Da parte
nostra pieno appoggio e sostegno all’incessante opera di Magistratura e forze
dell’ordine che mettono in campo tutte le azioni utili a debellare
la filiera criminale che ha pervaso la nostra economia. Quanto è accaduto nelle
ultime ore anche nei nostri territori a seguito dell'inchiesta
"Montagna", in particolare a S.Biagio Platani con l'arresto del
Sindaco, dimostra ancora una volta, come già denunciato dalla DIA nei suoi
rapporti annuali, che nella nostra provincia c’è una mafia forte e vitale in
grado di permeare le Istituzioni, di condizionare l’attività amministrativa e
di soffocare l’economia legale.
L’operazione
di ieri che segue di pochi giorni un’altra importante inchiesta che riguarda
“Girgenti Acque” che ha portato alla sostituzione del Prefetto, delineano una
condizione della nostra provincia assai inquietante: una provincia povera ma
assaltata da mafia e malaffare. Questi importanti risultati e strumenti per
contrastare la criminalità organizzata e malaffare, rischiano in ogni caso di essere
insufficienti se non accompagnati da un atteggiamento operativo e coerente da
tutti i soggetti coinvolti: istituzioni, parti sociali, società civile.
In queste
ore ci appare assordante il silenzio di forze politiche, associazioni
professionali, istituzioni: nessuno ha da dire nulla? Non c'è nessun ma
che tenga, bisogna uscire da qualsiasi ambiguità e/o atteggiamenti passivi che
non fanno altro che alimentare la mafia in doppio petto. Abbiamo bisogno che
Associazioni Sindacali, Professionali , le Associazioni Antiracket, la parte
migliore della Società Agrigentina faccia sentire la propria voce, la propria
vicinanza alle forze che sono impegnate attivamente nell’opera di
contrasto alla criminalità. Abbiamo bisogno di mettere in campo un vasto
movimento che rimetta in campo concretamente una antimafia dei diritti, che
parli di lavoro, che assicuri risposte concrete,
A cominciare
dai “beni confiscati e sequestrati ai mafiosi”. Da questo punto di vista
siamo sicuri che il nuovo Prefetto, per la sua esperienza specifica sul campo,
saprà darci un valido contributo finalizzato alla migliore e totale
utilizzazione. Nei giorni scorsi, sempre in splendida solitudine, abbiamo
posto il problema della protezione di Ignazio Cutrò: questa nostra
preoccupazione esce rafforzata dalle intercettazioni telefoniche dei mafiosi di
quella zona.
Come
Organizzazione Sindacale abbiamo espresso, in varie occasioni, sincera
ammirazione per l’attività svolta da Ignazio Cutrò e che hanno consentito
dapprima la condanna dei suoi estorsori ed il contributo dallo stesso dato per
far crescere una coscienza antimafiosa ed invogliare altri Imprenditori a
seguire il suo esempio. Occorre ripristinare condizioni di sicurezza per
Ignazio Cutrò e la sua famiglia. Lo chiediamo con forza al nuovo Prefetto e,
per suo tramite, al Ministro degli Interni.
23 gennaio
2018
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