CALOGERO RIDULFO
Vorrei invitare il signor Pier Giuseppe Sciortino ad esimersi dal definire “pandemonio” il dibattito accesosi sui social sul tema dell’intitolazione dell’auditorium dell’ex chiesa sant’Andrea al giudice Ugo Triolo, ucciso dalla mafia corleonese. Io non sono un frequentatore dei social, quel che di significativo circola lo apprendo per interposta persona; e mi sono convinto, che nel merito, al “pandemonio”, come lo definisce Sciortino, sono interessati pochi soggetti, purtroppo; la maggior parte della gente, a Corleone, si dimostra indifferente ai temi importanti. Conosco quasi tutti questi “pandemoniosi” (chiedo scusa per la licenza letteraria), e non mi pare che possano definirsi sobillatori del quieto pensiero, piuttosto persone che pensano, riflettono, hanno un’opinione, esprimono un punto di vista, si interessano ai temi sociali, si confrontano, hanno la consapevolezza che mettere in dubbio determinate scelte non sia esercizio dissacratorio, bensì partecipazione democratica.
Anch’io ho espresso un mio pensiero sul tema al
giornale cittànuove, e non mi sento un portatore d’acqua dell’“ipocrita
dibattito”, assassino di terza generazione del giudice Ugo Triolo che, tengo a
ribadire, è vittima innocente della peggiore barbarie mafiosa. E’ per tutte
queste ragioni che ritengo offensive del democratico pensiero le gravi frasi
scritte dal signor Sciortino quando afferma che il dibattito sulla
toponomastica accesosi sui social è offensivo alla memoria di uomini onesti e
vittime innocenti per mano mafiosa, un tentativo banale di provare banalmente e
malvagiamente la scalata ad un “professionismo dell’antimafia” attraverso i
social. Ma che vuol dire? Parole, le sue, pericolosamente in libertà; non le
capisco. Se può essere così gentile da chiarirle meglio, decriptarle, potrebbe
dare un contributo sereno al dibattito, ripeto … al dibattito … non al
pandemonio: dia un volto alle accuse lanciate, non si limiti semplicemente ad
accusare di reiterato assassinio mafioso tutti quelli che non sono allineati al
suo pensiero. Non esiste il pensiero unico.Vorrei invitare il signor Pier Giuseppe Sciortino ad esimersi dal definire “pandemonio” il dibattito accesosi sui social sul tema dell’intitolazione dell’auditorium dell’ex chiesa sant’Andrea al giudice Ugo Triolo, ucciso dalla mafia corleonese. Io non sono un frequentatore dei social, quel che di significativo circola lo apprendo per interposta persona; e mi sono convinto, che nel merito, al “pandemonio”, come lo definisce Sciortino, sono interessati pochi soggetti, purtroppo; la maggior parte della gente, a Corleone, si dimostra indifferente ai temi importanti. Conosco quasi tutti questi “pandemoniosi” (chiedo scusa per la licenza letteraria), e non mi pare che possano definirsi sobillatori del quieto pensiero, piuttosto persone che pensano, riflettono, hanno un’opinione, esprimono un punto di vista, si interessano ai temi sociali, si confrontano, hanno la consapevolezza che mettere in dubbio determinate scelte non sia esercizio dissacratorio, bensì partecipazione democratica.
Calogero Ridulfo
Corleone, 08/02/2018
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