PATRIZIA GARIFFO
Mi fa piacere condividere con tutti i
miei amici di Fb ed, in particolare, con i ragazzi del mitico Liceo Classico
“Guido Baccelli” di Corleone questo messaggio che mi ha scritto la
Prof.ssa Marcianti qualche
giorno fa.
Ringrazio lei per queste bellissime parole e per i ricordi che ha riportato alla luce, tutti i ragazzi e i professori che hanno condiviso con me quei 5 anni unici e speciali e, naturalmente, i miei genitori e mia sorella...anche se non è citata ma lei c'è comunque
Ringrazio lei per queste bellissime parole e per i ricordi che ha riportato alla luce, tutti i ragazzi e i professori che hanno condiviso con me quei 5 anni unici e speciali e, naturalmente, i miei genitori e mia sorella...anche se non è citata ma lei c'è comunque
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(Benedetta Marcianti) “Ho pianto per la lettura del
suo romanzo come ho pianto anni fa per la lettura del suo tema agli esami di
maturità: quella sintesi perfetta di contenuto e forma. Ero la commissaria
interna e noi del liceo Baccelli di Corleone eravamo abbinati a 2 sezioni di un
liceo di Palermo: fra i 75 compiti dei candidati solo il suo tema è stato
segnalato al ministero della P.I. come il migliore e non è stato certo un caso.
Ricordo purtroppo solo alcuni passaggi di quel compito, frutto di quella mano
che faceva scivolare la penna, con un’armonia tutta sua, sul foglio bianco!
D’altronde l’esperienza scolastica di Patrizia è tutta da ricordare. La scuola
le ha dato tanto ma sicuramente meno di quanto abbia ricevuto da lei. C’è una
parola che oggi è di moda citare nei rapporti sociali di ogni tipo:
integrazione. La nostra scuola è stata antesignana in ciò: la sua era una
classe di 23 alunni + un tesoro.
Non ha mai goduto di un privilegio, i suoi
compagni e tutti gli alunni della scuola hanno avuto sempre un rapporto
paritario con lei che già allora era una leader, ironica ed autoironica. Da
rappresentante di classe partecipava a tutte le riunioni senza peli sulla lingua
e senza sconti per nessuno. Il preside Giordano quando sentiva dalla presidenza
il rumore della sedia di Patrizia sbiancava perché lei era sempre pronta a
reclamare a nome dei suoi compagni. Le barriere architettoniche non ci hanno
mai fermato: i suoi compagni la portavano ovunque. Andavamo con lei alle
rappresentazioni classiche di Siracusa ma anche ai viaggi d’istruzione in
Italia e all’estero; ne ricordo due, uno a Vienna ed uno a Barcellona. Anche
fuori dall’Italia si incontravano alunni disabili in gita ma viaggiavano su
pullman separati dagli altri. Patrizia ha viaggiato sempre con i suoi compagni
anche se accompagnata dai genitori che l’accudivano solo di notte. Eravamo
tutti così sincronizzati che in tre minuti, tra un passaggio e l’altro dei tram
di città, scendevamo tutti dal pullman, Patrizia compresa. E ricevevamo sempre i complimenti dagli
albergatori e dagli autisti. Uno di questi, in particolare, un certo Giorgio
della compagnia Malatesta di Rimini, di ritorno da Vienna, all’ultima fermata in
un autogrill, prima dell’aeroporto di Bologna ci ha fatto trovare sul pullman
un gigantesco uovo di Pasqua per gli alunni ma la sorpresa all’interno dello
stesso voleva che fosse per Patrizia. Un pensiero gentilissimo soprattutto
perché di solito sono gli alunni ad offrire qualcosa all’autista ma questo,
diceva, era il suo modo per ringraziarci della bella esperienza vissuta con
noi. Certo, qualche battaglia con le istituzioni l’abbiamo fatta ed in primis
la mamma di Patrizia: solo il primo giorno degli scritti dell’esame di
maturità, Patrizia è salita al primo piano della scuola, in aula magna, con
l’ascensore. In ritardo di 5 anni ma è stata lo stesso una conquista. In fondo
è pur vero, l’ho ripetuto anche in altre occasioni, che le barriere architettoniche
più difficili da rimuovere sono quelle mentali!”
Prof. Benedetta Marcianti
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