Mafie e corruzione sono minacce serie, attuali e concrete
contro la democrazia e l’economia del nostro paese. I partiti e i movimenti ne
parlino in campagna elettorale e assumano precisi impegni contro di esse
In Italia la lotta alle mafie e alla corruzione sembra
essere un problema ormai risolto. Sarà per questo, infatti, che in campagna
elettorale la tematica non è oggetto di discussione e in alcune liste sono
state candidate persone discutibili. Leggendo i programmi elettorali delle
diverse forze politiche si resta amaramente sorpresi nel constatare come le
parole “mafie”, “corruzione”, “legalità” siano o assenti o citate pochissime
volte, contrariamente a parole come “tasse”, “pensioni”, “immigrazione” e
“sicurezza”. In Italia non passa giorno in cui non vi siano arresti per mafia e
corruzione, che si sequestrino e confischino beni e aziende per milioni di
euro, che si celebrino processi con decine di imputati. Non solo al Sud, ma con
sempre maggiore frequenza anche al Centro-Nord. Agli “Stati generali della
lotta alle mafie” organizzati a Milano dal Ministero della Giustizia e a
“Contromafiemafiecorruzione” organizzata da Libera a Roma è stato forte
l’allarme lanciato da diversi esponenti della magistratura, delle forze di
polizia, del mondo accademico, sociale e religioso rispetto all’occupazione e
al condizionamento mafioso della politica e dell’economia.
Forte è stato anche
il richiamo alla necessità di applicare nell’immediato alcuni recenti
provvedimenti normativi, come il nuovo Codice antimafia, nonché di operare sul
versante educativo e culturale, investendo risorse per potenziare il lavoro che
si sta portando avanti da diversi anni in tante scuole e università italiane.
Si tratta di preoccupazioni e richieste riportate anche
nella Relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia presentata
alcuni giorni fa. Le mafie e la corruzione non sono una mera questione di
ordine pubblico, ma costituiscono una seria, concreta e attuale minaccia per la
nostra democrazia e per lo sviluppo della nostra economia. Lo testimoniano, tra
i vari dati, i 70 i comuni sciolti per mafia negli ultimi cinque anni – 32 dei
quali nella sola Calabria – e i più di 15 miliardi di investimenti esteri persi
dal nostro Paese, come ricordato dal Governatore della Banca d’Italia. Se in
Italia ci fosse lo stesso livello di corruzione che c’è in Germania, il reddito
nazionale degli italiani aumenterebbe di 585 miliardi, come documentato da
autorevoli studi accademici. Le mafie hanno cambiato pelle, si sono
nazionalizzate e globalizzate. Operano non solo nei mercati illegali – in
primis, il traffico di droga, che garantisce profitti smisurati – ma anche in
quelli legali, attraverso il controllo, diretto e indiretto, di moltissime
imprese, riciclando denaro sporco e utilizzando maggiormente il metodo
corruttivo-collusivo. L’illegalità dei colletti bianchi si è espansa e caratterizza
sempre di più pezzi del mondo delle imprese, delle professioni, della
burocrazia, della finanza e della politica. Paradossalmente, dal 2014, su
indicazione di Eurostat si è giunti persino a conteggiare nel calcolo del PIL
degli stati europei anche alcune attività illegali gestite dal crimine
organizzato: prostituzione, droga e contrabbando. Di fronte a questo scenario,
l’Ufficio di Presidenza di Avviso Pubblico lancia un appello a tutte le forze
politiche affinché, almeno in queste ultime battute di campagna elettorale,
pronuncino parole chiare sulle mafie e sulla corruzione, dichiarino
pubblicamente di rifiutare i voti dei mafiosi e dei corrotti e, da ultimo,
chiariscano quali sono gli impegni che intendono assumersi sul versante
preventivo e repressivo. E’ inqualificabile e inaccettabile che si taccia per
timore di perdere voti che possono essere determinanti per la vittoria o perché
si è convinti che questi temi non interessino i cittadini elettori. In entrambi
i casi si rischia di essere conniventi o complici. La lotta contro le mafie e
la corruzione affiancata ad una concreta e diffusa azione di promozione della
cultura della legalità, della cittadinanza responsabile e della partecipazione,
altro non sono che una premessa irrinunciabile ad ogni programma politico che
voglia essere credibile. Per questo motivo, Avviso Pubblico si impegna a
promuovere, subito dopo le elezioni del 4 marzo, un confronto all’interno del
movimento antimafia e con i nuovi gruppi parlamentari al fine di individuare tutti
gli interventi utili ad assicurare la puntuale attuazione delle importanti
leggi approvate nella scorsa legislatura e ad individuare ulteriori misure di
contrasto alle mafie e alla corruzione.
Roma, 26 febbraio 2018
Nessun commento:
Posta un commento