Il sen. Giuseppe Lumia |
Legislatura
17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08295 - Pubblicato il 24 ottobre 2017, nella seduta n.
904
LUMIA - Ai Ministri degli affari esteri e della
cooperazione internazionale e dell'interno. -
Premesso che:
ancora una volta la stampa e la
comunicazione straniere ricorrono ai più squallidi cliché della
cultura mafiosa che offendono la Sicilia e i siciliani. Si tratta nella
fattispecie del servizio video, dal titolo "Un'offerta che non si può
rifiutare", realizzato da un giornalista francese e pubblicato on
line dalla testata "Auto Moto Magazine";
già l'incipit è tutto un
programma: «Benvenuti a Corleone, la città del padrino». Da lì seguono le
immagini dell'automobile che attraversa le strade del corleonese accompagnate
dalla colonna sonora del celebre film di Francis Ford Coppola.
In pochi secondi è un crescendo di stereotipi che culmina con una scena
raccapricciante. Dopo aver descritto le caratteristiche dell'automobile,
infatti, il giornalista apre con un telecomando il portellone del bagagliaio
dentro cui viene mostrata una persona incaprettata. Il video si conclude con il
giornalista che dice: «In Sicilia si usa fare così»;
già in passato, imprese, agenzie
pubblicitarie, testate giornalistiche, trasmissioni televisive e radiofoniche
hanno utilizzato simili argomenti, fornendo una rappresentazione distorta della
Sicilia e della sicilianità. In alcuni casi, si tratta di strategie di marketing architettate
ad arte per creare clamore e sfruttare la forza d'attrazione determinata dalla
filmografia internazionale dedicata al tema. In altri, invece, si parla della
Sicilia, richiamando usi e costumi mafiosi che non hanno nessuna attinenza con
la realtà e che, al contrario, diffamano l'immagine di un intero popolo;
il caso descritto a giudizio dell'interrogante
supera tutti i limiti della decenza. Il servizio, infatti, è così agghiacciante
da suscitare l'indignazione dei cittadini e dell'opinione pubblica. Al di là
dei richiami al celebre film americano, la scena
dell'incaprettamento e la chiosa finale del giornalista sono davvero
inaccettabili e non possono essere giustificati dal cattivo gusto;
è sempre opportuno ricordare che la
Sicilia non è soltanto la terra dove è nata Cosa nostra, ma è anche la terra di
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tutti coloro che hanno combattuto la
mafia a caro prezzo e dei tanti che ancora oggi si oppongono a qualsiasi forma
di illegalità;
l'Italia è un Paese consapevole
dell'esistenza e della pericolosità di un fenomeno che combatte ogni giorno e
che pertanto non può subire una mortificante campagna di denigrazione, che
paradossalmente finisce per promuovere la cultura mafiosa,
si chiede di sapere come i Ministri
in indirizzo intendano tutelare l'impegno e l'immagine del nostro Paese e di
Corleone.
Giuseppe Lumia
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