di AMBRA DRAGO
”La vicenda inizia
nel 2012 prima con un sequestro e poi con una confisca- sottolinea il
comandante Giancarlo Trotta, comandante provinciale della Guardia di
Finanza- e scopriamo che l’amministratore giudiziario nominato per
gestire il centro commerciale Portobello di Carini, aiutava di fatto l’
imprenditore destinatario della misura.Quanto accaduto, continua il comandante,
deve spronare a chi è competente a attenzionare il sistema delle
misure di prevenzione”. Stiamo parlando di Giuseppe Ferdico, 61 anni
da sempre considerato il “re dei detersivi” e del suo “complice” il
commercialista Luigi Miserendino, che era stato nominato dal tribunale per
gestire il patrimonio confiscato nel 2014. Questa mattina, i finanzieri del
Gico e del Gruppo Tutela spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria hanno
arrestato Ferdico per intestazione fittizia di beni, a Miserendino è stata
invece notificata un’ordinanza che lo pone ai domiciliari con l’accusa pesante
di favoreggiamento aggravatoIn manette sono finiti anche i tre imprenditori a
cui l’amministratore giudiziario aveva affittato ufficialmente il centro
commerciale.
Ferdico tre anni fa
era stato assolto in primo grado dall’accusa di concorso esterno in
associazione mafiosa, anche se il suo nome da sempre è stato legato al
mandamento di San Lorenzo. Il nome di Ferdico venne anche trovato nel covo di
Provenzano. Tutt’ora si sta svolgendo il processo di secondo grado, ma ciò non
aveva impedito la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo di
far scattare la confisca del il patrimonio da 450 milioni di euro.
L’imprenditore è accusato di aver costruito un impero all’ombra dei boss.
Passano allo Stato una dozzina di supermarket in città e provincia, poi anche
il grande centro commerciale di Carini.
La cosiddetta testa di
paglia, di Ferdico è Francesco Montes ( soprannominato Mario). imprenditore del
settore del giardinaggio,condannato per bancarrotta da tribunale di Termini
Imerese. E’ lui che tiene i rapporti con l’amministratore giudiziario. Di fatto
Mario Montes era il rappresentante delle società “Ariaperta Srl” e ”
Fenice Store srl”, nelle quali Ferdico interveniva come socio occulto.
” Non si gira
dall’altra parte Miserendino, scrive il gip, anzi affitta i locali al socio
occulto di Ferdico”.
Il vasto patrimonio
aziendale subisce diverse modifiche societarie. La Ferdico &C Snc viene
divisa in tre: Ariaaperta Srl gestisce la galleria data a Luca Montes ( figlio
del bancarrottiere); la Bi.MI Srl gestisce il supermercato fino al 1
giugno 2016 per dar vita alla Fenice Store Srl gestisce il nuovo supermercato
di cui l’imprenditore è costretto a pagare il pizzo in 400 euro mensili a
Antonio Scrima, ragioniere del ” re dei detersivi”. E lo stesso Scrima è vicino
a ambienti mafiosi e uomo considerato essenziale per Ferdico.Scrima è cognato
di Placido Dragotto, genero di Benedetto Marciante in affari con Ferdico e
destinatario di una misura prevenzione.
E la longa manus di
Ferdico, sempre Scrima insime a Pietro Felice, già arrestato per 416 bis per
aver fatto parte della famiglia mafiosa di Porta Nuova, si occupavano del
settore dell’estorsioni anche quella ai danni incaricato della ditta di
vigilanza del centro commerciale. QUest’ultimo avrebbe collaborato con le
Fiamme gialle che attraverso intercettazioni telefoniche e appostamenti sono
arrivati all’operazione odierna ” Backdoor”.
“All’ interno del
centro commerciale Portobello nonostante il risultato di oggi – sottolinea
Francesco Mazzotta,comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo
abbiamo potuto documentare la sussistenza di un consolidato clima di
omertà, anche perchè Ferdico era presente fisicamente a Carini e si occupava
addirittura di guidare la sistemazione degli scaffali “.
E propio la presenza
dell’imprenditore aveva portato l’ex presidente della Sezione Misure di
Prevenzione, Silvana Saguto, a dispore che Giuseppe Ferdico dovesse stare
lontano dai beni a lui confiscati.
D’altronde lo stesso
gip nella sua ordinanza di arresto ha evidenziato il legame esistente tra
Ferdico e l’ amministratore giudiziario. Quest’ultimo “non si sarebbe
voltato dall’altra parte, anzi avrebbe agevolato gli affari del ” re dei
detersivi” affittando i locali a imprenditori a lui riconducibili”.
SiciliaInformazioni, 3 ottobre 2017
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