L'on. Franco Ribaudo |
Palermo 27 gennaio – “Apprendo dalle
agenzie di stampa la notizia della mia candidatura nel collegio uninominale Camera
Circoscrizione Sicilia1 (Monreale), nelle liste che sembrano far cambiare la
natura del Partito democratico. Bisogna fare un excursus su questi
ultimi giorni per capire a fondo lo strappo che si è consumato in queste ultime
ore. I rappresentanti dei circoli e gli amministratori di 41 comuni del
suddetto collegio hanno chiesto ai vertici del partito, attraverso una lettera
appello, che si tenesse conto nella composizione delle liste di quelle che sono
le sensibilità e le esigenze territoriali, auspicando una mia ricandidatura per
dare proseguo all’attività politica svolta in questi anni in un territorio
difficile come quello del corleonese, in cui sono stato riconosciuto
unilateralmente come punto di riferimento.
Alla lettera hanno fatto seguito due
riunioni territoriali tenutesi rispettivamente a Corleone e Carini, convocate
dal segretario provinciale Carmelo Miceli, alla presenza di rappresentanti dei
circoli e diversi amministratori del collegio che hanno ribadito l’assoluta
necessità di una mia candidatura sia nel proporzionale che all’uninominale, al
fine di assicurare la continuità al meticoloso lavoro svolto in questi anni. Lo
stesso segretario ha dovuto prendere atto della proposta impegnandosi
personalmente a traferire le istanze territoriali agli organi dirigenziali.
Rimango davvero esterrefatto nel
leggere il nome di Miceli come candidato capolista nel collegio plurinominale
in questione. Proprio colui che aveva il compito e la funzione, in qualità di
segretario, di portare e supportare le istanze territoriali e di farsi
portavoce presso i vertici nazionali di questa candidatura l’ha usurpata,
disattendendo una volontà ampia e condivisa da tutti i rappresentanti dei
circoli che lamentavano tra l’altro la mancata inclusione in scelte così importanti,
prese in passato attraverso la partecipazione alle elezioni primarie. Un vero e
proprio abuso di potere di una candidatura nata in segreteria, nella stanza dei
bottoni, lontano dalla gente che in questi anni ha contribuito a dare vita
all’esperienza del Partito democratico.
Appare chiaro che tutto ciò si
inquadra in una strategia più complessiva nella formazione delle liste che ha
generato non poche delusioni tra le componenti di minoranza e di sinistra del
partito, che ha come obiettivo cancellare un pezzo di storia della sinistra e
delle forze progressiste che fino a ieri hanno collaborato alla vita politica
del partito.
Per questo non posso accettare la
proposta di candidatura solo all’ uninominale, essendo la stessa una “foglia di
fico” con cui si tenta di camuffare lo scempio ormai consumato ai danni delle
minoranze di questo partito. Non ci sono quindi le condizioni necessarie per
affrontare con serenità la campagna elettorale. Credo sia davvero
indispensabile a questo punto una seria riflessione, insieme agli amici ed ai
compagni che in questi anni hanno supportato la mia attività di parlamentare,
per capire come superare questa fase di profonda crisi di democrazia interna
del partito.
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