Il riconoscimento all'inchiesta giornalistica trasformata in romanzo sulla
eco-mafia siciliana. Il Premio Letterario riservato agli autori esordienti e fondato nel 2016
dall'omonima associazione culturale torinese ha visto salire sul palco di
Pistoia – capitale della cultura italiana in carica – la giornalista e
scrittrice palermitana. La manifestazione, già patrocinata dalla Regione
Piemonte e dalla Città di Torino, si è avvalsa quest'anno anche della
sponsorizzazione del Salone Internazionale del Libro e dell'Istituto Treccani.
Pistoia, 12 novembre 2017 – Dopo la conferenza stampa svoltasi nella
mattina di ieri alla Biblioteca San Giorgio, una Barbara Giangravè visibilmente
emozionata è salita in serata sul palco del R-mutt 1917, nella centrale via dei
Bacchettoni di Pistoia, al momento della proclamazione del vincitore del Premio
Augusta edizione 2017.
La giornalista e scrittrice siciliana, al suo esordio come autrice con il
romanzo “Inerti” (pubblicato dalla casa editrice milanese Autodafé), è arrivata
alla finale del Premio Letterario per il secondo anno consecutivo. Già l'anno
scorso, infatti, a Mantova (capitale italiana della cultura 2016), la
romanziera siciliana era risultata seconda alla fine della votazione on line da
parte dei lettori e non era salita sul palco del Teatro Sociale perché non
selezionata dalla giuria.
Il regolamento del Premio – che le ha consentito di partecipare anche
quest'anno, perché non ha ancora pubblicato il suo secondo romanzo – l'affetto
dei lettori e dei librai, il sostegno dei giornalisti e la sua stessa tenacia,
oltre che la preferenza della giuria nominata quest'anno, hanno finalmente
avuto la meglio.
Come dichiarato dagli stessi organizzatori del Premio,“Nel paese in cui gli
autori esordienti vengono vessati da una cronica assenza di impegno economico
da parte dei soggetti della filiera del libro, Augusta scommette sui talenti
del presente che è già futuro, premiando con un assegno da 10mila euro il
vincitore”. Così, lo scrittore Giuseppe Culicchia, lo scrittore e critico
letterario Emanuele Trevi e il linguista, critico letterario e saggista Gian
Luigi Beccaria – componenti della giuria di questa seconda edizione – hanno
fatto convergere sull'autrice nata a Palermo la loro scelta.
Inerti è un romanzo a tutti gli effetti, anche se nasce da un precedente
lavoro d'inchiesta di colei che lo ha scritto. Questa la quarta di copertina:
“Licenziata dall'azienda per cui lavora, la trentenne Gioia lascia la sua città
e si trasferisce nel paese di provincia dei defunti genitori. Il suo arrivo nel
piccolo centro abitato non passa inosservato, nonostante Gioia viva tra casa e
la libreria, nella quale viene assunta come commessa. L'incontro con una
vecchia conoscenza, Fabio, sconvolge i piani di Gioia. L'uomo, malato di
tumore, rivela che sono in tanti ad avere il cancro in quel posto. Interessata
a fare luce sulla vicenda, Gioia comincia, con l'aiuto di Fabio e di altre
persone, a cercare le prove di un traffico illecito di rifiuti di cui tutti
parlano tra i denti, senza mai fare alcuna vera ammissione. Alla ricostruzione
del passato dell'antico borgo delle origini, si affiancano il ricordo doloroso
di uno stupro subito da Gioia quando era adolescente e dubbi e sospetti
sull'incidente stradale in cui sono morti i genitori. Il romanzo nasce dalla
raccolta di materiale per un'inchiesta su presunti intombamenti in Sicilia e
viene incoraggiato dalle dichiarazioni che il pentito di camorra Carmine
Schiavone ha rilasciato all'autrice un anno prima di morire, relative allo
smaltimento illegale di rifiuti che, in Sicilia, sarebbe iniziato dieci anni
prima rispetto alla Campania. <>. Tra finzione e realtà, il libro si
conclude con una postfazione che contiene per intero le affermazioni di
Schiavone”.
Dopo la sua pubblicazione, avvenuta alla fine di febbraio del 2016, Barbara
Giangravè ha cominciato un tour nazionale di presentazioni che l'hanno portata,
in poco più di un anno, a toccare 60 librerie sparse sul territorio italiano:
da nord a sud, isole comprese.
Accolto con particolare interesse e reale apprezzamento dalla critica
(qui http://www.autodafe-edizioni.com/2015/05/28/barbara-giangrave/ trovate
le 65 tra recensioni e interviste pubblicate fino a oggi dalla stampa
nazionale), il romanzo ha rappresentato una vera e propria scommessa per
l'esordiente siciliana che, dopo dieci anni, ha lasciato la professione
giornalistica per dedicarsi completamente a quello che lei stessa ha sempre
definito “il suo sogno di bambina”.
EOggi, forte dell'esperienza fatta totalmente in prima persona e senza
altra organizzazione alle spalle che la sua, ha già cominciato a lavorare alla
stesura del secondo romanzo.
“Con questo assegno in tasca – ha dichiarato Barbara Giangravè – avrò la
possibilità di concentrarmi sulla scrittura per qualche altro mese. Poi si
vedrà. Ma, nel frattempo, voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno portata
fino a questo punto: i giornalisti che hanno scritto subito di me, i librai che
mi hanno dato la possibilità di presentare il romanzo anche se un'illustre
sconosciuta ha bussato personalmente alla loro porta, i lettori che dopo avermi
incontrato mi hanno seguito e incoraggiato tramite la rete, gli amici (tanti)
che mi hanno supportato e sopportato in giro per l'Italia, la mia famiglia di
sangue e quella buddista... che mi ha permesso di non mollare mai, soprattutto
nei momenti peggiori”.
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