Pubblichiamo l'intervento di Nino Rocca e Giovanni La Fiura al Seminario sulla legge n.161/2017, organizzato lo scorso 20 febbraio dalla Cgil di Palermo, che costituisce un interessante focus sulla mafia nigeriana.
NINO ROCCA
GIOVANNI LA FIURA
GIOVANNI LA FIURA
Che
la Black Axe sia una organizzazione di stampo mafioso è già sancito dai
processi di Torino e di Brescia nei tre gradi di giudizio compresa la Cassazione (vedi
sentenza del 5-5-10 non è contestabile il giudizio in fatto che i due gruppi
oggetto di indagine - "Black Axe" ed "Eiye” si
caratterizzassero, per la loro struttura e nelle modalità operative, in maniera
corrispondente ai requisiti previsti dall'art. 19 416 bis c.p., -
forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo; -
condizione di assoggettamento ed omertà che ne consegue; -
gestione e controllo delle attività economiche; -
il tutto commettendo delitti finalizzati agli intenti comuni, in particolare
diretti a conservare e rafforzare l'imposto predominio socio-territoriale
(ambientale) e, con ciò, la vitalità dell'associazione stessa).
L'organizzazione
prevede come le nostre mafie dall'eredità ottocentesca, rituali, saluti
simbolici, nomi segreti, manierismi nell'abbigliamento e nella gestualità, e in
più una serie di feste e meetings di carattere locale e nazionale, con una
scansione che non si cura eccessivamente di nascondersi.
Che
la Black Axe tragga i suoi profitti dalla prostituzione e dal traffico di droga
è appurato dal suddetto processo.
Basta
uno sguardo sommario alle motivazioni del rinvio a giudizio nell'odierno
processo di Palermo per capire che ci troviamo di fronte a un'organizzazione
assai complessa, ramificata, e sofisticata a livello nazionale e si può ben
dire mondiale:
….....................
(gli
imputati principali)
per avere fatto parte dell'organizzazione mafiosa
nigeriana Black Axe, promuovendone, dirigendone ed organizzandone (art, ; 416
bis, commi II, III, IV, VII) le relative illecite attività in concorso e
unitamente ad altre numerose persone, allo stato non ancora identificate,... e
per essersi, insieme, avvalsi della forza di intimidazione del vincolo
associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà
che ne deriva, per commettere delitti contro la vita, l'incolumità individuale,
la libertà personale, il patrimonio, per acquisire in modo diretto o indiretto
la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche (ad esempio
attività illecite di riscossione crediti o di sfruttamento e controllo della
prostituzione e del traffico di stupefacenti), per realizzare profitti e
vantaggi ingiusti per sé e gli altri ed in particolare:
(un
altro era imputato), per avere assunto
sino all'agosto 2014 il ruolo di Chama Black Axe (terza carica formale
della associazione a livello nazionale), ossia di Presidente del Consiglio
costituito dagli Epa, membri saggi della organizzazione,
competente a decidere tutte le questioni di maggior rilievo del sodalizio; e
poi per aver successivamente assunto il ruolo di Head della Zone (prima
carica formale della associazione a livello nazionale), ossia di vertice
supremo della articolazione nazionale del sodalizio, operando in costante contatto con il vertice nigeriano (che ne autorizza
la nomina) e con i membri più autorevoli delle altre articolazioni nazionali
europee e mondiali; e per aver interloquito, con ruolo organizzativo e
direttivo, con i membri di spicco dei Forum stanziati nelle città italiane (ad
esempio Forum di Palermo, Napoli, Castelvolturno, Verona); per aver curato le
nuove affiliazioni di membri, dalle fasi preliminari sino al "battesimo"
formalizzato al termine di un complesso cerimoniale; per aver
disciplinato e diretto, mediante continuo scambio di informazioni con i
soggetti interessati e con il "Ministro della Difesa" (quarta carica
formale della Black Axe nazionale), le attività volte alla verifica dei
presupposti per eseguire atti di punizione nei confronti dei membri non
rispettosi delle regole del sodalizio; organizzando incontri nazionali e locali
per la risoluzione di problematiche comuni; svolgendo funzioni direttive per
l'organizzazione e la programmazione dei gravi delitti della consorteria,
contribuendo a delineare le linee strategiche dell'operato di tale
associazione mafiosa; per aver fruito della protezione di affiliati del
sodalizio individuati quali ' Bucha" o picchiatori ossia guardie
personali;
un'altra
figura ancora aveva ottenuto la riattivazione della Zone Italia, dopo
che i vertici nigeriani la avevano interdetta a seguito degli arresti
avvenuti a Torino nel 2006. Dunque cariche formali, assetto gerarchico
piramidale, postura semi-ufficiale un po' come la Yakuza giapponese.
