Un altro significativo appuntamento alla Fondazione Whitaker, presso la
Villa Malfitano a Palermo, lunedì 2 ottobre alle ore 18,00. L’archeologo e
soprintendente del Mare Sebastiano Tusa e il saggista e studioso del mondo
mediterraneo Carlo Ruta presentano il loro libro Viaggio nella Grecia
antica, da Oriente a Occidente, uscito da poco per le Edizioni di Storia.
Introduce Paolo Matthiae, presidente della Fondazione Whitaker e docente di
Archeologia alla Sapienza di Roma. Coordinano il dibattito gli archeologi
della Soprintendenza del Mare Roberto La Rocca e Francesca Oliveri. Relatore,
Nunzio Allegro, docente di Archeologia classica all’Università di Palermo.
Concludono gli autori del libro Sebastiano Tusa e Carlo Ruta. Organizzano la
Fondazione Whitaker e la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia. Ancora un viaggio in forma di dialogo, in cui l’approccio storiografico
alle fonti scritte e quello dell’investigazione archeologica, che dà voce ai
resti materiali del passato, appaiono strettamente connessi, fino quasi a
fondersi, seguendo piste anche inconsuete.
Si tratta del Viaggio nella Grecia antica da Oriente a Occidente di Carlo Ruta e Sebastiano Tusa: un libro agile ed essenziale, arricchito da oltre ottanta immagini in bianco e nero, appena uscito per le Edizioni di storia e studi sociali. Un percorso, quello dei due studiosi, inaugurato già da un Viaggio tra Mediterraneo e storia e destinato a continuare, con ulteriori tappe, per illustrare aspetti e vicende del passato, soprattutto mediterraneo, che possano contribuire alla crescita della conoscenza diffusa e, in particolare, a trarre dalla storia lezioni utili per l’oggi.
In questo viaggio-dialogo vengono scandagliati momenti emblematici del
mondo greco, seguendo alcuni percorsi-chiave, a partire dagli scambi materiali
e immateriali dell’Ellade con altri paesi. L’attenzione degli autori è
attratta, in particolare, dai contagi culturali, artistici, tecnici e
scientifici che in qualche modo hanno aiutato l’uomo greco a edificare, lungo
tutto il perimetro del Mediterraneo, i modelli di civiltà che avrebbero innervato
la storia dell’Occidente. Europa e Asia non vengono rappresentate perciò come
mondi verticalmente divisi e antagonisti per definizione, ma come due
continenti vicini e comunicanti: certamente divisi da conflitti temporanei,
anche devastanti, ma legati, in profondità, da relazioni e tradizioni
millenarie. E con questo atteggiamento viene perlustrato il mito greco, che,
come spiegano Ruta e Tusa, non manca di relazioni con le teogonie orientali,
elaborate tuttavia dall’Ellade con estro e originalità. I miti di Europa, di
Ade e Persefone, delle Dee Madri e dei mostri che opprimono la terra, contro
cui insorgono eroi come Ercole, Teseo, Giasone, Ulisse e tutti gli altri,
appaiono al riguardo molto istruttivi.
Gli autori arrivano infine allo snodo della decadenza delle poleis greche,
focalizzando lo stato di sofferenza, lenta e irreversibile, della democrazia
ateniese, che in apertura del IV secolo a.C. arriva a deliberare addirittura,
con il voto dell’assemblea popolare, l’assassinio di Socrate, uno dei più grandi
pensatori del mondo antico. E anche se non dichiarato, si avverte in questo
passaggio un richiamo all’oggi, ai pericoli che incombono sul nostro tempo.
L’esito complessivo è allora quello di un reportage storico, che intende
suggerire percorsi utili, di «autocoscienza» se si vuole, per riflettere sulle
proprie origini e sul presente.
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