Claudia Brunetto
Il preside della Ragusa Moleti ha fatto togliere le statue religiose e ha
vietato le preghiere La protesta dei genitori
La statua della Madonna e del Sacro Cuore di Gesù, con un bassorilievo di
Maria che stringe il bambino e un ritratto di Cristo in croce, sono finiti sul
davanzale della finestra del bagno all’ingresso della scuola. Di fronte ai
sacchi neri pieni di spazzatura. Lo ha deciso Nicolò La Rocca, preside della
direzione didattica Ragusa Moleti a un passo da corso Calatafimi, che ieri
mattina ha fatto arrivare ai prof di tutte le classi, sia della sede centrale
che delle due succursali, una circolare “shock”, come l’hanno definita i
genitori. Divieto di pregare prima di consumare la merenda e durante le ore di
lezione, anche quella di Religione. E con lo stop alle preghiere anche la
rimozione delle statue perché «troppo ingombranti».
« Ci sarebbe nella nostra scuola — si legge nella circolare firmata da La
Rocca — l’usanza da parte di alcuni docenti di fare pregare i bambini prima
dell’inizio delle lezioni e di fare intonare canzoncine benedicenti prima della
consumazione della merenda. Considerando il parere dell’Avvocatura dello Stato
del 2009 è da escludere la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni
religiose nella scuola durante l’orario scolastico».
La circolare è stata firmata dai professori che, però, hanno chiesto un
confronto con il dirigente ed è stata respinta al mittente dai genitori che
ieri si sono ritrovati a scuola per protestare. Ma il preside ha preferito non
incontrarli.
A far scattare la presa di posizione del dirigente un articolo apparso
martedì sul “Fatto quotidiano” online in cui alcuni genitori segnalavano la
presenza di immagini sacre a scuola e l’usanza di pregare prima delle lezioni.
Un servizio giornalistico « inopportuno » per il preside che ha provveduto
subito a diffondere la circolare. «Sono per una scuola laica — dice il
preside — Ho trovato qui le statue e le immagini sacre molto ingombranti. Anche
un Budda di grandi dimensioni sarebbe stato fuori luogo. E poi le preghiere in
classe si usano solo al Sud, non mi è mai capitato altrove. Avrei preferito che
i genitori si rivolgessero direttamente a me invece di contattare i giornali ».
La Rocca, originario di Partanna in provincia di Trapani, è arrivato
soltanto quest’anno alla Ragusa Moleti dopo anni da preside nel Milanese.
Alcuni collaboratori scolastici e prof, anche se non apertamente, dicono di non
avere compreso le ragioni della sua circolare. Ma La Rocca va avanti per la sua
strada. Nessuno sa chi siano i genitori che hanno contestato la presenza di
immagini religiose a scuola. La maggior parte, infatti, ieri pomeriggio era a
scuola in rivolta. Numerose mamme hanno chiesto anche il supporto della
comunità parrocchiale del Cuore eucaristico di Gesù lì vicina all’istituto.
E stamattina minacciano di non fare entrare i bambini a scuola o di
presentarli a lezione con una piccola croce al collo in segno di protesta.
«È una vergogna — dice Alessia Miraglia, mamma di un alunno della Moleti —
Il preside deve tornare sui suoi passi. A scuola la preghiera c’è sempre stata,
come il crocefisso. Lui non può arrivare qui e togliere le statue. Non è questa
la scuola laica. Una scuola laica non significa atea, significa che tutti
possono professare la loro religione. Che ben vengano i simboli religiosi di
bambini di altre confessioni». La Moleti non è una scuola multietnica. Su 700
alunni, appena una decina è di origine straniera. Non è la presenza di altre
religioni nel contesto scolastico, dunque, ad avere influito sulla
decisione del preside.
« Non si capisce ancora chi sia stato a lamentarsi — dice la mamma Amalia
Costa — Perché siamo tutti d’accordo che le statue non danno fastidio a
nessuno. Adesso si avvicina il Natale e noi tutti contiamo di fare come ogni
anno la recita natalizia e di allestire il presepe. Il preside non può vietarlo
» . Un caso simile si era verificato nel 2011 quando la preside della scuola
Andrea Sole di Borgo Molara decise di rimuovere il quadro della Madonna da anni
sistemato nell’atrio. Quella volta fu la mamma di una bambina di religione
musulmana a far notare alla preside che sua figlia avrebbe subito una
discriminazione a causa della presenza di quel quadro. « Non ci interessa cosa
accade altrove — ribadiscono le mamme — Nella nostra scuola si deve poter
pregare e professare qualsiasi religione. Senza divieti».
La Repubblica Palermo, 24 nov 2017
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