….......................................................................................
nella
vasta gamma di reati (ricordiamo che i nigeriani sono pionieri nelle frodi
informatiche) non possono mancare quelli di natura finanziaria:
un
altro soggetto esercitava abusivamente nei confronti del pubblico
attività
di intermediazione finanziaria, ed in particolare svolgeva attività di raccolta
abusiva del risparmio e di abusiva intermediazione
nel
cambio monetario, attraverso il sistema denominato 'Euro to Euro", ossia
consentendo, a fronte del pagamento di commissioni, il
trasferimento
di fondi all'estero e in Italia, mediante rapporti fiduciari
di
tipo compensativo che provvedevano ad erogare al destinatario in tempo reale in
Nigeria, una somma equivalente a quella consegnata in Italia, senza passare
così attraverso i canali bancari e finanziari
(in
analogia al sistema hawala islamico).
Ma
nonostante ciò, le ragazze nigeriane costrette alla prostituzione, in regime di
schiavitù, non sono ancora considerate vittime di mafia.
E
le stesse sono regolamentate dall’art. 18 della legge contro la tratta.
Riteniamo
che si debba rivedere la stessa legge in considerazione del fatto che le donne
nigeriane, non solo sono vittime di tratta ma anche di mafia.
Questo
aspetto avrebbe delle importanti conseguenze sul recuper5o e sull’aiuto delle
vittime che spesso, negli ultimi tempi sono prevalentemente minorenni!
La
Blacke Axe è una organizzazione estesa a livello mondiale, come si evince dal
processo in atto a Palermo, essa ha il suo vertice in Nigeria, a Benin City,
dove ci sono i capi a livello mondiale dell’organizzazione, strutturata in
maniera verticistica nelle varie nazioni in cui si trovano, ( Nazioni chiamate
Zone) e nelle varie città delle stesse Nazioni (che si chiamano forum).
A
Palermo essa ha il suo quartiere generale nel quartiere Ballarò, dove esercita
la sua territorialità.
Come
si esercitano i suoi legami a livello mondiale, e quali concrete relazioni vi
siano tra i forum, le zone e i continenti in cui esercitano la loro attività è
ancora da definire.
Quali
rapporti essi abbiano con le mafie locali con la mafia del capo mandamento di
Ballarò, con la Camorra a Napoli con la mafia Giapponese, con la mafia
Colombiana, con le organizzazioni criminali del Sudafrica, e via dicendo
sappiamo qualcosa.
Quanto ci dice la Dia nel rapporto semestrale
del 2016 rispetto a Palermo:
…. Una di queste è la black axe confraternity, composta da
criminali nigeriani ormai stanziali in Italia e dedita alla commissione
di
gravi delitti e che si scontra, anche violentemente, con gruppi rivali. Come
emerso da diverse attività d’indagine,
gli
appartenenti alla “confraternita” hanno creato una delle loro basi in Sicilia,
in particolare a Palermo, con
il
consenso di cosa nostra che, nel caso specifico, avrebbe optato per una
strategia non interventista; le famiglie mafiose,
difatti,
avrebbero mantenuto il controllo delle attività illecite che si svolgono nelle
zone di propria competenza,
limitandosi
ad “imporre la propria protezione” ai traffici appannaggio dei nigeriani.
Dalle
risultanze investigative emerge che 6 soggetti, nigeriani e ghanesi avrebbero
operato per conto della famiglia
della
Noce454.
Rapporto
della DIA 2016 p.202
In
ogni caso ci troviamo di fronte ad una organizzazione molto strutturata e con
un cultural background molto diverso dal nostro, a cominciare da una simbologia
e una liturgia che attinge le sue radici nella cultura religiosa nigeriana.
