Un momento della cerimonia. Da sx: Nico Miraglia, Maria Rosa Miraglia, Andrea Cuccello, Susanna camusso, Carmelo Barbagallo, Leone Zingales |
Miraglia è stato ucciso dalla mafia nel 1947 a
Sciacca (Ag). Presenti i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil. Barbagallo
(Uil), Camusso (Cgil) e Cuccello (Cisl): «Miraglia non è morto invano. Qui a
Palermo è importante alimentare memoria in questo luogo straordinario».
Giulietti (Fnsi): «Ringrazio l’Unci per questa nuova importante iniziativa
civile dedicata a chi, come Miraglia, ha perso la vita per avere scelto di stare
dalla parte della legalità». Galimberti (Unci): «La semina di un altro albero
segna il rinnovato impegno dei cronisti a ritrovare nella nostra storia comune
le radici di un impegno verso il dovere di legalità e verità».
Un albero per ricordare il sacrificio di Accursio Miraglia, ucciso dalla mafia
il 4 gennaio del 1947 a Sciacca in provincia di Agrigento. È stato piantato
stamane nel Giardino della Memoria di via Ciaculli a Palermo, il sito
confiscato alla mafia e gestito da Unione cronisti e Associazione nazionale
magistrati. Per l’occasione sono intervenuti i segretari nazionali generali
della Cgil, Susanna Camusso e della Uil, Carmelo Barbagallo, ed il segretario
nazionale confederale della Cisl, Andrea Cuccello, responsabile nazionale del
dipartimento “Giustizia, Sicurezza e Legalità”. Erano presenti i figli di
Miraglia: Nicolò e Maria Rosa. Ad introdurre l’evento è stato il
vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales.
Per Susanna
Camusso (Cgil) «Il sacrificio di Miraglia non è stato vano. Ha combattuto per
la legalità e ha lottato il male con tutte le sue forze. Questo albero che gli
dedicano cronisti e magistrati testimonia ancora una volta il valore della
memoria».
Per Carmelo
Barbagallo (Uil) «L’albero dedicato a Miraglia e a tutti i sindacalisti uccisi
in questo luogo ha un significato ben preciso. Ci fa comprendere che le lotte
sindacali contro la mafia sono servite a costruire una Sicilia migliore. Chi è
caduto per la legalità e per la trasparenza non è morto invano».
Per Andrea
Cuccello (Cisl) «Sindacalisti come Miraglia devono essere di esempio per tutto
il Paese e non soltanto per la Sicilia. Con coraggio ha sfidato i boss
dell’epoca e non si è piegato al volere dei mafiosi. La Cisl in questi anni ha
creato e sostenuto azioni di contrasto alla criminalità organizzata. E
continuerà a farlo. Un plauso oggi va a giornalisti e magistrati che in questo
luogo si impegnano con i fatti a percorrere con serietà la strada della
legalità».
«La semina di
altro albero in questo luogo della Memoria – ha sottolineato il presidente
nazionale dell’Unci, Alessandro Galimberti – non è la mera ripetizione di un
atto rituale, ma segna ogni volta il rinnovato impegno dei cronisti a ritrovare
nella nostra storia comune le radici di un impegno verso il senso civico, il
dovere di legalità e di verità, alimenti di una democrazia che si contrappone
alla fabbrica del falso e del revisionismo storico».
Per il
presidente dell’Anm di Palermo, giudice Giovanna Nozzetti, «quanti, come
Accursio Miraglia hanno pagato con la vita il proprio impegno a tutela dei
diritti dei lavoratori, dei ceti più umili e meno abbienti, costituiscono un
pezzo importante della storia del nostro Paese e di quella siciliana in modo
particolare. Miraglia non si limitava ad indignarsi di fronte ai soprusi, alle
ingiustizie e alle disuguaglianze sociali, ma li combatteva apertamente e
attivamente. Il tributo che oggi rendiamo alla sua memoria non è solo un atto
doveroso ma un gesto sentito e convinto».
«Ringraziamo
cronisti e magistrati – hanno detto Maria Rosa e Nicolò Miraglia, figli di
Accursio – per avere ricordato nostro padre con un albero in questo Giardino
che rappresenta un luogo dove la memoria è al centro di ogni cosa. Il nome di
nostro padre in questo luogo ricco di significati, con un albero che lo
celebra, per noi figli è motivo di orgoglio».
In un messaggio
all’Unione cronisti il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha
ringraziato l’Unci «per questa nuova importante iniziativa civile dedicata a
chi, come Accursio Miraglia, ha perso la vita per mano mafiosa a causa della
scelta di stare dalla parte della legalità costituzionale e repubblicana e di
dedicare la propria vita ai diritti degli ultimi e di chi, senza le
organizzazioni sindacali, sarebbe stato condannato alla solitudine e alla
disperazione. Una lezione – ha proseguito Giulietti – valida ancora oggi,
nonostante le continue campagne tese a colpire il valore e la funzione delle
grandi organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori». Giulietti «saluta le
rappresentanze di Cgil, Cisl e Uil, da sempre legate alla Fnsi da rapporti di
leale collaborazione e dal comune impegno per la salvaguardia della libertà di
informazione e del diritto ad essere informati».
Dopo avere
ringraziato l’ideatore del Giardino della Memoria, l’Unione cronisti, le
rappresentanze del sindaco e dell’Ordine regionale dei Giornalisti, Giulietti
ringrazia anche «chi continua a credere e a far vivere la straordinaria
esperienza del Giardino della legalità; luogo di memoria – ha concluso il
presidente della Fnsi nel messaggio indirizzato a Zingales – e di costruzione
di un futuro libero da, mafie, oscurità e oscurantismi».
In une
massaggio il presidente regionale dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, ha
detto che «onorare la figura di Miraglia significa rendere pieno merito a chi
ha sacrificato con coraggio la propria vita nel nome di quegli ideali di
libertà e di giustizia che guidano i giusti. Un gesto, oggi, reso ancora più
significativo dalla presenza dei vertici nazionali di Cgil, Cisl e Uil al
Giardino di Ciaculli al qual riconoscono il ruolo di “pantheon” della memoria».
Hanno
partecipato alla piantumazione, tra gli altri, l’assessore comunale della città
di Palermo Gaspare Nicotri, il presidente nazionale dell’Unci, Alessandro
Galimberti, il presidente dell’Anm della sezione di Palermo, giudice Giovanna
Nozzetti, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, Antonio Di
Stasio, il vice-questore Dario Sallustio, il provveditore regionale
dell’Amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu, funzionari ed ufficiali
delle Forze Armate, della Dia e della Prefettura, il segretario regionale
dell’Assostampa siciliana, Alberto Cicero, il vice-presidente dell’Ordine dei
Giornalisti di Sicilia, Salvatore Li Castri, i segretari regionali di Cgil,
Cisl e Uil, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone, il segretario
provinciale della Cgil palermitana, Enzo Campo, il responsabile del
dipartimento Legalità della Cgil di Palermo, Dino Paternostro, l’assessore
comunale di Sciacca, Paolo Mandracchia, ed il presidente del consiglio comunale
di Sciacca. Un breve profilo del sindacalista ucciso nel 1947 è stato curato
dal segretario regionale della Cgil, Michele Pagliaro.
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