Un momento della marcia Bagheria-Casteldaccia |
Come trentacinque anni fa, studenti e genitori, nonni e nipoti, sindaci,
sacerdoti, si sono dati appuntamento a Bagheria, davanti alla scuola
“Carducci”, per marciare fino a Casteldaccia e ribadire il proprio
"no" alla mafia. Dai sindacati alla Chiesa, dalla rete delle
scuole «Bab el Gherib» a un cartello di un centinaio di associazioni, dai
sindaci del comprensorio ai semplici cittadini, massiccia la
partecipazione con migliaia di persone che, nonostante la pioggia, hanno
marciato sullo stesso percorso che trentacinque anni fa aveva dato vita alla
prima marcia antimafia in quella via dei Valloni, oggi “via della Marcia Antimafia
26/02/1983”, che un tempo era scelta dai killer della criminalità organizzata e
dai latitanti come strada di fuga.
“Ricordare la marcia di trentacinque anni fa e rifarla – ha sottolineato
Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre - significa fornire ai
giovani di oggi, non solo una memoria di un esempio clamoroso, la prima rivolta
di popolo contro le mafie fino allora combattuta dai contadini e dagli operai
sostenuti dalle sinistre, ma lo strumento di comprensione del loro presente e per
costruirsi un loro futuro libero dalle mafie, dalle diseguaglianze, da ogni
ingiustizia sociale, da ogni forma di violenza. Qualche mese fa, otto
commercianti di Bagheria hanno denunciato i loro estortori; sono stati
prevenuti dagli investigatori i tentativi di ricostruire coordinamenti di zona
o provinciali delle residue cosche mafiose; sono stati messi a nudo anche i
tentativi di nuove attività criminali quali lo smercio della droga e il
collegamento con i gruppi criminali nigeriani che controllano la tratta delle
donne.
Tutto ciò – ha continuato Lo Monaco - trentacinque anni fa, era
impensabile. In questo quadro è bene sottolineare i passi avanti dell’antimafia
sociale concreta che ha messo in crisi quella autoreferenziale, di cartone,
utile solo a sbandierare fumo e a rivendicare qualche misero vantaggio politico
o mediatico".
Presente anche l’Arcivescovo di Palermo, don Corrado Lorefice che ha
sottolineato come quest’anno ricorra un altro anniversario, il 25º del grido di
Giovanni Paolo II, “Convertitevi!”, rivolto ai mafiosi dalla Valle dei templi.
“A voi giovani - ha continuato don Lorefice - chiedo di spingere, spronare,
criticare, se serve, gli adulti, le istituzioni, la stessa Chiesa per far sì
che dalla vostra spinta, da voi, nasca una società più equa e più giusta”.
Alla manifestazione è giunto anche il messaggio del Presidente della
Regione, Nello Musumeci che ha sottolineato come la marcia sia
"un'occasione di testimonianza e di partecipazione civile, che rappresenta
un segno di inequivocabile valore per le Istituzioni e per tutto il territorio
siciliano. L'impegno nella lotta alla mafia - continua il Presidente Musumeci -
è un caposaldo imprescindibile per chiunque si riconosca in un disegno sociale
improntato alla democrazia e alla giustizia".
Tra le associazioni e gli enti che hanno aderito anche Anci Sicilia; I
sindaci di Altavilla Milicia, Bagheria, Casteldaccia, Baucina, Caltavuturo,
Carini, Castelbuono, Cefalù, Commissario Area Metropolitana, Corleone,
Ficarazzi, Gangi, Misilmeri, Montelepre, Palermo, Petralia Sottana, Polizzi,
Pollina, Santa Flavia, Trabia, Villabate; Cgil, Cisl, Uil; l'Arcidiocesi di
Palermo, le Parrocchie di Altavilla Milicia, Bagheria, Casteldaccia, San Nicola
L'Arena; la Caritas di Bagheria; le associazioni culturali, antimafia, del
lavoro e dell'impresa di Palermo; l'Associazione Studenti Casteldaccia;
Consorzio Sviluppo e Legalità, Erripa, Avviso Pubblico e Articolo 21.
Palermo, 26 febbraio 2018
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