Da sx: Davide Arizzi, Semire Ben Dhaou, Santa Lo Iacono, Giovanni Palazzolo Antonj Arizzi, Carmelo Arizzi, Chiara Giuseppa Arizzi |
I Carabinieri della Stazione di Palermo - San Filippo Neri hanno oggi eseguito un’ordinanza di applicazione di 3 misure cautelari in carcere, 3 obblighi di presentazione alla P.G. e 1 misura provvisoria di sicurezza della libertà vigilata, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un intero nucleo familiare dedito al traffico di sostanze stupefacenti.
Dopo l’operazione
“Teseo” già condotta dall’Arma allo Z.E.N. nel febbraio 2017 con l’arresto di
27 persone, l’indagine odierna, denominata “UNDER SQUARE”, ha
ancora una volta fatto emergere una conduzione familiare delmarket della
droga allo Zen.
In particolare, le
attività investigative sono state avviate nell’aprile 2017, quando i militari
hanno eseguito un arresto in flagranza di reato nei confronti di Davide ARIZZI,
trovando ben 2 kg di marijuana, 400 grammi di hashish e 18
grammi di cocaina, oltre a vario materiale necessario per il
confezionamento in dosi, in un appartamento situato nei pressi della Stazione
Carabinieri all’interno dello Zen. Da lì, l’inizio delle attività tecniche, con
intercettazioni telefoniche ed ambientali, grazie alle quali si sono ricostruiti
gli assetti e le dinamiche criminali dell’intera famiglia: proprio così, perché
a gestire il traffico illecito ed ad essere i reali possessori di tutta quella
sostanza stupefacente, erano tutti i componenti della famiglia ARIZZI.
È così progressivamente
emerso, in maniera inequivocabile, come la famiglia ARIZZI, con unico intento,
abbia radicato i propri interessi nell’attività di spaccio di sostanze
stupefacenti, sfociando in una sorta di mini-market della droga a conduzione
familiare in cui, ovviamente, ognuno aveva un ruolo che andava dal reperire
fondi per l’acquisto all’ingrosso della stessa o per arrivare allo smercio vero
e proprio eseguito anche con l’aiuto di soggetti estranei al nucleo familiare,
come Semire BEN DHAOU.
In particolare, emerge
la figura di Davide ARIZZI che, nonostante la detenzione presso la casa
circondariale “Pagliarelli” di Palermo, ha tentato di dare ordini al fratello
Antonij, impartendo velate disposizioni allo scopo di far proseguire la
coltivazione di piante di marijuana.
Sempre gli stessi
militari della Stazione San Filippo Neri, all’interno di un cunicolo situato al
di sotto di un padiglione dello ZEN, di fianco alla caserma dei Carabinieri,
hanno individuato una botola ricavata sul pavimento di un vano condominiale, che
formava, per l’appunto, un passaggio “SOTTERRANEO” di collegamento con il
locale dove erano custodite ben 20 piante di marijuana dall’altezza di 1 metro
circa, con lampade e reattori, impianti di condizionamento ed aspirazione e
quant’altro necessaria per la coltivazione, oltre a 20 dosi di cocaina, circa
800 grammi di marijuana e quasi 1 kg e 500 grammi di hashish. Ed è proprio dal
rinvenimento di questa piantagione di marijuana che l’indagine prende il nome
“UNDER SQUARE”.
Riscontri ed attività
tecnica hanno permesso di risalire alla paternità anche di questa quantità di
sostanza stupefacente, di cui tutti i familiari parlavano, specie i due
fratelli al fine di creare un “impero”, da cui trarne i profitti
dopo la liberazione di DAVIDE.
Uno dei riscontri emersi
dall’attività è stato il rinvenimento di un “pizzino” sulla persona di Santa
Lo Iacono, madre di Davide Arizzi, consegnatole fraudolentemente dal figlio
detenuto in occasione di un colloquio in carcere. Grazie alle informazioni in
esso contenute si è avuto modo di risalire alla grande quantità di stupefacente,
occultato in un cunicolo sotterraneo del padiglione dello ZEN 2.
Ad aiutare i due
fratelli ARIZZI nell’attività di spaccio al dettaglio c’era Semire BEN DHAOU:
22enne: il giovanissimo era un fedele collaboratore della famiglia Arizzi,
legato da un rapporto di amicizia con i due fratelli, che ha dato il suo
contributo nella coltivazione della piantagione e nel confezionamento in dosi.
Con i riscontri
effettuati da parte dei Carabinieri, “l’impero ARIZZI” iniziava la sua fase
discendente.
E proprio nell’ultima
fase dell’attività, è stata riscontrata la pianificazione di una rapina, da
parte di Antonj ARIZZI, Semire BEN DHAOU
e Giovanni PALAZZOLO i quali, a causa della mancanza di denaro derivante dai
numerosi sequestri operati, hanno pianificato di rapinare un centro scommesse a
Balestrate.
Ovviamente l’evento non
si è mai verificato grazie all’intervento dei Carabinieri che, preventivamente,
hanno proceduto a diverse perquisizioni domiciliari.
Per questo a Giovanni PALAZZOLO,
30 enne, è stata invece applicata la misura provvisoria di sicurezza della
libertà vigilata. Tale misura è stata disposta perché, essendo stata accertata
la conclusione di un accordo per commettere una rapina, non punibile poiché non
commessa, è stata accertata la pericolosità sociale del soggetto che, dopo aver
individuato l’obiettivo, insieme agli altri indagati, ha abbandonato il
proposito delittuoso solo in vista di una migliore
riorganizzazione.
Gli arrestati, tutti
tradotti in carcere, sono i fratelli Davide e Antonj ARIZZI, di 26 e 27 anni, e Semire BEN DHAOU,
di anni 21. Il G.I.P. ha invece disposto la misura cautelare dell’obbligo di
firma per: Carmelo ARIZZI, di anni 59, Chiara Giuseppa ARIZZI, 29 enne e Santa LO
IACONO, 56 enne.
Per tutti viene
contestato il reato di detenzione illecita di ingenti quantità di stupefacenti.
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