ROMINA MARCECA
Ha sventato il furto di un ciclomotore facendo
arrestare il ladro “Spero che l’Italia mi ospiti e mi dia la possibilità di un
lavoro regolare”
Peter Moses aveva fatto perdere le sue tracce dopo il gesto eroico. Per un
attimo, ma solo per un attimo, aveva temuto di essere rimpatriato. Perché Peter Moses del Ghana è un extracomunitario irregolare sul
territorio italiano. Adesso dice: «Non ho paura di essere rimpatriato ma chiedo
allo Stato italiano di concedermi un permesso di soggiorno. Vorrei avere un
lavoro regolare».
A suo carico ci sono diversi decreti di espulsione. Lui è tornato in
questura col suo avvocato, Gabriele Lipani, per comunicare il suo indirizzo e
rendersi disponibile. L’ufficio immigrazione sta valutando la sua posizione. Di
norma dovrebbe essere rimpatriato.
Ma adesso lo Stato dovrà riflettere sulla posizione di questo trentottenne.
Perché?
Perché Peter Moses ha permesso l’arresto di un ladro di moto. Gli si è
lanciato contro quando si è reso conto che stava rubando e poi ha inseguito
anche il suo complice ma senza fortuna. Il ladro, Benedetto Petrone, del Borgo,
è stato arrestato dalla polizia proprio grazie all’intervento del ghanese.
Sabato in via Nunzio Gallo è andato di scena il coraggio di questo uomo che
per vivere fa il collaboratore domestico. Di quei momenti Peter ha un ricordo
nitido: «Ho visto quella scena mentre andavo a lavorare, li ho visti prima fare
tre giri del palazzo, poi fermarsi e rompere il blocca sterzo di una moto.
Appena ho visto uno dei due salirci a bordo li ho inseguiti su via Isidoro
La Lumia. Loro sono caduti con le moto e allora sono riuscito a bloccare uno
dei due. Subito dopo è arrivata la polizia».
Subito dopo l’atto eroico però di Peter Moses la polizia, che lo ha
ringraziato per la sua collaborazione, aveva perso le tracce. Poco dopo si era
scoperto che Moses è un extracomunitario arrivato in modo irregolare. «Sono in
Italia dal 2004, sono un “clandestino” – spiega lui – e la mia famiglia è
rimasta in patria. Ma adesso sogno per me un futuro diverso. È qui che
voglio rimanere e essere un cittadino come tutti gli altri».
Nel 2004 Peter Moses arrivò a bordo di un barcone della speranza e affrontò
il mare per riuscire a toccare le coste siciliane. Da quel momento è
diventato un richiedente asilo ma senza buon esito. E così si sono succeduti i
decreti di espulsione ai quali lui non ha dato alcun seguito.
Il pomeriggio di sabato scorso Peter non ha avuto paura: «Certo che no.
Sono un uomo libero e quello che ho fatto è giusto perché non si può assistere
a fatti del genere senza fare nulla».
Un eroe per caso che adesso non sa come gli finirà. «Lavoro con un mio
amico come collaboratore domestico in alcune case, non ho paura dei ladri che
ho bloccato. Non mi preoccupo di possibili aggressioni», dice lui. Adesso Peter
Moses spera che per lui arrivi un permesso di soggiorno anche per motivi di
giustizia. «È più probabile – spiega l’avvocato Gabriele Lipani – che possa
essere concesso un permesso di soggiorno umanitario, cioè perché Moses ha
dimostrato di sapersi inserire, col suo atteggiamento, nel tessuto sociale».
La Repubblica Palermo, 21 febbraio 2018
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