GIOACCHINO AMATO
Sono 49 le amministrazioni municipali costrette a
passare prima da Bellolampo e poi da Motta Sant’Anastasia
Ogni sera per le strade della Sicilia ci sono circa 180 autocompattatori
che partono da quarantanove comuni delle province di Palermo, Trapani e Messina
alla volta dell’impianto Tmb ( trattamento meccanico biologico) che la società
privata EcoAmbiente ha installato a Bellolampo. Trasportano le 433 tonnellate
di rifiuti prodotti in quei Comuni ma che non finiranno nelle vasche ormai
quasi sature della discarica palermitana. Dopo un particolare trattamento che
recupera vari materiali dall’immondizia indifferenziata, di queste 433
tonnellate ne rimarranno circa 86 che saranno di nuovo caricate sui camion e
affronteranno altre tre ore di viaggio per raggiungere la discarica di Motta
Sant’Anastasia, nel Catanese, gestita da un’altra società privata, la Oikos.
Un
doppio viaggio che va avanti dal dicembre scorso, quando Bellolampo è stata
dichiarata dalla Regione ai limiti della capienza e “riservata” ai rifiuti di
Palermo e Ustica per aumentarne l’autonomia in attesa del completamento
dell’ampliamento della sesta vasca e della costruzione della settima. Ma un
doppio viaggio equivale a una doppia spesa per le già esangui casse dei Comuni
che per giunta rischia di andare ad abbattersi sulle tasche dei cittadini
sotto forma di un aumento della Tari. Fermandosi a Bellolampo una tonnellata di
immondizia costava a un Comune 110 euro. Nel suo viaggio verso la discarica
etnea il suo costo sale fino a 186 euro. Il conto è presto fatto: ogni giorno
un costo di 80.538 euro contro i 47.630 precedenti, quasi 33mila euro in più al
giorno che in un anno diventeranno 12 milioni di euro in più. Un meccanismo che
ha fatto insorgere i sindaci e che per giunta si è già inceppato per un
contenzioso economico fra i due privati: EcoAmbiente e Oikos. I proprietari
della discarica hanno chiuso due giorni fa i cancelli a 14 camion di
EcoAmbiente che a sua volta ha rimandato indietro gli autocompattatori dei
Comuni carichi delle quotidiane 433 tonnellate di rifiuti. Così i sindaci hanno
dovuto già ieri sera bloccare la raccolta dell’indifferenziata. «Non siamo più
in grado — spiega il primo cittadino di Termini Imerese, Francesco Giunta — di
raccogliere l’immondizia » . « Abbiamo fermato — aggiunge il sindaco di Alcamo,
Domenico Surdi — il turno di sabato di indifferenziato invitando i cittadini a tenere
i rifiuti a casa e ci troviamo con gli autocompattatori pieni dell’immondizia
tornata da Bellolampo. Così si rischia di vanificare tutto il lavoro che
abbiamo fatto in questi anni per arrivare a oltre il 60 per cento di riciclo».
Il rischio maggiore è proprio questo, di scoraggiare la differenziata, accanto
all’aggravamento della già cagionevole salute finanziaria dei Comuni. «
Non possiamo mantenere questi costi — conferma il sindaco di Cefalù, Rosario
Lapunzina — e sicuramente non possiamo pensare a una riduzione delle tasse sui
rifiuti che invece è l’incentivo migliore per spingere la gente a
differenziare. La situazione è drammatica e ci vogliono soluzioni rapide e
straordinarie. Inoltre il nuovo governo regionale ci ha praticamente imposto un
contratto con un privato senza darci alcuna alternativa».
« Questo doppio viaggio dei rifiuti solo ad Alcamo in un anno ci costerebbe
800mila euro in più — calcola Surdi — una cifra enorme alla quale bisogna
aggiungere un 40 per cento in più che EcoAmbiente vuole per il ritiro
domenicale. Noi stiamo cercando di aumentare ancora di più la percentuale di
differenziata ma disagi come questi rischiano di rovinare tutto, la gente è
pronta a ricominciare a dire che la differenziata non serve e che è “una
farsa”. E appena un euro in più di tasse ci farebbe già perdere la fiducia di
chi fino a oggi ha differenziato. Capiamo che il problema non si risolve in un
attimo ma la Regione ci dia subito la certezza di poter scaricare i rifiuti».
Ma dal vertice di ieri fra EcoAmbiente e i funzionari della Regione non è
arrivata una soluzione, si cercano altre discariche da utilizzare al posto di
quella Oikos, con ulteriori viaggi e costi. «Non capiamo la posizione di Oikos
— dice Gaetano Monastra di EcoAmbiente — la polizza da due milioni di euro
richiesta da Oikos l’abbiamo stipulata e per giunta con la stessa compagnia che
assicura la loro azienda. Non capiamo i motivi della chiusura della discarica
ai nostri rifiuti. Il nostro Tmb è pronto a riprendere l’attività ma dobbiamo sapere
dove portare l’immondizia trattata». Chissà che i viaggi per i camion zeppi di
rifiuti alla fine non si allunghino ancora, magari sui traghetti e le navi,
destinazione “ Continente”.
La Repubblica Palermo, 19 gennaio 2018
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