Palermo 18 luglio
2017 – Pio La Torre dirigente sindacale. Pio La Torre che tiene i comizi nelle
piazze contro il carovita e organizza gli operai dei Cantieri Navali. Un ruolo,
quello di segretario della Camera del Lavoro di Palermo prima e poi del
sindacato siciliano della Cgil, che l'esponente politico ispiratore della legge
di sequestro confisca e gestione dei patrimoni mafiosi, ucciso dalla mafia il
30 aprile del 1982, ha svolto prima di diventare il segretario del Pci. La Cgil Palermo
rilegge le pagine meno conosciute della vita del deputato e segretario
regionale del Pci nel corso dell'iniziativa “Pio La Torre”: dirigente Cgil”,
che si è tenuta oggi 18 febbraio, alle ore 9,30, al Real Teatro Santa
Cecilia. Sono intervenuti il senatore Emanuele Macaluso, il sindaco Leoluca
Orlando, Edmondo Montali della fondazione Di Vittorio, Vito Lo Monaco,
presidente del centro studi Pio la Torre, il segretario generale Cgil Sicilia
Michele Pagliaro e il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo.
“Proviamo a
colmare questo vuoto con orgoglio e a riportare alla luce una storia importante
del nostro passato – ha dichiarato il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo
- La
Torre sin da giovane si è impegnato nelle lotte in favore dei braccianti e, con
la parentesi del carcere, ha preso parte attiva alla vita sindacale per una
quindicina d'anni”.
Dirigente della
Federterra, sostituisce Placido Rizzotto alla Camera del Lavoro di Corleone nel
1948, poi entra a far parte della Camera del Lavoro di Palermo, nella squadra
di Emanuele Macaluso e nel 1958 viene eletto segretario. Vi rimane fino al
1962, quando diventa segretario regionale della Cgil, prendendo il posto di
Emanuele Macaluso.
La Torre viene
arrestato per la sua attività in difesa dei contadini, dei poveri e dei
braccianti, e sta un anno e mezzo in carcere. Diventa da subito un punto di
riferimento del movimento contadino, che attraverso la conquista della terra
chiedono di emanciparsi. “Alla Cgil e dentro il Partito comunista – aggiunge
Enzo Campo - La Torre è stato alla testa di quel movimento di contrasto del
nuovo blocco sociale dei gabellieri, dei campieri e degli agrari nella loro
azione in difesa del latifondo, assieme alla democrazia cristiana. La Torre,
dopo il carcere, viene mandato alla Camera del Lavoro di Palermo, prima in
segreteria, e dopo ne diventa segretario generale. Qui inizia una battaglia
speciale nei confronti dei metalmeccanici, dei Cantieri navali in particolare,
la principale industria cittadina, dove le condizioni di lavoro sono disumane,
si lavora 14-16 ore al giorno, gli infortuni sono continui”.
La storia di Pio La Torre sindacalista Cgil. E' una storia che si
svolge a cavallo degli anni Cinquanta, quando il popolo di Palermo è in lotta
per la rinascita e anche in città comincia a svilupparsi un movimento popolare.
Tra le prime battaglie c'è quella di una casa per tutti i palermitani. Casa,
lavoro, pace: nascono comitati di rione, di vicolo, di cortile. La situazione è
preoccupante per tutto il comparto industriale: in sofferenza sono
l'Aeronautica sicula, Omssa, il Cantiere Navale, le Acciaierie Bonelli. La Cgil
chiede di salvare le fabbriche e il rispetto dei contratti, denuncia la
repressione dei diritti sindacali, vessazioni fasciste, infortuni.
Il 27 settembre
del 1952 La Torre, consegretario e responsabile dell'ufficio di organizzazione
della Camera del Lavoro, invita il consiglio comunale a cacciare la Vaselli, la
prima azienda che si è occupata di rifiuti a Palermo, dalla città. Fa un atto d'accusa
sulla nettezza urbana: parla del capitolato d'appalto violato, dei lavoratori
sfruttati indegnamente, chiede di rescindere il contratto e di istituire una
commissione d'inchiesta.
