Palermo, 03 gennaio 2017 – “La sperimentazione voluta dal Miur per
la riduzione a quattro anni del ciclo di studi nei licei e negli istituti
tecnici è una vera e propria sciagura, sia per gli studenti che per il
personale della scuola. Se dovesse entrare a regime solo in Sicilia sarebbero a
rischio circa 4 mila posti di insegnamento sui 20 mila attualmente funzionanti
presso le scuole secondarie superiori. Ripercussioni anche sul personale Ata”.
Così Graziamaria Pistorino, segretaria della Flc Cgil Sicilia, commenta il
giudizio positivo espresso qualche giorno fa dall’assessore all’Istruzione e
alla Formazione professionale della Regione Siciliana, Roberto Lagalla, in
merito alla sperimentazione voluta dal Miur.
Sui 100 istituti inizialmente coinvolti a livello nazionale dal
progetto pilota quattro sono siciliani: il liceo Gonzaga di Palermo, lo
scientifico Ruiz di Augusta, il classico Ruggero Settimo e il liceo scientifico
Sebastiano Mottura di Caltanissetta. Inoltre, il Ministero vorrebbe estendere
la sperimentazione ad altre 92 scuole. Su questo saremo chiamati ad esprimere
il nostro parere, nell’ambito del Consiglio superiore della pubblica
istruzione, il 18 gennaio prossimo.
“In questo modo – spiega – si assottiglia il percorso educativo e
formativo dei nostri ragazzi, nonché dell’organico attuale. Il governo avrebbe
potuto benissimo accorciare l’età scolastica in uscita e allungare quella in
entrata, rimodulando in modo coerente l'intero corso di studi, ma non lo ha
fatto. Altro che innovazione, siamo di fronte ad un'operazione priva del benché
minimo valore scientifico dal punto di vista pedagogico-didattico. Questa
sperimentazione appare più come il malcelato tentativo di ridurre la spesa a
scapito della quantità e della qualità dell'offerta formativa”.
“Un tradimento, a nostro parere, del diritto all’istruzione
sancito dalla nostra Costituzione, proprio nell’anno del 70° anniversario della
sua nascita. Per questo come Flc Cgil – aggiunge Pistorino – abbiamo chiesto
l’annullamento in via giudiziaria dei provvedimenti del Miur”.
“La strada da seguire – conclude – è diametralmente opposta a
quella tracciata dal Ministero. In una terra complessa come la Sicilia abbiamo
più volte ribadito l'estremo bisogno di ampliare il tempo scuola e il tempo
pieno, non di ridurlo. Ci auguriamo, pertanto, che l’assessore Lagalla
riconsideri le sue posizioni e si faccia portavoce a Roma delle perplessità
condivise dalla maggioranza degli studenti e del personale della scuola”.
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