Chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Consiglio comunale. Il
reato è concussione
L’accusa a Salvatore Orlando è di quelle pesanti, tentata concussione, per
aver utilizzato il suo potere di presidente del Consiglio comunale di Palermo
per costringere due componenti di una commissione a scegliere il consulente a
lui gradito. Orlando voleva che rimanesse al suo fianco Antonino Rera come
responsabile dell’ufficio consulenza giuridica e amministrativa per le attività
istituzionali dell’organo consiliare, mentre la commissione valutativa scelse
Niccolò Giuffrida. «Orlando — ha spiegato alla guardia di finanza Dario
Gristina, una delle due presunte vittime della tentata concussione — dopo la
conclusione dei lavori della commissione valutativa che ha portato alla scelta
di Giuffrida, mi ha convocato nel suo ufficio, alla presenza di Antonino Rera,
invitandomi a non firmare temporaneamente il verbale, facendomi intendere
chiaramente che avrebbe preferito che Giuffrida non venisse nominato».
Presunte pressioni che dunque non sono andate in porto e che per il
difensore di Salvatore Orlando, l’avvocato Nino Caleca, «non si sono mai
verificate — commenta il penalista — Non vi sono state né minacce né atti di
concussione da parte del presidente del Consiglio comunale. Nei documenti
a nostra disposizione non c’è nulla di quanto contestato».
I sostituti procuratori Claudia Bevilacqua e Francesco Del Bene hanno
chiesto nelle scorse settimane il rinvio a giudizio per il politico del
Movimento 139 e per il dirigente comunale Antonino Rera accusato solo di
favoreggiamento. La tentata concussione sarebbe avvenuta nella prima metà del
giugno 2015. Secondo la procura Salvatore Orlando avrebbe esercitato
pressioni su due componenti della commissione, Serafino Di Peri e Dario
Gristina. Sempre secondo i pm ci furono email di fuoco, telefonate e incontri,
anche con lo stesso Rera presente, che sono stati documentati dagli
investigatori del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza fra
Orlando e i due membri della commissione nel periodo fra il 4 e il 16
giugno 2015. La notizia della richiesta di rinvio a giudizio per il
presidente di Sala delle Lapidi è arrivata ieri pomeriggio durante una seduta
d’aula. Immediata la reazione del sindaco Leoluca Orlando, che ha detto:
«Nell’esprimere fiducia nel fatto che il presidente Salvatore Orlando chiarirà
ai magistrati il proprio operato, confermo che l’amministrazione, come sempre
seguirà l’andamento del procedimento e, ove ricorreranno i presupposti, si
costituirà parte civile ».
Nella stessa richiesta i pm chiedono il giudizio anche per Antonino Rera (
difeso dall’avvocato Salvatore Cordaro) ma per il reato di favoreggiamento.
Secondo gli inquirenti quando è stato sentito nell’ambito del procedimento a
carico di Orlando non avrebbe parlato di circostanze rilevanti che riguardavano
gli incontri con Orlando e i membri della commissione. Martedì il gup Nicola
Aiello deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio d entrambi.
Salvatore Orlando è da anni in Consiglio comunale, ma ha cominciato a fare
attività politica nel suo paese, a Corleone. Fedelissimo del suo omonimo
Leoluca, il sindaco di Palermo, si è sempre schierato al suo fianco. Nel 2012
diventò presidente del Consiglio in virtù del primato di consensi per l’Idv,
che appoggiava il primo cittadino. Salvatore Orlando è stato poi riconfermato
consigliere nelle recenti elezioni di giugno scorso.
– fr. pat.
La Repubblica Palermo, 8 dic 2017
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