Ha un volto e un nome l'uomo che sabato 26 agosto ha
accompagnato, a bordo di una Smart nera, l'assassino del fruttivendolo del Capo
Andrea Cusimano, Calogero Piero Lo Presti. Si tratta di Fabrizio Tre Re, 27
anni, pluripregiudicato e sorvegliato speciale, è lo zio materno di Lo Presti,
che di anni ne ha 23. I carabinieri del nucleo Investigativo lo hanno fermato stanotte
su disposizione della procura di Palermo. Concorso in omicidio è l'accusa. Ad
incastrarlo ci sono alcune immagini delle telecamere in via Volturno. L'auto
appartiene alla moglie di Tre Re, l'uomo era stato anche ascoltato come
testimone il giorno del delitto, aveva fornito un alibi, che poi è crollato.
Così è partita una richiesta di custodia cautelare firmata dal procuratore capo
Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvatore De Luca e dalle sostitute Amelia
Luise e Caterina Malagoli. L'ordinanza è stata emessa dal giudice delle
indagini preliminari Ermelinda Marfia. Il colonnello Antonio Di Stasio,
comandante provinciale dell'Arma, commenta: "Un risultato arrivato in
tempi brevissimi grazie alla grande sinergia tra i carabinieri e la procura. Un
risultato che è il frutto di cuore e di impegno. Il cuore eroico dei due
militari che dopo gli spari si sono lanciati sull'assassino per bloccarlo,
l'impegno delle indagini che sono subito partite per raccogliere tutti gli
elementi necessari all'inchiesta".
Le indagini proseguono, resta il giallo del
movente che ha spinto il giovane rampollo di una famiglia di mafia a sparare.
Alcune tracce portano a una lite in un pub della Vucciria, avvenuta la notte
prima del delitto, una lite fra il padre dell'assassino e il fratello della
vittima. Al mattino, poco dopo le sette, i due uomini stavano ancora discutendo
animatamente, davanti l'ingresso del mercato; l'arrivo di una pattuglia dei
carabinieri, dopo una telefonata al 112, ha temporaneamente placato gli animi.
Alle 7,45, il raid di Lo Presti junior a bordo della Smart e quei colpi di
pistola contro Andrea Cusimano. A poca distanza, c'erano due carabinieri del
nucleo Investigativo, che hanno subito bloccato la fuga dell'assassino,
già salito sulla Smart. Il numero di targa della vettura, partita in velocità,
è rimasto immortalato nell'occhio di una telecamera di sorveglianza, in via
Volturno. Tre giorni dopo, il ritrovamento della vettura, in via Belmonte
Chiavelli. Si fa strada l'ipotesi che dietro la lite fra le due famiglie ci sia
uno scontro per la gestione di affari illeciti, forse un traffico di droga.
La Repubblica Palermo, 8 settembre 2017
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