Non
è un caso che le varie organizzazioni (come Black Axe o Eiye), regolarmente in
conflitto tra di loro, si chiamino 'Cult'.
Peraltro,
a complicare un quadro la cui comprensione non è per niente facile, per
complesse motivazioni storico-politiche i luoghi di incubazione di queste mafie
sono, paradossalmente dal nostro punto di vista, le università, e i movimenti
anticoloniali. Tanto scontata è questa origine che una testimonianza nota quasi
di passaggio che “tutti i nigeriani
conoscono l'esistenza di questi gruppi, formati ... anche da persone non
uscite dall'università”.
[da
un articolo di Umberto Santino su Repubblica Palermo del 9-11-14
Black
Ash è una delle tante confraternite, o gruppi cultisti, sorti in Nigeria negli
ultimi decenni. I Vikings, i Bucaneers, i Mafia, i Black Beret sono filiazioni
dei culti segreti che negli anni ’50 sorsero nelle Università con finalità
culturali e politiche: la formazione di una nuova classe dirigente, il rigetto
del colonialismo e della mentalità da esso indotta, la contestazione del
tribalismo e dell’elitarismo. Il primo gruppo cultista nacque nell’Università
di Ibadan, filiale dell’Università di Londra, nel 1953, e si chiamava
Confraternita dei Pirati; tra i fondatori c’era l’allora studente Wole Soyinka,
che nel 1986 sarà premio Nobel per la letteratura ed è una delle figure più
significative della cultura africana e mondiale. In seguito nacquero altri
gruppi. Negli anni ’80, vari gruppi entrarono in confronto violento tra loro e
nel periodo delle dittature del generale Muhammadu Bahari e di Sani Abacha
alcuni di essi si dedicarono ad attività criminali, utilizzando anche liturgie
animistiche, come i riti woodoo, praticati soprattutto sulle donne per assoggettarle
e costringerle a pagare, con la prostituzione, il debito contratto con il
viaggio e il soggiorno all’estero, vistosamente gonfiato. Con la minaccia di
ritorsioni anche sui parenti se si tenta di liberarsi da una condizione che
riduce il corpo a merce da vendere e da comprare. Insieme alle confraternite
maschili sono nate confraternite femminili come Temple of Eden, Barracuda e
Daughters of Jezebel. E le maman, le donne, spesso provenienti dal marciapiede
e promosse al controllo delle ragazze avviate alla prostituzione, hanno un
ruolo fondamentale nel mercato del sesso e sono delle vere e proprie
imprenditrici criminali. Tutto questo avviene con intese e complicità con
settori professionali e istituzionali.]
[WIKI
- Durante le prime settimane dell'anno accademico,
gli ex-studenti e i membri delle confraternite invadono i campus reclutando
nuovi membri. Le cerimonie di iniziazione comprendono normalmente delle pesanti
percosse, di modo che possa essere testata la resistenza dei nuovi membri, così
come l'ingestione di un liquido miscelato a sangue. Ai maschi sottoposti ad
iniziazione può a volte essere richiesto di essere sottoposti ad una ulteriore
prova prima di diventare membri completi, incluso il violentare una studentessa
popolare o un membro femminile dello staff universitario. Tra le confraternite
femminili delle Jezebels o Amazons, può essere richiesto ai membri potenziali
di essere sottoposte a un rapporto sessuale violento per sei volte di seguito o
di combattere contro un gruppo di donne o un uomo di gran lunga più forte di
loro. ]
Quali
siano i rapporti con la politica nigeriana è ancora da capire.
[WIKI:
Il colpo di stato di Ibrahim Babangida nel 1983
causò grandi tensioni politiche. I leader militari, iniziando negli anni 1980,
iniziarono a vedere le confraternite come una forza che si opponeva ai
sindacati studenteschi e al personale dell'università, che erano gli unici
gruppi organizzati che si opponevano alla regime militare. Alle confraternite
venne di conseguenza dato denaro ed armi che venivano spesso utilizzate in
scontri mortali tra di loro. La sociologa Emeka Akudi ha notato che alcuni vice
rettori delle università hanno protetto le confraternite che erano ritenute
violente e le hanno utilizzate per aggredire gli studenti ritenuti difficili.
