“L’accordo sul contratto integrativo dei forestali non è una mancia
elettorale per sprecare i fondi di ‘Mamma Regione’, semmai è una cosa ‘di
sinistra’, una conquista di cui vado fiero che i lavoratori aspettavano da 16
anni, frutto di un lungo confronto con i sindacati che per la prima
volta permetterà il riconoscimento di diritti come malattia, permessi e
recupero delle giornate sugli infortuni, senza incidere sul bilancio
regionale ma recuperando risorse da una migliore organizzazione del lavoro”, dice
l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici. “Prima di questo
accordo, se un forestale si ammalava perdeva la giornata
lavorativa, stessa cosa per gli infortuni e i
ricoveri. Abbiamo previsto ciò che molti giudici hanno sancito con
le loro sentenze condannando la regione, e abbiamo dato certezze sui diritti.
L’ incidenza del costo di questa integrazione contrattuale prevede un aggravio
medio di 5 euro lorde per giornata lavorativa. Non si capisce dunque come un
forestale che lavora per 78 giornate possa avere 80 euro al mese in busta paga
– continua Cracolici.
Non abbiamo elargito prebende, ma garantito diritti che
non erano mai stati riconosciuti nel passato perché magari si aspettava
soltanto l’aumento del numero delle giornate. Questo negoziato va
avanti da oltre 6 mesi, siamo arrivati adesso, perché adesso si è chiuso il
quadro normativo ed oggi ci sono finalmente le
condizioni, grazie ai pensionamenti e alle riduzioni del
numero di lavoratori presenti nel bacino. Parliamo di circa 3000 unità in meno
rispetto a due anni fa, ecco perché se domani mattina mettessimo in esecuzione
questo accordo, che invece entrerà in vigore dal prossimo anno,
anche per ragioni organizzative, i maggiori oneri sarebbero già coperti dalle
risorse del bilancio 2017.
L’accordo prevede due parti: una normativa ed una finanziaria
entrambe già previste dal contratto di lavoro che si applica nel
resto d’Italia a tutti i lavoratori della forestazione. Le rimodulazioni
finanziarie delle diverse indennità erogate in busta paga, saranno subordinate
alla previsione del bilancio 2018/2020 che sarà approvato il prossimo anno.
Queste polemiche sono figlie del clima indegno che è stato costruito
attorno ai forestali che in stragrande maggioranza fanno il loro dovere nella
manutenzione dei boschi delle aree demaniali. Come in ogni categoria c’è chi
lavora bene e chi lavora male. Voglio ricordare che 90% degli incendi non
proviene dalle superfici demaniali dove operano i forestali - conclude. Nessuno
dice che i 22 mila forestali che lavorano soltanto per alcune giornate
all’anno, equivalgono di fatto a 7.500 lavoratori a tempo
pieno, così come sono inquadrati nel resto d’Italia: meno di quelli
presenti in Calabria e Sardegna che come è noto non hanno la stessa entità di
superfici boschive della Sicilia. Io mi impegnerò fino in fondo per combattere
chi cavalca questi facili pregiudizi da dietro una scrivania,
infangando un’intera categoria di lavoratori”
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