Emanuele Macaluso |
EMANUELE MACALUSO
Ieri non era difficile prevedere che il Governo avrebbe messo la fiducia
sulla legge elettorale. Quella legge però non è proposta dal Governo, ma da
alcuni parlamentari. Si tratta quindi di una forzatura politico-parlamentare
che non credo abbia precedenti. Se non ricordo male, la legge truffa del 1953,
che scatenò una dura opposizione del Pci e del Psi, fu presentata dal Governo
De Gasperi, il quale in Senato mise la fiducia, ponendo fine all'ostruzionismo
della sinistra. Nel Parlamento di oggi, però, non c'era ancora nessun
ostruzionismo, dato che la discussione non era ancora iniziata. Ma c'è un
risvolto politico che attiene alla condotta del segretario del Pd, sul quale
vorrei spendere qualche parola.
Sono trascorsi pochi giorni dalla riunione della direzione del Pd (che
conta meno di zero), nella quale Renzi disse che chi era uscito dal Pd non era
il suo avversario: un chiaro riferimento al gruppo di Bersani. Tutti i giornali
parlarono di una svolta di Renzi. Ieri, ho commentato un'intervista di Orlando
che proponeva modifiche alla legge elettorale, che tenevano conto anche delle
obiezioni di Bersani e soci: non più avversari, dunque, ma possibilmente
alleati nei collegi uninominali contro le destre unite. Renzi, negli stessi
giorni, ha invece chiesto e ottenuto che il Governo ponesse la fiducia,
sbarrando la strada ad ogni modifica e ribadendo così che i suoi primi
avversari sono quelli che stanno, bene o male, alla sua sinistra, e non alla
sua destra. Mi dispiace il cedimento politico di Paolo Gentiloni, anche perché
il suo comportamento non mi pare compatibile con il ruolo di leader che tanti
gli hanno giustamente riconosciuto. Gentiloni non ha capito che, con questa
richiesta, Renzi lo avrebbe azzoppato come possibile alternativa alla sua
leadership.
Renzi ha preteso e ottenuto che la legge prevedesse il nome del leader come
collante di una coalizione per candidarsi anticipatamente a Presidente del
Consiglio. E giustamente, Giorgio Napolitano ha sottolineato che si tratta di
una violazione della Costituzione, la quale non prevede la elezione diretta del
Premier o la sua anticipata designazione: una violazione della Costituzione
inaugurata dal porcellum. Pisapia ha detto che la legge nel suo complesso, e la
fiducia del Governo, rappresentano un grave strappo istituzionale. Ma sono
anche uno strappo politico nei suoi confronti. Nei prossimi giorni vedremo
quali saranno gli sviluppi. Continuo a pensare che in sofferenza è soprattutto
la sinistra e il centrosinistra. La destra può solo gioire.
11 ottobre 2017
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