Durante questo periodo, all'inizio di ogni attività, le confraternite
introdussero nuovi rituali nell'eseguire le tradizionali pratiche religiose,
inclusi rituali Vodun. ]
[WIKI: Nei primi anni
1990, mentre la fine della Seconda Repubblica si avvicinava, le attività delle
confraternite si allargarono drammaticamente nella regione del Niger Delta e
queste si cimentarono in una lotta sanguinaria per la supremazia. Emerse la
"Family Confraternity" (o "Campus Mafia" o "Mafia"),
che si strutturò su esempio della Mafia italiana. Subito dopo il loro arrivo,
molti studenti vennero espulsi dalla Abia State University per aver copiato e
per attività di "cultismo", un riferimento alle confraternite che
eseguivano pratiche voodoo, cosa che segnò l'inizio del trasferimento delle
attività delle confraternite al di fuori dei campus universitari. Inoltre, il
consolidamento delle attività delle confraternite al di fuori dei campus
nigeriani fu accelerato dalla rinuncia in tutto il paese delle pratiche di
cultismo da parte degli studenti universitari e la dissoluzione dei
tradizionali cult dei campus in come risultato di un'amnistia concessa a tutti
coloro che rinunciavano a pratiche di cultismo da parte del presente governo
democratico. Questo portò a una migrazione degli associati ai cult dai campus
verso i quartieri e strade urbane in quanto i campus non rappresentavano più un
luogo di rifugio. L'incompetenza degli ufficiali governativi e l'inadeguatezza
dei servizi resi disponibili ai servizi di sicurezza dei campus da parte delle
autorità universitarie ha portato alla rinascita di attività di cultismo nei
campus allorché i membri di cult che non potevano essere protetti dalla legge,
sono ritornati all'interno dei loro gruppi per chiedere protezione dai gruppi
rivali che ne avevano scoperto l'identità in seguito alla loro rinuncia di
appartenenza. Questo causò una situazione dove i gruppi cult erano adesso
presenti sia dentro che fuori i campus. ]
[WIKI:
La normale attività criminale dei cult include
l'intimidazione di professori per l'ottenimento di voti alti, incluso
l'incendio della loro macchina o il rapimento per breve periodo dei loro figli.
A partire dagli anni ottanta, le confraternite hanno ucciso persone sospettate
di aver "rubato" la ragazza di un altro membro, o "il proprio
uomo" nel caso di gruppi femminili. I gruppi femminili hanno iniziato a
lavorare come organizzazioni dedite alla prostituzione relativamente presto. La
maggior parte delle confraternite, nel 2005, erano coinvolte in una varietà di
attività criminali redditizie, che vanno dalla rapina a mano armata al
sequestro di persona. I membri dei cult possono anche ricevere denaro da figure
politiche, che intendono intimidire i loro oppositori. Non è chiaro quale sia
il numero di morti causato dalle attività delle confraternite. Una stima del
2002 è che 250 persone siano state uccise in omicidi commessi nei campus nella
decade precedente. Il gruppo lobbista "Exam Ethics Project" ha
stimato che 115 persone tra studenti ed insegnanti siano state uccise tra il
1993 ed il 2003. Tuttavia queste cifre sono insignificanti quando paragonate
alle recenti attività di cult a Benin city, la capitale dello Edo State, nel
2008 e il 2009, con oltre 40 morti al mese ricollegate ad attività dei cult.
Nella
regione del Niger Delta, le confraternite sono coinvolte nel conflitto per il
delta ricco di petrolio. Molti dei cult dei campus sono accusati di aver
sequestrato lavoratori petroliferi stranieri a cambio di riscatto, mentre molti
dei gruppi militanti, come il "Movement for the Emancipation of the Niger
Delta" (MEND), utilizzano membri di confraternite come combattenti; Soboma
George, capo della confraternita urbana "The Outlaws", è anche un
comandante MEND.
