Il boss mafioso Joseph Bonanno |
Saranno esposte al
padiglione Armenia (Palazzo Zenobbio) della 57^ Biennale di Venezia e si
potranno visitare fino al 10 novembre le due opere del pittore siciliano Gaetano
Porcasi. Il padiglione è stato curato dallo storico e critico dell’arte
Giorgio Grasso, che ha voluto inserire le due opere all’interno della mostra
“L’arte ai tempi della 57^ Biennale di Venezia”. Entrambi i quadri sono olio su
tela. Nel primo (70 cm x 100 cm) è raffigurato il boss Joseph Bonanno, nel
secondo gli splendidi limoni siciliani (130 cm x 70 cm). «Tutte le mie opere hanno sempre come inizio
un racconto – ha dichiarato il pittore nato a Partinico – Le due opere sono la stessa medaglia ma con
due facce diverse: la prima, la mafia italo-americana, un mafioso italo-americano
di origine siciliana, mentre il secondo quadro rappresenta il paradiso
siciliano con la sua natura, i suoi colori e la sua forza». Porcasi ha
affermato che non dipinge i suoi quadri ma: «Scrivo con i pennelli e inondo le tele di colori e luce della mia
Sicilia e non solo». L’artista usa la pittura come uno strumento a
futura memoria per non dimenticare ricollegandosi a ciò che aveva dichiarato
qualche decennio fa lo scrittore e saggista Leonardo Sciascia: «Il Nostro è un Paese senza memoria e verità».
«Per me è la prima volta che partecipo
ad un evento così importante come la biennale di Venezia – ha
concluso il pittore – come
siciliano sono orgoglioso poter portare l’Impegno Civile in una manifestazione
internazionale ed essere considerato fra gli artisti italiani più importanti».Limoni siciliani |
«Esporre due quadri dell’artista Gaetano
Porcasi alla Biennale di Venezia è di fondamentale importanza – ha
commentato il noto critico e storico dell’arte, Giorgio Gregorio Grasso – Lui è l’unico pittore in Italia che si
occupa di impegno civile. Per il Grasso, attraverso l’arte si può
sconfiggere la mentalità mafiosa che ancora persiste in Italia. La mafia
secondo il critico d’arte non è solo criminalità, ma è anche mentalità, è
qualcosa che è diffusa all’interno dell’anima e all’interno del modo di vivere
degli italiani si può contrastare e debellare anche con l’arte e la cultura.«Questo è il grande compito degli artisti – ha concluso
Grasso – Dobbiamo combattere la
mafia nell’arte. Attraverso la bellezza si può sconfiggere la mentalità della mafia».
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