Isabella Napoli
Fra i banchi studenti dallo Sri Lanka, dal Brasile o dalla Russia. “ Ora
riusciamo a leggere nella lingua del Paese che ci ospita”
Jonh Eze, nigeriano, aiuto cuoco in un ristorante cinese a Palermo, dove
presta servizio assieme alcuni palermitani, prima di andare al lavoro, fa un
ripasso di alcune frasi che gli servono ai fornelli. « Quando sono arrivato a
Palermo sei anni fa — racconta — parlavo solo inglese, ora comprendo
l’italiano, riesco anche a leggere e posso comunicare con i miei colleghi».
Jonh è uno degli studenti, una quarantina in tutto, che seguono il corso
gratuito di lingua italiana per extracomunitari, nell’ambito del
progetto “ Accoglienza e alfabetizzazione” promosso da 16 Rotary, capofila
il Rotary Palermo Sud, presieduto da Roberto Lo Nigro, con la collaborazione
dei Club Inner Wheel e Lions. Il corso è alla sua settima edizione.
Il primo corso fu attivato nel 2011 dal governatore del distretto Sicilia-
Malta Concetto Lombardo, da Francesca Adele Di Sparti Cera, allora presidente
del Rotary Palermo Parco delle Madonie. «Il progetto è giunto al suo settimo
anno — dice Di Sparti Cera — e attualmente abbiamo 40 iscritti da tutto il
mondo, da Sri Lanka, Bangladesh, Marocco, Brasile, Russia. Per ogni migrante
esprimersi nella lingua del paese che lo accoglie significa dare visibilità,
dignità e valore a se stesso e alle proprie qualità. Offriamo anche consulenza
per l’avvio all’attività lavorativa, assistenza sanitaria e legale. E
molti si integrano: due nostri ex studenti rumeni che lavorano a Palermo come
guide turistiche».
Il dirigente scolastico dell’Istituto Platone Pier Luigi Aurea ha concesso
l’utilizzo delle aule. Le lezioni si svolgono il martedì e il giovedì dalle 17
alle 19 nella sede di via Salvatore Bono 21 e andranno avanti fino a giugno. «È
molto bello — commenta — vedere come persone che provengono da tante culture
diverse si integrano tra di loro. A fine corso, gli studenti organizzano una
bellissima festa con specialità culinarie delle loro terre d’origine».
Le lezioni sono tenute da quattro mediatori culturali, una palermitana, due
rumene e una marocchina. Fatima Chaif è una di loro. «Ormai — dice — viviamo in
una società multietnica. La prima fase è l’insegnamento base della lingua
che è il primo scoglio, e poi li aiutiamo anche presentarsi in maniera efficace
sul lavoro».
Vincenza Baiamonte, un’altra mediatrice, aggiunge: « Facciamo alcuni test
per capire il livello di conoscenza della lingua. A chi ha già una conoscenza
minima, impartiamo nozioni di grammatica » . Tra i banchi del Platone, c’è
anche una coppia brasiliana, Vivianne de Fatima Rayzel e il marito Leandro Andreatta
Vielgosz. Parlano poco italiano ma si fanno capire. « Siamo arrivati a Palermo
da quattro settimane — dice Vivianne — speriamo di rimanere e trovare lavoro in
una palestra. Mio marito è insegnante di educazione fisica » . Ai corsisti,
alla fine delle lezioni, viene rilasciato un attestato di frequenza.
La Repubblica Palermo, 23 febbraio 2018
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