I cult presenti nel campus offrono anche opportunità ai loro membri
dopo la laurea. Siccome le confraternite hanno contatti estesi con figure
politiche o militari, essi offrono opportunità legate alla loro eccellente rete
di ex-studenti. La Supreme Vikings Confraternity, per esempio, dichiara con
orgoglio che dodici membri della "Rivers State House of Assembly"
sono membri di cult.]
[Il culto degli Orisha, da cui deriva il Vudù ha forte
connotazioni sincretistiche che si prestano alla diffusione nei più diversi
ambienti.
WIKI-Gli Orisha o Oriscià (noti-anche come Oricha in spagnolo, Òrìsà in
yoruba, Orixá in portoghese) sono semidivinità appartenenti originariamente alla
mitologia dei popoli dell'Africa occidentale Yoruba, Nagò, Je-je, Ketu, ecc, il cui culto si è diffuso a
partire dal XVII
secolo anche
nelle religioni para-sincretiche afroamericane. Nei
culti para-sincretici gli
Orixa sono spesso messi in relazione con i santi cristiani. Dalla tradizione degli Orixa derivano i Loa del Vodun.
Gli orisha furono creati da Olorun, che è
il Dio unico del
popolo Yoruba, per
rappresentare tutti i suoi domini qui nella terra, e quindi con il duplice
scopo di proteggere l'esistenza dei fedeli e di guidarla, attraverso una
elaborata rete di leggende,
norme, racconti mitologici che
caratterizzano le singole divinità, queste ultime paragonabili a quelli dell'Olimpo
greco se non altro per la
manifestazione di vizi e difetti umani.
Nella mitologia vengono menzionati circa 600 divinità primarie, divise in due classi fondamentali, l'una legata al culto dell'elemento celeste l'altra a quello terrestre.
Nella mitologia vengono menzionati circa 600 divinità primarie, divise in due classi fondamentali, l'una legata al culto dell'elemento celeste l'altra a quello terrestre.
Questa
religione ha scavalcato i confini delle terre Yoruba assieme ai deportati
africani e si è diffusa in America, intorno al XVIII
secolomescolandosi sia con i culti
indigeni del continente sia, con elementi della tradizione cattolica, dando vita grazie ad un sincretismo religioso e ad un fenomeno transculturale, a quella
fusione di riti, credenze, pratiche diversificate a seconda del luogo di
formazione e denominate Candomblé in Brasile, Santeria a Cuba, Vudù ad Haiti.
Ogni
Orixa venne mascherato con un santo cattolico, prendendo spunto da una
caratteristica comune in vita, oppure per assomiglianze nelle rappresentazioni
oppure ancora per credenze comuni nei poteri invocati.
Se inizialmente, questa identificazione serviva per camuffare il nuovo culto e preservarlo dalla persecuzione dei dominatori europei, con il passare degli anni si è rafforzata sempre più al punto che i praticanti la Santeria non disdegnano la pratica di riti cattolici.
Se inizialmente, questa identificazione serviva per camuffare il nuovo culto e preservarlo dalla persecuzione dei dominatori europei, con il passare degli anni si è rafforzata sempre più al punto che i praticanti la Santeria non disdegnano la pratica di riti cattolici.
Questa
articolata e variegata forma di spiritualità si è diffusa in un considerevole numero di nazioni, tra le quali annoveriamo: Nigeria, Benin, Togo,Ghana,Brasile, Cuba, Repubblica Dominicana, Guyana, Haiti, Giamaica, Porto
Rico, Suriname, Trinidad
e Tobago, Stati Uniti,
le Indie Orientali, Venezuela.
