L'Associazione Genetica Italiana: "Proporre
iniziative in favore di questo o quel gruppo di cittadini individuati su base
razziale, non solo non ha senso dal punto di vista biologico, ma soprattutto si
pone in evidente contrasto con la Costituzione".
Attilio Fontana, candidato del Centrodestra alle elezioni regionali in
Lombardia, ha dichiarato a Radio Padania che “la razza bianca è a rischio”.
Simili opinioni aveva espresso, nel luglio 2017, Patrizia Prestipino, della
Direzione del Partito Democratico, invocando misure in difesa della razza italiana.
In seguito a queste prese di posizione, diversi soci dell’Associazione
Genetica Italiana (AGI) sono stati interpellati, da stazioni radio e testate
giornalistiche, per chiarire cosa ci dica oggi la genetica a proposito
dell’esistenza o meno di razze umane. Abbiamo detto tutti più o meno le stesse
cose, e cioè che:
1. Nel linguaggio corrente, la parola razza è ambigua. Può indicare tanto
l’intera umanità (Einstein, dichiarandosi di “razza umana”), quanto una
famiglia (“l’ultimo della sua razza”), con tante sfumature intermedie. Ma anche
in ambito scientifico il concetto non è privo di ambiguità. Secondo Ernst Mayr,
popolazioni locali abbastanza diverse l’una dalle altre da poter essere
distinte rappresentano diverse razze o sottospecie (In Systematics and
the Origin of Species, 3rd edn, Columbia University Press, New York, 1947,
98-106). Resta così aperto il problema di decidere cosa significhi “abbastanza
diverse”.
2. In molte specie, l’analisi del DNA permette di attribuire con precisione
un individuo di origine sconosciuta a una regione geografica precisa. In questo
caso, alla popolazione di ciascuna regione viene attribuito lo status di razza;
esempi sono lo scimpanzé, la lumaca dei Pirenei, e molte piante. Invece in
altre specie, in particolare specie molto mobili di uccelli o pesci di mare, le
popolazioni di diverse regioni non si distinguono fra loro, e quindi non
formano razze biologiche.
3. Nel cane, nel cavallo, e in molte specie domestiche di animali e piante,
ci sono razze ben distinte. Non si tratta però del risultato di un’evoluzione
naturale, ma di incroci controllati da parte di allevatori e coltivatori. In
ogni caso, a livello di DNA, le differenze fra razze canine sono centinaia di
volte più grandi di quelle fra persone di continenti diversi.
4. Il primo motivo per escludere che nell’uomo esistano razze biologiche è
storico: dal Settecento in poi sono stati proposti decine di cataloghi razziali
umani, comprendenti da 2 a 200 razze, e ognuno in conflitto con tutti gli
altri. Gli astronomi sono d’accordo su quali e quanti siano i pianeti del
sistema solare, i chimici sono d’accordo su quali e quanti siano gli elementi.
Come ha sottolineato Frank Livingstone (On the nonexistence of human
races, Current Anthropology 3:279-281, 1962) che invece
nessuno sappia dire quali e quante siano le razze umane dimostra che attraverso
il concetto di razza non si riesce a comprendere la nostra diversità biologica.
5. Il secondo motivo per escludere che nell’uomo esistano razze biologiche
è genetico. Lo studio dei genomi dimostra che ciascuno di noi condivide con
qualunque sconosciuto, di qualunque continente, il 99,9% del suo DNA. Non
basta: quell’1 per mille di differenze è distribuito in modo tale che ciascuna
popolazione ospita in media l’88% della variabilità dell’intera specie umane.
In altre parole, individui di popolazioni anche lontane sono a volte molto più
simili dei nostri vicini di casa. Ricordiamoci delle innumerevoli vite salvate
ogni anno nel mondo dalle trasfusioni di sangue e dai trapianti di organi che
coinvolgono anche persone di continenti diversi.
Da normali cittadini, ci sembra però che il problema principale non stia
nella maggiore o minore esattezza con cui si adopera il termine razza nel
discorso pubblico, ma nel senso di queste esternazioni. L’articolo 3 della
Costituzione stabilisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza
distinzione di razza (né di sesso, lingua, religione, opinioni politiche,
condizioni personali e sociali). Proporre iniziative in favore di questo o quel
gruppo di cittadini individuati su base razziale, non solo non ha senso dal
punto di vista biologico, ma soprattutto si pone in evidente contrasto con la
Costituzione.
(19 gennaio 2018)
Da: MicroMega.it
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