DINO PATERNOSTRO
Totò Riina è morto. Prima di lui è morto anche Bernardo
Provenzano. E prima ancora Luciano Liggio. Insieme a Michele Navarra, sono
stati i feroci capi ella Cosa Nostra siciliana, di origine corleonese, colpevoli
dei crimini più orrendi, delle nefandezze più inaudite nei confronti della
società civile e dello Stato. Sono stati loro (e Riina più di tutti) ad inchiodare
Corleone al tragico destino di “capitale della mafia”, nonostante i tanti e
generosi tentativi di tanti e generosi corleonesi onesti di liberarsene. Sarebbe
facile adesso usare le parole più violente e crudeli nei confronti di Riina. Ma
a noi non serve alcuna vendetta. Ci sentiamo solamente di fare una riflessione.
E invitiamo gli uomini (e le donne) di mafia a farla insieme a noi. A che vi
serve restare in questa organizzazione criminale? Prima o poi verrete
arrestati. Rischierete di morire in carcere. Prima o poi i vostri beni verranno
confiscati. Marchierete a fuoco per i prossimi anni i vostri figli e i vostri
nipoti. Abbandonate questa organizzazione di sangue. Cambiate strada. È possibile.
Sarebbe il più bel regalo che potreste fare alla Sicilia e alla Corleone degli
onesti.
Dino Paternostro
Direttore di Città Nuove Corleone
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