Il boss mafioso Totò Riina |
Tony Ciavarello, marito della figlia del
boss Maria Concetta, apre una pagina per rilanciare la sua richiesta e
raccontare la sua storia: nel luglio scorso gli furono sequestrate le sue
aziende. Poi minacciò anche il cronista di Repubblica
di
ENRICO BELLAVIA
Piange miseria il genero del boss. Senza un soldo e
"senza vergogna" lancia anche una petizione online, una colletta su
un apposito sito per rimediare qualcosa e rimarcare la sua condizione di
"perseguitato". Lui è Antonio "Tony" Ciavarello, genero di
Totò Riina perché marito di Maria Concetta, la più grande delle figlie del
capomafia corleonese. A ridurlo sul lastrico, a sentire lui, il
sequestro delle due aziende messe su negli ultimi cinque anni in Salento per la
commercializzazione di ricambi auto.
Lumia: Dal genero di Riina subdolo tentativo di mistificazione della realtà
Per la magistratura palermitana sul capitale d'avvio grava il sospetto che sia originato dalle fortune del suocero, in larga parte mai scoperte e che anche dopo il 15 gennaio del 1993 - data della cattura del numero uno di Cosa nostra - ha assicurato un altissimo tenore alla famiglia, ritiratasi a Corleone. A partire dalle costose trasferte per le visite in carcere al superboss, al figlio Giovanni, detenuto all'ergastolo e all'altro fratello, Salvuccio, che ha già scontato una condanna per mafia.
Ora Ciavarello, che ha sempre patito di riflesso la condizione di imparentato con il boss, non ci sta e alternando frasi oblique al limite del minaccioso e una remissiva acquiescenza al "volere del Signore" dal quale comunque "si aspetta giustizia", ha anche allestito un'apposita pagina ("Il boss non Boss ma Boss nel suo mestiere") per narrare, a puntate, la sua storia di imprenditore finito nella rete della giustizia e rilanciare la colletta. A dargli manforte, in posizione più defilata, arriva di tanto in tanto la moglie che lamenta l'assenza di "vera democrazia" nel nostro Paese.
Le uscite social della Riina family si sono infittite nell'ultimo periodo. La figlia più piccola, Lucia, lamentò la mancata concessione del bonus bebè. Poi toccò a Ciavarello attaccare con fare intimidatorio il cronista di Repubblica Salvo Palazzolo dopo la notizia del sequestro dei beni. L'anno scorso fu invece Salvuccio Riina a venire fuori con un libro biografico presentato a Porta a Porta con un'intervista concordata dalla quale era esclusa qualunque domanda scomoda.
La Repubblica, 25 ottobre 2017
Lumia: Dal
genero di Riina subdolo tentativo di mistificazione della realtà
Ci mancava solo questo:
adesso dobbiamo fare la ‘colletta’ per il genero di Riina, Tony
Ciavarello. I tempi cambiano e la mafia muta strategia. Il
figlio di Riina va in tv ad ostentare forza e sicurezza. Ciavarello fa
addirittura un post su Facebook per chiedere prestiti, asserendo di avere
difficoltà economiche ma pronto a restituirli e pensate un po’ a fare
beneficenza. A Corleone ritorna in
libertà, per fine pena, Giovanni Grizzafi, denominato
il “messia” con il compito di rilanciare la famiglia mafiosa di Riina.
Insomma, siamo di fronte ad un misto di
arroganza, agire sfrontato e senza rossore, ma anche ad un subdolo tentativo di
mistificazione della realtà diretto a suscitare quasi quasi dei sensi
di colpa all’antimafia, fatta, secondo i boss, di persone
feroci, senza cuore, che affamano i mafiosi e che rovinano la ‘loro’ economia.
Attenzione, perché questo gioco
apparentemente sembra una buffonata, sotto sotto è un gioco sottile a cui non
va dato spazio. È risaputo che col fuoco ci si brucia:
anche con la mafia bisogna tenere le dovute distanze e così capire e colpire,
prevenire e colpire, agire e colpire.
La
mafia dei boss è ricca e
succhia il sangue all’economia sana che fatica giorno dopo giorno, umilia gli
onesti, poveri o benestanti che siano. La mafia non ha niente di buono, mai lo
ha avuto e mai lo avrà.
Giuseppe
Lumia
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