Un momento della Conferenza Episcopale Siciliana svoltasi a Caltagirone |
La Conferenza Episcopale Siciliana, riunitasi a Caltagirone per lo svolgimento della
Sessione autunnale, hanno approvato la seguente nota per le elezioni regionali del 5 novembre:
La Chiesa siciliana non può non interrogarsi sulle
condizioni di vita delle donne e degli uomini della nostra Regione, sulle
possibilità di trovare soluzioni ai numerosi bisogni che affliggono la
popolazione: la disoccupazione (specie giovanile e femminile), ancora a livelli
allarmanti, e poi la questione della formazione professionale, legata
all’obbligo scolastico, bloccata sul nascere; oppure quella delle
infrastrutture fragili e del dissesto idrogeologico, tanto per citare alcuni
esempi. Non è difficile constatare che cresce nei cittadini la delusione per la
cosa pubblica insieme a una forte disaffezione per la politica, tanto da
indurre molte persone a scegliere la via dell’astensionismo.
In prossimità delle elezioni regionali, noi vescovi di
Sicilia sentiamo il dovere di condividere alcune riflessioni alla luce della
Dottrina sociale della Chiesa e di annunciare una parola di speranza. San
Giovanni Paolo II ammonisce: "Nel presente momento storico, non ci può
essere posto per la pusillanimità o l'inerzia. Esse infatti non sarebbero segno
di saggezza o di ponderazione, ma piuttosto colpevole omissione" (Discorso
tenuto a Catania il 4 novembre 1994). Nessuno, perciò, può esimersi dalla
responsabilità di partecipare fornendo il proprio contributo di idee e di
proposte sui temi di maggiore rilevanza politico-amministrativa. La costruzione
della casa comune non può diventare appannaggio di gruppi autoreferenziali che
pretendono di governare in forza dell’investitura di una parte minoritaria del
popolo siciliano.
Lo spettro dell’astensione allora non è facilmente
superabile e assume sempre più i connotati di una lezione da impartire a chi
non vuole capire. Con tutto il rispetto per le libere scelte di ciascuno,
riteniamo in ogni caso che non si possa andare a votare passivamente, da
rassegnati. Per questo intendiamo riproporre a tutti i cittadini siciliani il
valore della democrazia partecipativa, alla luce del magistero sociale della
Chiesa, con particolare riguardo a un saggio discernimento personale e comunitario
dei candidati e dei programmi.
Ai candidati si chiede competenza, correttezza e coerenza
morale nell’impegno sociopolitico-amministrativo con un netto rifiuto delle
varie forme di corruzione e di clientelismo, coerenza etica personale.
Riteniamo, infatti, che coloro che hanno responsabilità politiche e
amministrative debbano avere “sommamente a cuore alcune virtù, come il
disinteresse personale, la lealtà dei rapporti umani, il rispetto della dignità
degli altri, il senso della giustizia, il rifiuto della menzogna e della
calunnia come strumento di lotta contro gli avversari, e magari anche contro
chi si definisce impropriamente amico, la fortezza per non cedere al ricatto
del potente, la carità per assumere come proprie le necessità del prossimo, con
chiara predilezione per gli ultimi” (CEI, Educare alla legalità, n. 16).
In merito ai programmi richiamiamo l'esigenza che essi
mirino alla costruzione del bene comune, che è la "ragion d'essere della
autorità politica" (Gaudium et Spes, n. 74). Ribadiamo, in proposito,
l'opzione preferenziale per i ceti più poveri e per gli ultimi e l'urgenza di
interventi promozionali per le periferie abbandonate e degradate, al fine di
realizzare condizioni di effettiva uguaglianza in termini di cittadinanza.
A tutti i cittadini-elettori della nostra Regione, alle
associazioni, ai movimenti, alle organizzazioni operanti nel tessuto sociale e
produttivo della nostra Regione chiediamo di promuovere incontri nel territorio
per offrire agli elettori luoghi di confronto con i candidati all’Assemblea
Regionale Siciliana e con i candidati alla Presidenza per un confronto
sull’istruzione e sulla formazione professionale, sull’accoglienza e
integrazione degli immigrati, sul patrimonio turistico e culturale dell’Isola,
sul sostegno alla famiglia, sull'inclusione sociale e la lotta alla povertà,
sulla gestione della sanità regionale.
Auspichiamo una competizione elettorale corretta e leale,
attenta ai problemi concreti della nostra gente e non preoccupata del successo
di parte e dell'occupazione dei posti di potere. La Sicilia non può più
aspettare e grava su tutti la responsabilità di elaborare soluzioni praticabili
ed efficaci nel superiore interesse dei cittadini e dei poveri e degli ultimi
in modo prioritario.
Le Deleghe episcopali per il quinquennio 2018-2022 sono state così assegnate: Dottrina delle Fede e Catechesi: MONS. SALVATORE MURATORE Liturgia: MONS. SALVATORE PAPPALARDO Carità e Salute: MONS. GIOVANNI ACCOLLA Clero: MONS. CARMELO CUTTITTA Seminari e Vocazioni: MONS. GUGLIELMO GIOMBANCO Vita Consacrata: MONS. MARIO RUSSOTTO Laicato: MONS. CORRADO LOREFICE Famiglia e Giovani: MONS. PIETRO M. FRAGNELLI Cooperazione missionaria tra le Chiese: MONS. ROSARIO GISANA Ecumenismo e Dialogo interreligioso: MONS. DOMENICO MOGAVERO Educazione Cattolica, Scuola, Università: MONS. MICHELE PENNISI Problemi Sociali, Lavoro, Giustizia, Pace, Salvaguardia del Creato: MONS. VINCENZO MANZELLA Cultura e Comunicazioni Sociali: MONS. CALOGERO PERI Migrazioni: MONS. ANTONIO STAGLIANÒ Beni Culturali Ecclesiastici, Edilizia di Culto, Sostegno Economico alla Chiesa: MONS. GIORGIO DEMETRIO GALLARO Tempo libero, Turismo e Sport: MONS. ANTONINO RASPANTI I Vescovi hanno quindi provveduto alla nomina dei Direttori degli Uffici Pastorali regionali, degli Organismi collegati e degli Istituti regionali di formazione. La presenza ai lavori di S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, e della Prof.ssa Antonella Sciarrone, Pro-rettore della stessa, ha offerto ai Vescovi la possibilità di confrontarsi sui temi della formazione e della cultura.
Caltagirone, 21 settembre 2017.
I Vescovi di Sicilia
Nessun commento:
Posta un commento