Nel congresso
della Camera del Lavoro di quell'anno i temi principali nelle relazioni di di
Emanuele Macaluso, segretario generale, e di La Torre, consegretario, sono: la
riforma agraria, la terra ai contadini, il giusto salario ai braccianti. E
ancora la difesa dell'industria, la rinascita dei quartieri popolari, i lavori
pubblici, il miglioramento dei servizi, la condizioni di vita, gli aumenti
salariali e il rispetto dei contratti di lavoro. In quegli anni la popolazione
attiva è scesa al 32 per cento. I lavoratori si battono per salvare l'economia.
Il 6 agosto c'è uno sciopero generale: alla Vaselli si sciopera 4 ore anziché
2. La Cgil invia una lettera al sindaco sulla condizione dei netturbini. Il 25
agosto c'è lo sciopero unitario dei lavoratori dell'industria, per la
perequazione della contingenza.
In quegli anni si
susseguono le sciagure al Cantiere Navale: 15 morti in 4 anni e oltre 300
infortuni, quasi tutti nei lavori di pulitura delle petroliere, tra gli
avventizi assunti attraverso ditte di comodo e pseudo cooperative. In una
lettera al sindaco, a firma di Macaluso, Saitta, Di Piazza, Scimone, La Torre
viene sollecitata una riunione con i sindaci delle grandi città per
l'interdizione delle armi atomiche e termonucleari.
Quando Emanuele
Macaluso passa alla direzione della segreteria regionale della Cgil, oltre che
all'attività parlamentare, la responsabilità della Camera del Lavoro viene
affidata a Pio La Torre. Migliaia sono i lavoratori al comizio di La Torre del
13 maggio 1952, un comizio in precedenza impedito dal questore. C'è una
diffusione di colera tra braccianti ed edili per la mancata assistenza
sanitaria e sociale, vengono chiesti gli aumenti salariali per gli operai
dell'industria. Il 23 giugno del 1954, La Torre interviene sulla speculazione
edilizia, sull'assalto alle periferie urbanizzate (Villa Ruffini e Villaggio
Santa Rosalia), a spese di Comune e Regione, trasformate in aree edificabili di
maggior valore per deportarvi gli abitanti dei quartieri popolari interni che
verranno svuotati e sfruttati. “L'amministrazione comunale – accusa la Cgil -
agevola la grande speculazione privata”.
Il 12 luglio
1955, 15esimo infortunio al Cantiere Navale, dove gli operai lavorano senza
orario né busta paga. La Cgil e la Fiom denunciano condizioni di sicurezza
drammatiche, illegalità diffusa, avventizi assunti da mafiosi, tempi di lavoro
a piacimento.
Nella relazione
di La Torre al congresso, il quadro è quello di una città e di una provincia
oppresse dalla disoccupazione, Salvatore Carnevale è stato da poco assassinato
per la sua lotta contro la nuova mafia, al Cantiere navale vengono licenziati
colore che contrastano i capimafia di Acquasanta.
Dopo la
repressione poliziesca a Partinico, Carini, Villafrati, Termini Imerese,
Altofonte, Piana, la Camera del Lavoro con Pio La Torre chiede interventi
urgenti per combattere la disoccupazione. Il 14 marzo 1956, La Torre guida lo
sciopero di migliaia di lavoratori in lotta a Palermo contro i salari coloniali
e il carovita. Chiede il rispetto delle leggi sul collocamento, prospettive per
i disoccupati, la riduzione del costo della vita colpendo “i parassiti dei
mercati cittadini”.
Cresce intanto in
città la coscienza sindacale, aumentano le lotte degli autoferrotranvieri, si
arriva a uno sciopero permanente, di 26 giorni. Il segretario della Camera del
Lavoro Pio la Torre denuncia la crisi edilizia che investe tutta l'economia
cittadina, con tantissime imprese che interrompono i lavori in corso, l'80 per
cento di edili disoccupati. I giornali in quei giorni riprendono il discorso di
La Torre all'assemblea dei fuori ruolo della Regione, 700 impiegati precari,
“massa di manovra clientelare e elettorale”. Si parla della stabilizzazione di
500 lavoratori, artisti e tecnici dei teatri Massimo e Bellini. A rischio occupazione
sono i lavoratori delle aziende metallurgiche e della cantieristica. Il 3
febbraio del 1962 La Torre tiene un comizio da segretario regionale Cgil allo
sciopero della cantieristica. Ieri come oggi la richiesta è di mantenere le
riparazioni ma di puntare sulle costruzioni navali, per garantire un'attività
permanente allo stabilimento palermitano.
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