domenica, agosto 27, 2017

68 anni fa l'assalto della banda Giuliano alla caserma di San Cipirello

Avevano 22 e 23 anni Giuseppe Fiorenza e Giovanni Calabrese, i due carabinieri siciliani uccisi 68 anni fa a San Cipirello dalla banda Giuliano. L’assalto, con mitra e bombe a mano, avvenne il 25 agosto del 1949 davanti la caserma del Nucleo Mobile, che si trovava in via Garibaldi.
Il conflitto a fuoco durò circa 20 minuti. I primi colpi furono sparati alle 9 di sera mentre i due militari del reparto uscivano per perlustrare le vicinanze del paese. La prassi voleva che, proprio per prevenire eventuali imboscate, i carabinieri lasciassero la caserma a coppie distaccate l'una dall'altra. Aperta la porta, i due carabinieri divennero così bersaglio di una raffica di mitra seguita dallo scoppio di diverse bombe a mano. A perdere la vita quel giorno fu Fiorenza, originario di Centuripe, in provincia di Enna. Calabrese, che era nato a Modica, morì per le ferite l’indomani a Palermo. Le cronache del tempo raccontano di “una violenta sparatoria”: da una lato i carabinieri assiepati dentro la caserma, dall’altro i banditi nascosti tra le case che costeggiavano la piazza. I rinforzi da San Giuseppe Jato, allertati per radiogramma, arrivarono poco dopo, quando già i banditi avevano fatto perdere le proprie tracce. “Ad organizzare l'attacco alla caserma per uccidere il maggior numero di carabinieri possibile furono il mafioso Raffaele Lo Voi e il malavitoso Antonino Sciortino. Perché - ricorda lo storico Francesco Petrotta - si ritenevano perseguitati dai carabinieri del nucleo ed in particolare dal Nucleo di San Cipirello”.

A rivelarlo ai carabinieri nell’ottobre di quello stesso anno fu uno degli esecutori: Giuseppe Cucinella, comandante del 3° plotone della banda Giuliano. I banditi avevano evidentemente agito secondo un piano prestabilito e basato sulla conoscenza degli spostamenti dei carabinieri. “Ad organizzare l’assalto – sostiene Petrotta - erano stati Lo Voi di Piana degli Albanesi e Sciortino. Entrambi della banda Giuliano, dove avevano il compito di fornire ai banditi alloggio e vitto, nonché di informazioni per mantenerli in collegamento tra loro e per non farli cadere nelle mani dei carabinieri”. Raffaele Lo Voi, che apparteneva alla cosca di Piana degli Albanesi, è ritenuto inoltre l’esecutore materiale dell’assassinio del sindacalista socialista Vito Stassi Carusci avvenuto a Piana il 28 aprile 1921. Antonino Sciortino era componente della banda Giuliano. Tra gli esecutori materiali dell’assalto alla caserma, oltre a Cucinella, c’erano anche quattro banditi di San Giuseppe Jato: Isidoro Bruno, Giovanni Genovese, Giuseppe Delizia e Domenico Oliveri.
“La tragica vicenda della caserma di San Cipirello – sostiene Petrotta - conferma che la banda Giuliano era un’organizzazione terroristica al servizio della mafia”. L’assalto di via Garibaldi avvenne una settimana dopo la strage di Bellolampo, dove avevano perso la vita sette carabinieri. Ed il 2 luglio, a Portella della Paglia, eran stati uccisi in un agguato cinque agenti di pubblica sicurezza. “Gli attacchi alle forze dell’ordine, eseguiti dalla banda di Giuliano ed autorizzati dalla mafia, avevano come obiettivo imporre allo Stato una trattativa per la liberazione della madre Maria Lombardo – racconta Petrotta -. Trattativa che andò in porto nel gennaio 1950 e fu condotta dai mafiosi di Monreale Ignazio e Nino Miceli con l’Ispettore di Polizia Verdiani”.
LEANDRO SALVIA

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