venerdì, gennaio 19, 2018

Sicilia. L’immondizia fa un doppio viaggio, costa 12 milioni in più

GIOACCHINO AMATO
Sono 49 le amministrazioni municipali costrette a passare prima da Bellolampo e poi da Motta Sant’Anastasia
Ogni sera per le strade della Sicilia ci sono circa 180 autocompattatori che partono da quarantanove comuni delle province di Palermo, Trapani e Messina alla volta dell’impianto Tmb ( trattamento meccanico biologico) che la società privata EcoAmbiente ha installato a Bellolampo. Trasportano le 433 tonnellate di rifiuti prodotti in quei Comuni ma che non finiranno nelle vasche ormai quasi sature della discarica palermitana. Dopo un particolare trattamento che recupera vari materiali dall’immondizia indifferenziata, di queste 433 tonnellate ne rimarranno circa 86 che saranno di nuovo caricate sui camion e affronteranno altre tre ore di viaggio per raggiungere la discarica di Motta Sant’Anastasia, nel Catanese, gestita da un’altra società privata, la Oikos.
Un doppio viaggio che va avanti dal dicembre scorso, quando Bellolampo è stata dichiarata dalla Regione ai limiti della capienza e “riservata” ai rifiuti di Palermo e Ustica per aumentarne l’autonomia in attesa del completamento dell’ampliamento della sesta vasca e della costruzione della settima. Ma un doppio viaggio equivale a una doppia spesa per le già esangui casse dei Comuni che per giunta rischia di andare ad abbattersi sulle tasche dei cittadini sotto forma di un aumento della Tari. Fermandosi a Bellolampo una tonnellata di immondizia costava a un Comune 110 euro. Nel suo viaggio verso la discarica etnea il suo costo sale fino a 186 euro. Il conto è presto fatto: ogni giorno un costo di 80.538 euro contro i 47.630 precedenti, quasi 33mila euro in più al giorno che in un anno diventeranno 12 milioni di euro in più. Un meccanismo che ha fatto insorgere i sindaci e che per giunta si è già inceppato per un contenzioso economico fra i due privati: EcoAmbiente e Oikos. I proprietari della discarica hanno chiuso due giorni fa i cancelli a 14 camion di EcoAmbiente che a sua volta ha rimandato indietro gli autocompattatori dei Comuni carichi delle quotidiane 433 tonnellate di rifiuti. Così i sindaci hanno dovuto già ieri sera bloccare la raccolta dell’indifferenziata. «Non siamo più in grado — spiega il primo cittadino di Termini Imerese, Francesco Giunta — di raccogliere l’immondizia » . « Abbiamo fermato — aggiunge il sindaco di Alcamo, Domenico Surdi — il turno di sabato di indifferenziato invitando i cittadini a tenere i rifiuti a casa e ci troviamo con gli autocompattatori pieni dell’immondizia tornata da Bellolampo. Così si rischia di vanificare tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni per arrivare a oltre il 60 per cento di riciclo». Il rischio maggiore è proprio questo, di scoraggiare la differenziata, accanto all’aggravamento della già cagionevole salute finanziaria dei Comuni. « Non possiamo mantenere questi costi — conferma il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina — e sicuramente non possiamo pensare a una riduzione delle tasse sui rifiuti che invece è l’incentivo migliore per spingere la gente a differenziare. La situazione è drammatica e ci vogliono soluzioni rapide e straordinarie. Inoltre il nuovo governo regionale ci ha praticamente imposto un contratto con un privato senza darci alcuna alternativa».
« Questo doppio viaggio dei rifiuti solo ad Alcamo in un anno ci costerebbe 800mila euro in più — calcola Surdi — una cifra enorme alla quale bisogna aggiungere un 40 per cento in più che EcoAmbiente vuole per il ritiro domenicale. Noi stiamo cercando di aumentare ancora di più la percentuale di differenziata ma disagi come questi rischiano di rovinare tutto, la gente è pronta a ricominciare a dire che la differenziata non serve e che è “una farsa”. E appena un euro in più di tasse ci farebbe già perdere la fiducia di chi fino a oggi ha differenziato. Capiamo che il problema non si risolve in un attimo ma la Regione ci dia subito la certezza di poter scaricare i rifiuti».
Ma dal vertice di ieri fra EcoAmbiente e i funzionari della Regione non è arrivata una soluzione, si cercano altre discariche da utilizzare al posto di quella Oikos, con ulteriori viaggi e costi. «Non capiamo la posizione di Oikos — dice Gaetano Monastra di EcoAmbiente — la polizza da due milioni di euro richiesta da Oikos l’abbiamo stipulata e per giunta con la stessa compagnia che assicura la loro azienda. Non capiamo i motivi della chiusura della discarica ai nostri rifiuti. Il nostro Tmb è pronto a riprendere l’attività ma dobbiamo sapere dove portare l’immondizia trattata». Chissà che i viaggi per i camion zeppi di rifiuti alla fine non si allunghino ancora, magari sui traghetti e le navi, destinazione “ Continente”.

La Repubblica Palermo, 19 gennaio 2018

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