Michela Nicolosi riceve la targa in memoria del padre |
Ha portato un saluto l'attuale segretario della Camera del lavoro di Corleone, Cosimo Lo Sciuto. E' intervenuto il compagno Enzo Campo, segretario della Camera del lavoro di Palermo. Ha concluso i lavori la compagna Sara Palazzoli, della Segreteria nazionale della Flai Cgil.
Luca Nicolosi |
Non ci sembra vero. Il carissimo Luca Nicolosi non è più con noi. Lo stiamo
accompagnando per l’ultimo viaggio. Siamo ancora sconvolti e addolorati. Siamo
stati ieri all'ospedale di Corleone, poi alla camera mortuaria e, infine, a
casa sua, in via Colletti, in quella casa di cui era giustamente orgoglioso,
perché realizzata con sacrifici. Non abbiamo più parole, non abbiamo più
lacrime.
Abbiamo conosciuto Luca tanti anni fa, alla fine degli anni ’90, alla Cgil,
il sindacato dove ha militato tutta la vita. Lui, operaio forestale, è
diventato capolega della Flai di Corleone. Era un punto di riferimento per
tutti gli altri operai, un punto di riferimento costante per me, durante
questi anni in cui ho svolto il ruolo di segretario della Camera del lavoro di
Corleone. Luca lottava per il lavoro produttivo alla forestale, voleva che la
forestale cambiasse e che gli operai venissero apprezzati per le loro qualità
professionali e per il loro impegno. E fino all’ultimo, fino a venerdì 10
aprile è stato a Palermo, con una delegazione di operai di Corleone, alla
manifestazione indetta unitariamente dai sindacati per chiedere una svolta
nella politica della forestazione in Sicilia.
Luca s’impegnava insieme a tutta la CGIL per dare dignità e memoria ai
caduti del movimento contadino nella lotta contro la mafia, a cominciare da
Placido Rizzotto, alle cui cerimonie annuali non mancava mai. Fino all’ultima,
quella dello scorso 10 marzo. Era orgoglioso di appartenere all’organizzazione
di Rizzotto, di Bernardino Verro e di tanti altri martiri dell’idea.
Quante assemblee abbiamo fatto insieme! A quanti scioperi abbiamo
partecipato! Li ricordi, Luca!? Io li ricordo tutti e tu eri al mio fianco
insieme ad altri operai, che a te sembravano sempre pochi. Ne volevi di più
perché l’unione fa la forza. E la forza serve per difendere i diritti dei
lavoratori e conquistarne di altri. Tu, caro Luca, non ti stancavi mai. Sapevi
che a noi non è concesso stancarci, vero? Ciao, Luca. Confesso che ho
pianto per te, che abbiamo pianto e piangiamo per te, per il dolore che ci
provoca la tua scomparsa. Piangono per te tua moglie Enza, i tuoi figli
Francesco e Michela, tua sorella, i tuoi fratelli e i tuoi nipoti che ti amano
(me l’hanno scritto!). Piangono per te la Cgil, i tuoi amici e tutte le persone
che ti hanno conosciuto e stimato. Sono onorato di essere stato un tuo amico e
compagno. Credimi, anche tu per me eri, sei, un amico e un compagno fraterno!
Ti voglio bene... Ti ricorderemo sempre. Saremo vicini ad Enza, Francesco e
Michela. Ciao, Luca…
Dino
Paternostro
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