antonio fraschilla
Musumeci tratta la proroga. Ma l’emergenza ha generato
un settore in mano a pochi big
C’è un sistema che da anni vive e prolifera grazie all’emergenza. Un
sistema fatto dai patron delle discariche private e pubbliche, ma anche di
aziende che dal nulla hanno messo su una rete di impianti di trattamento con
affidamenti diretti. Un sistema che prolifererà ancora. Ieri il ministro
dell’Ambiente Gianluca Galletti ha garantito al governatore Nello Musumeci una
proroga dell’ordinanza commissariale che consente di conferire la spazzatura
nelle discariche dell’Isola in deroga alle norme ambientali nazionali. Senza
questa ordinanza i siti chiuderebbero. Roma darà una proroga di 3- 4 mesi. In
cambio Musumeci dovrà subito avviare un piano per l’invio dei rifiuti in altre
regioni o all’estero e accelerare sull’impiantistica nel breve periodo: entro
l’anno riaprirà così la discarica pubblica di Enna che può ospitare 80 mila
tonnellate di spazzatura.
«È stato un incontro molto proficuo — dice
l’assessore all’Energia Vincenzo Figuccia — abbiamo garantito al governo
nazionale la presentazione in tempi brevi di un piano per superare l’emergenza
e mettere a regime il sistema: puntando sulla differenziata e sugli impianti di
compostaggio. Anche se nei prossimi mesi per evitare il disastro sanitario non
escludiamo alcuna azione: dall’invio dei rifiuti nelle cementerie al
trasferimento all’estero » . Una cosa è certa: l’emergenza è destinata a
continuare per chissà quanti mesi, considerando i tempi per realizzare veri
impianti da mettere a regime, compresa l’eventuale costruzione del
termovalorizzatore di San Filippo del Mela che Roma vuole autorizzare
bypassando la Regione.
Ma chi vive di questa perenne emergenza, con la Sicilia che negli ultimi
venti anni non ha realizzato alcun impianto alternativo alle discariche? Innanzitutto
una premessa: il business del conferimento dei rifiuti vale da solo circa 250
milioni di euro all’anno. Soldi pagati dai cittadini attraverso la Tari. E al
momento l’ 85 per cento della spazzatura, pari a oltre 2 milioni di tonnellate
all’anno, finisce tutto nelle discariche, che fanno il bello e il cattivo tempo
sapendo bene che senza impianti alternativi qualsiasi governo regionale dovrà
bussare alla loro porta.
Tra i padroni delle discariche vi sono privati, in gran parte, ma anche
enti pubblici. Ad esempio Bellolampo è gestita dalla Rap, società partecipata
del Comune di Palermo che grazie alle tariffe del conferimento dei rifiuti da
parte dei Comuni della provincia ha incassato cifre a sei zeri in questi anni e
adesso chiede alla Regione di spostare altrove questi enti locali perché la
discarica di questo passo a gennaio chiuderà per saturazione. Lo scorso anno,
per scongiurare l’emergenza sanitaria in provincia, Crocetta ha autorizzato i
comuni al conferimento a Bellolampo grazie a un affidamento diretto fatto alla
ditta Ecoambiente che ha realizzato lì un impianto mobile di trattamento. La
Ecoambiente è stata lanciata dal presidente di Confambiente Palermo, Guglielmo
Corrente, che è uscito dalla compagine societaria, e oggi incassa 14 mila euro
al giorno. Nel 2010, poi, l’allora governo Lombardo ha autorizzato ampliamenti
delle discariche per 12 milioni di tonnellate. In gran parte le autorizzazioni
riguardavano le discariche private. Non a caso una degli impianti diventati
cardine del sistema è il sito della Sicula trasporti della famiglia Leonardi a
Lentini. Qui i Comuni pagano una tariffa per il conferimento intorno ai 160
euro a tonnellata, che moltiplicato per le circa mille tonnellate che ogni
giorno vengono conferite significa un fatturato da 160 mila euro al giorno, che
all’anno fa oltre 50 milioni. La Sicula trasporti ha presentato richiesta alla
Regione per una nuova vasca e un impianto da biogas. Ad avere disponibilità
elevata per circa 800 mila tonnellate è poi la discarica di Siculiana, gestita
dal gruppo Catanzaro che fa riferimento anche al presidente di Confindustria
Giuseppe. Al momento riceve circa 500 tonnellate al giorno di rifiuti alla
tariffa di 123 euro a tonnellata.
Ma la fame di discariche della Regione in perenne emergenza tiene in vita
anche siti coinvolti in inchieste giudiziarie: dalla discarica della famiglia
Proto a Misterbianco, con il rampollo Domenico a processo per corruzione, al
sito della Tirreno ambiente a Mazzarrà Sant’Andrea: la spa è stata travolta
dalla inchieste giudiziaria e adesso il Comune, socio al 40 per cento, ha
proposto come commissario liquodatore Sonia Alfano, da sempre vicina al
senatore Beppe Lumia. Il sindaco è di area Udc, partito oggi al governo con
Musumeci. Ma tant’è. L’obiettivo è riattivare l’impianto di trattamento in una
discarica a grande rischio ambientale come denunciato dai carabinieri del Noe.
Nell’Isola dell’emergenza una discarica è per sempre.
La Repubblica Palermo, 7 dic 2017
1 commento:
A questo aggiungiamo il servizi di gestione dato ai privati, che crocetta ha permesso, con la legge degli ARO.
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