Gli
orisha, che solitamente in vita erano uomini importanti dotati di potere,
vengono propiziati tramite riti sacrificali, offerte floreali, culinarie che
rispettino i loro gradimenti, e spesso in loro onore vengono praticate danze
ispirate alla loro vita. Gli orisha posseggono i loro fedeli iniziati,
trasferendo su questi ultimi poteri ma anche sintomi caratteristici della
divinità]
[VUDU – Treccani - vudu (anche vodun,
vudun, vodon, vodoun, voudou, voodoo) Termine impiegato per indicare la
tradizione religiosa autoctona specifica delle regioni dell’Africa occidentale
affacciate sul Golfo di Guinea, in particolare l’area compresa fra Costa
d’Avorio e Nigeria meridionali, travasatasi in parte nelle Americhe in seguito
alla tratta
negriera. Il v. non è un sistema religioso
coerente, bensì un insieme variegato di credenze e pratiche le quali tuttavia
condividono una serie di concezioni ed elementi di fondo. Il termine v., che ha
corrispondenze diverse nell’area (obosom fra i gruppi akan di Ghana e Costa d’Avorio; orisha fra gli yoruba ecc.), è impiegato dai gruppi di
lingua fon ed ewe (Benin, Togo, Ghana) per designare generalmente le entità
spirituali al centro delle pratiche cultuali. I v. sono collocati al grado
intermedio della gerarchia sovrannaturale – fra gli dei, gli spiriti inferiori
e gli uomini – e assolvono a un ruolo mediatorio per eccellenza, dando luogo a
una serie di epifanie mondane attraverso l’invasione di elementi o luoghi
naturali (pietre, alberi, corsi d’acqua) o artificiali. Questi ultimi sono
spesso composizioni variegate di materiali inorganici od organici di vario
tipo, raffigurazioni, recipienti, pozioni – detti feticci dagli europei (➔ religioni
tradizionali dell’Africa subsahariana) –
realizzate dai ministranti del culto i quali, scelti dall’entità spirituale
stessa ovvero per incarico istituzionale o per propria iniziativa, gestiscono,
contengono e intermediano la potenza emanata dallo spirito indirizzandola a
finalità di tipo diverso: taumaturgiche, oracolari, o anche stregonesche. Il v.
ha dato luogo storicamente a elaborate istituzioni religiose incentrate su
santuari e collegi sacerdotali, maschili e femminili, ovvero su una presenza
diffusa nella società di gerarchie più o meno formalizzate di praticanti del
culto. La contiguità fra l’espressione religiosa e quella politica è stata più
o meno generale in epoca precoloniale, tuttavia il v. ha sempre esibito aspetti
di sostanziale fluidità e dinamiche trasformative e recettive talmente rapide
da resistere ai tentativi di controllo e regolamentazione messi in atto a più
riprese ad esempio nei grandi regni del Dahomey, dell’Asante, nelle città-Stato
yoruba. La grande emigrazione coatta causata dalla tratta negriera ha
determinato la diffusione delle credenze e delle pratiche del v. (insieme a
quelle delle regioni congolesi e angolane) specialmente in America centrale e
meridionale, con processi variegati di sincretismo e interazione con altre
tradizioni religiose (➔ santeria). Fenomeni analoghi si sono verificati anche in Africa
occidentale, attraverso l’assunzione di elementi cosmogonici, dottrinali e
rituali cristiani e musulmani da parte del v. e, di contro, una sensibile
influenza del v. sulla religiosità cristiana e musulmana. ]
[RITUALI
STREGONESCHI- (Solinas P.G. - Riti magici e
prostituzione nigeriana: l’esperienza di una consulenza antropologica per un
tribunale italiano)
LE
PRATICHE RITUALI ESEGUITE IN NIGERIA, PRIMA DI PARTIRE, PRESSO UN NATIVE DOCTOR
Alcune
giovani donne raccontano di essere state condotte, subito prima di partire,
presso unnative doctor o “stregone” di fronte al quale hanno pronunciato una
sorta di “giuramento-maledizione” con il quale la giovane donna s’impegna a
saldare il “debito” o a non rivelare il nome di chi ha organizzato il suo
viaggio in Europa. Si noti che il ricorso alnative doctor può prescindere
dall’appartenenza etnica o dalla fede religiosa della ragazza.
