NINO ROCCA
Nel corso
dell’anno 2013 sbarcano a Lampedusa 434
ragazze nigeriane per essere immesse nel mercato della prostituzione. La mafia
nigeriana vuole portare “carne fresca” per fare concorrenza al mercato del sesso
delle rumene e delle slave! Le ragazze tradotte
a Palermo vengono affidate alle comunità per minori da cui dopo qualche mese
fuggono, richiamate dal dovere e dal giuramento fatto attraverso il voodoo, per
consegnarsi nelle mani delle maman che le hanno comprate! Le maman le
chiamano al telefonino e sollecitano la loro fuga, e le ragazze prontamente
obbediscono!! Nel corso
dell’anno 2015 il numero delle ragazze schizza a 5500!! In due anni
il numero delle ragazzine avviate nel business del sesso si decuplica. L’affare
funziona!
A venti euro la prestazione, la concorrenza è
assicurata.
Nel 2016 si
registra, sino ad ottobre, un raddoppio degli sbarchi delle ragazze minorenni
nigeriane: 11406 !!
Il business
della tratta a sfondo sessuale è diventato un grande affare.
Eppure le
ragazzine appena sbarcate vengono identificate una per una e poi affidate alle
comunità per minori accreditate, cioè che rispondono ai requisiti previsti dai
protocolli.
Lo psicologo,
l’educatrice, l’assistente sociale tutte figure che si alternano nel corso
delle 24 h per dare una protezione alle ragazze e offrire loro un rifugio
sicuro e una possibilità di riabilitarsi dopo l’orrenda avventura che da Benin
City le ha condotte, attraverso il Niger prima a Lampedusa e poi a Palermo!
Perché
nonostante uno staff preposto a questo compito, le ragazze non si aprono e
assumendo un atteggiamento di diffidenza e di estraneità poi fuggono?
Il motivo di
ciò lo abbiamo sperimentato accostando le donne di Benin City, ex vittime di
tratta, alle ragazze nigeriane di alcune comunità.
Cosa è
successo e continua a succedere nell’esperimento che noi stiamo verificando da
mesi?
Le ragazze
nigeriane interessate, incuriosite, allettate dalla presenza di donne della
loro stessa città cominciano a parlare nella loro lingua e il dialogo si fa
subito fluente e partecipato emotivamente.
Ad uno di
questi incontri io stesso, che avevo accompagnato le donne nigeriane, cominciai
ad osservare come il volto e le espressioni delle ragazze si fecero sempre più
attente, alcune sorridevano altre manifestavano preoccupazione e a volte dai
loro occhi sgorgavano lacrime che solcavano il loro viso, poi una delle donne
prese la decisione di parlare con i loro genitori a Benin City e così con una
scheda prepagata, cominciarono a mettersi in contatto, parlarono le stesse
ragazze con i loro genitori e poi le donne , il dialogo fluente e intenso fu
costretto ad interrompersi dopo due ore che sembrava fosse volato, le ragazze
rattristate dalla partenza delle donne vollero che loro ritornassero perché a
loro avevano aperto il loro cuore!
Le donne,
nella strada di ritorno mi raccontarono quanto le stesse ragazze avessero loro
confidato, dal momento che il colloquio si era svolto dal primo momento nella
lingua di Benin.
Mi resi conto
subito che le ragazze avevano affidato alle donne i loro stessi segreti e le
più intime preoccupazioni, alcune di loro avevano deciso che sarebbero fuggite
non vedendo alcuna prospettiva alternativa alla loro consegna alle maman, altre
erano disperate e forse anche loro avrebbero seguite le loro compagne.
Le maman
infatti avevano cominciato a tempestarle di messaggi e i loro stessi genitori
da Benin ricordavano loro che avevano giurato nella cerimonia del voodoo prima
di partire e che loro stessi erano stati più volte minacciati!!!
Nessuna di
loro aveva confidato il loro dramma alle figure preposte dai protocolli che
erano all’oscuro dei loro stessi progetti.
Le uniche che
avevano aperto loro dei nuovi orizzonti, delle possibili alternative erano
state le donne di Benin City che avevano loro mostrato che le capivano e che ci
sarebbe potuto essere una alternativa al loro nefasto progetto della fuga!!!
E’ così che
stanno le cose! Le figure che potrebbero convincere le ragazze ed evitare la
fuga, che potrebbero essere interfacciate alle figure
professionali, non vengono considerate nel loro insostituibile ruolo, esse sono
utilizzate tutt’al più come mediatrici linguistiche dando alle tradizionali
figure professionali il compito di dialogare, ma il dialogo il più delle volte
non c’è !!!
Dal momento
in cui le ragazze si consegnano alle maman le possibilità di recuperarle sono
difficilissime tenendo conto del fatto che una volta entrate nel giro sono
guardate a vista anche per strada!
Le unità di
strada, i camper anti-tratta hanno ben poche possibilità di strappare dalla
strada le ragazze esse sono prigioniere dell’organizzazione che lascia pochi
spazi al dialogo e alla fuga!
Ancora una
volta ha vinto mafia nigeriana!!
Nino Rocca
operatore sociale - Palermo
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