizzatori sociali
(7 mln€ all’anno nel 2018/2019; 6 mln€ nel
2019 a valere del Fondo sociale e occupaz. ).
La legge stabilisce che presso l’inps si
debba attivare apposito confronto sindacale e deve essere data comunicazione al
Prefetto.
Per quanto riguarda la questione della sede
della agenzia il ministero deve fare un
decreto.
Nella legge di bilancio di previsione, 205
del 27/12/17 al comma 1 si stabilisce, fino all’adeguamento della dotazione
organica, la quota non superiore a 100 unità di personale non dirigenziale
(appartenenti alle pubbliche amministrazioni) e di 20 unità in posizione di comando (delle forze di
polizia) , posti in comando o distacco con oneri a carico delle amministrazioni
di appartenenza e successivo rimborso della anbsc dei solo oneri relativi al
trattamento accessorio.
L’anbsc ha autonomia amministrativa e
contabile e ancorchè è stabilito che ha sede centrale a Roma e secondaria a
Reggio C., è possibile che uffici distaccati restino nelle attuali sedi (così
come è stato confermato dal comma 292 della legge 205/2017)
Naturalmente siamo in questo, in presenza di
un unicum legislativo in Europa, anche con le forti limitazioni dell’ultimo
minuto come forma di mediazione attorno alla mancata equiparazione
mafiosi/corrotti, la quale si applica solo in caso di associazione a delinquere
a danno della P.A.
Infine solo un richiamo ad un nuovo istituto
giudiziario previsto dalla riforma, cioè il controllo giudiziario delle
aziende.
Un intervento anche d’ufficio del tribunale
per prevenire il pericolo di infiltrazioni mafiose attraverso la nomina di un
amministratore giudiziario.
Un intevento di bonifica che può durare sino
a tre anni.
Effetti positivi:
- esempio la revoca dell’interdittiva
antimafia,
- effetti negativi: appesantimento in termini
economici e di competitività.
Palermo, 20 febb. 2018
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