Nonostante
l’etereogeneità dei resoconti è possibile evidenziare alcune azioni ricorrenti
in più racconti:
–
l’uccisione di un animale, nella fattispecie una gallina, che viene sgozzata
dal native doctore talvolta dalla ragazza stessa, che ne deve mangiare il cuore
(crudo o cotto);
–
l’assunzione di pozioni preparate con polverine o l’assunzione di altri
ingredienti (cola);le parole che accompagnano l’azione rituale, consistenti in
una sorta di giuramento-maledizione pronunciato dal native doctoro dalla
ragazza, con il quale s’impegna la ragazza al pagamento del “debito” e a non
tradire la persona che si occuperà di lei in Italia. Nelle formule si enunciano
anche le conseguenze della eventuale violazione del giuramento: morte, follia o
“contagio”. In alcuni casi la morte della ragazza è esplicitamente
rappresentata dalla bara sulla quale essa viene fatta sdraiare o dalla morte
della gallina.. Talvolta, invece, le parole proferite dal native doctorsi
presentano come una sorta di preghiera finalizzata alla protezione della
ragazza
per il viaggio che deve intraprendere;
–
il prelievo di unghie, capelli, peli pubici o delle ascelle e sangue della
ragazza raccolti in un sacchetto. Per alcune ragazze tuttavia questo prelievo
di sostanze organiche 8 come vedremo, viene effettuato, oppure “completato”, o
“rinnovato” in Italia;
–
la pratica di scarificazioni sul corpo della ragazza con inserimento di
sostanze;
–
il bagno in un fiume; l’aspersione del corpo con preparati liquidi a base
vegetale;l’utilizzo di sculture antropomorfe di argilla o legno.
(...).Occorre
infatti tener presente come in Nigeria, soprattutto in ambito urbano, spesso si
verifichi la presenza simultanea delle diverse tradizioni religiose. Questa
compresenza implica non solo una conoscenza, per quanto approssimativa,
dell’esistenza di pratiche magico-religiose altrui, ma in molti casi anche il
ricorso da parte dello stesso individuo, a prescindere dalla sua religione e in
funzione delle necessità del momento, ai diversi native doctor, ovvero
indovini, guaritori, erboristi, sacerdoti delle divinità tradizionali,
profeti-guaritori cristiani o guaritori islamici.
Come
in altri paesi africani, la religione tradizionale (la cosiddetta religione
“animista”) che oltre a un dio supremo prevede numerose divinità minori, spesso
ben tollera l’inserimento di nuove “divinità” e forme di culto. Questo tipo di
cultura sembra ancora oggi testimoniata dall’attitudine della popolazione al
ricorso agli specialisti rituali. Indovini, guaritori, profeti o sacerdoti
facenti capo a diverse divinità fanno parte di un ventaglio di scelte possibili
di competenze specifiche (proprio come nelle società occidentali accade per i
medici specialisti) più che essere considerati esponenti di fedi tra loro
inconciliabili. In questo contesto si sono innestate le religioni rivelate
(cristianesimo e islamismo) che non sempre, dunque, riescono a imporre fedi
religiose mutuamente esclusive.
(…)
Le pratiche magiche sembrano addirittura avere ricevuto nuovo impulso sotto gli
effetti della colonizzazione e con la globalizzazione, portando alla luce nuovi
aspetti ed implicazioni . Infatti l’influenza del modello occidentale, il
commercio interregionale e internazionale, la presenza di beni di consumo di
derivazione occidentale e il conseguente desiderio di appropriarsi di modelli
in realtà non facilmente accessibili alla maggioranza della popolazione
(acquisizione di posizioni e di beni) sembra provocare una recrudescenza di
pratiche magiche destinate al raggiungimento di obiettivi personali nell’ambito
della vita privata e pubblica.
Appare
evidente, dunque, come l’uso della magia a fini ricattatori e di sfruttamento
economico delle ragazze quale quello praticato dalle madame(o da native doctor
da esse pagati ed operanti in Nigeria) si inserisca pienamente nel contesto
della modernità urbana nigeriana, fortemente competitiva e individualistica.
(…)
Perché allora le ragazze hanno paura dei riti magici nonostante dicano di non
crederci e, nel caso specifico, di essere cattoliche? Bisogna considerare in
primo luogo che la credenza non è qualcosa di definitivo e univoco. Jack Goody,
in L’addomesticamento del pensiero selvaggio, descrive il delicato equilibrio
tra credenza e incredulità nella tradizione orale del Ghana e quella
“consapevolezza delle alternative” che si esprime, ad esempio, nella ricerca
della guarigione presso altari e culti differenti o nella creazione di nuovi
altari. Come abbiamo visto spesso in Africa – e non solo qui – le diverse pratiche
magico-religiose sono compatibili tra loro, a volte considerate come tecniche
differenti a cui rivolgersi a seconda dei casi.
Allo
stesso modo le ragazze nigeriane coinvolte nella tratta sembrano passare da un
registro di credenza all’altro, nonché oscillare dalla credenza allo
scetticismo. Tale oscillazione si spiega anche in virtù del variare del
contesto sociale in cui vivono. Come scrive Lévi-Strauss, l’opinione collettiva
crea un “campo di gravità” che orienta tanto l’attività dello stregone quanto
il suo paziente o vittima, un campo di gravità in seno al quale si definisce la
relazione tra lo stregone e colui che l’ha stregato.Allo stesso modo, possiamo
considerare che le ragazze nigeriane, sottratte al loro ambiente familiare,
portate dal native doctore in seguito, in Italia, minacciate dalla madamee dal
suo entourage mediante il prelievo di sostanze organiche, subiscano l’influenza
dell’opinione collettiva specifica in tali contesti.]
Il
voodoo che da qualche tempo si celebra anche a Palermo, le diverse chiese
catecumenali, frequentate prevalentemente da nigeriani e ghanesi, la comunità
nigeriana a cui è difficile accedere da parte degli autoctoni, ci rendono
difficile comprendere le relazioni che esistono con la mafia locale e con la
stessa popolazione del territorio in cui agiscono.
E’
pertanto legittimo chiedersi in che modo è vissuta la territorialità del gruppo mafioso della
Black Axe con la territorialità della
mafia?
In
altri termini, se dal punto di vista strettamente giuridico vi sono tante
analogie rispetto al paradigma della mafia storica, dal punto di vista
culturale e antropologico riscontriamo radicali differenze.
Capire
quale siano i rapporti tra la mafia locale e la mafia nigeriana non è
certamente facile e costituisce un nodo non indifferente sul piano delle
investigazioni e sul piano della giurisprudenza.
[sempre
da Umberto Santino articolo già citato:
Un
altro problema riguarda l’insediamento di questi gruppi, non solo di nigeriani,
ma anche di altre etnie, come i romeni, in Sicilia e in particolare a Palermo.
Dov’è finita la signoria territoriale della mafia locale, un dominio
tendenzialmente totalitario su tutte le attività, comprese le relazioni
personali?
Finora una
mafia in difficoltà ha convissuto pacificamente con i nuovi gruppi e si dice
che questi fanno i loro affari, probabilmente pagando il pizzo, ma non osano
mettere piede nelle riserve mafiose. Per esempio non eserciterebbero un
controllo sul territorio. Riguardo al traffico di droga risulta dall’inchiesta
Golden Eggs del 2011 che nigeriani, siciliani, tunisini, ghanesi, con la
collaborazione di persone “insospettabili”, collaborano senza problemi, dando
vita a una sorta di melting pot sul modello americano. Per lo sfruttamento
della prostituzione prevale il vecchio stereotipo che la mafia “non fa queste
cose” ma le ha fatte in passato a Palermo, proprio nel quartiere Albergheria,
adesso popolato da nigeriani e da altri, e le ha fatte alla grande in una
realtà metropolitana come gli Stati Uniti.
Il
controllo del territorio, o almeno di parti di esso, nelle zone di operazione
del gruppo etnico, è una condizione necessaria per l’attuazione delle attività
programmate. E la violenza esercitata con chi si ribella o non vuole
affiliarsi, come nel caso di un giovane nigeriano ferocemente torturato,
dimostra che l’uso della violenza tende a segnare confini e a marcare
appartenenze e sudditanze. Per fortuna anche tra loro c’è qualcuno che parla e
rivela segreti e complicità. ]
Al termine
di questo breve intervento ci chiediamo: in questo contesto si può parlare di
iniziative antimafia?
Esiste una,
sia pure iniziale, associazione che contrasta la mafia nigeriana, creata dagli
stessi nigeriani? Io credo di
sì, l’associazione “le donne di Benin City” costituita prevalentemente da
donne nigeriane ex vittime di tratta sta
già operando in questo senso, con il valido aiuto della Camera del Lavoro, del
Centro Pio La Torre, del Centro Impastato.
Nino Rocca
Giovanni La Fiura
Nessun commento:
Posta un commento