Avevano 22 e 23 anni Giuseppe Fiorenza e Giovanni Calabrese, i due
carabinieri siciliani uccisi 68 anni fa a San Cipirello dalla banda Giuliano.
L’assalto, con mitra e bombe a mano, avvenne il 25 agosto del 1949 davanti la
caserma del Nucleo Mobile, che si trovava in via Garibaldi.
Il conflitto a fuoco
durò circa 20 minuti. I primi colpi furono sparati alle 9 di sera mentre i due
militari del reparto uscivano per perlustrare le vicinanze del paese. La prassi
voleva che, proprio per prevenire eventuali imboscate, i carabinieri
lasciassero la caserma a coppie distaccate l'una dall'altra. Aperta la porta, i
due carabinieri divennero così bersaglio di una raffica di mitra seguita dallo
scoppio di diverse bombe a mano. A perdere la vita quel giorno fu Fiorenza,
originario di Centuripe, in provincia di Enna. Calabrese, che era nato a
Modica, morì per le ferite l’indomani a Palermo. Le cronache del tempo
raccontano di “una violenta sparatoria”: da una lato i carabinieri assiepati
dentro la caserma, dall’altro i banditi nascosti tra le case che costeggiavano
la piazza. I rinforzi da San Giuseppe Jato, allertati per radiogramma,
arrivarono poco dopo, quando già i banditi avevano fatto perdere le proprie
tracce. “Ad organizzare l'attacco alla caserma per uccidere il maggior numero
di carabinieri possibile furono il mafioso Raffaele Lo Voi e il malavitoso
Antonino Sciortino. Perché - ricorda lo storico Francesco Petrotta - si
ritenevano perseguitati dai carabinieri del nucleo ed in particolare dal Nucleo
di San Cipirello”.
A rivelarlo ai
carabinieri nell’ottobre di quello stesso anno fu uno degli esecutori: Giuseppe
Cucinella, comandante del 3° plotone della banda Giuliano. I banditi avevano
evidentemente agito secondo un piano prestabilito e basato sulla conoscenza
degli spostamenti dei carabinieri. “Ad organizzare l’assalto – sostiene
Petrotta - erano stati Lo Voi di Piana degli Albanesi e Sciortino. Entrambi
della banda Giuliano, dove avevano il compito di fornire ai banditi alloggio e
vitto, nonché di informazioni per mantenerli in collegamento tra loro e per non
farli cadere nelle mani dei carabinieri”. Raffaele Lo Voi, che apparteneva alla
cosca di Piana degli Albanesi, è ritenuto inoltre l’esecutore materiale
dell’assassinio del sindacalista socialista Vito Stassi Carusci avvenuto a
Piana il 28 aprile 1921. Antonino Sciortino era componente della banda
Giuliano. Tra gli esecutori materiali dell’assalto alla caserma, oltre a
Cucinella, c’erano anche quattro banditi di San Giuseppe Jato: Isidoro Bruno,
Giovanni Genovese, Giuseppe Delizia e Domenico Oliveri.
“La tragica vicenda
della caserma di San Cipirello – sostiene Petrotta - conferma che la banda
Giuliano era un’organizzazione terroristica al servizio della mafia”. L’assalto
di via Garibaldi avvenne una settimana dopo la strage di Bellolampo, dove
avevano perso la vita sette carabinieri. Ed il 2 luglio, a Portella della
Paglia, eran stati uccisi in un agguato cinque agenti di pubblica
sicurezza. “Gli attacchi alle forze dell’ordine, eseguiti dalla banda di
Giuliano ed autorizzati dalla mafia, avevano come obiettivo imporre allo Stato
una trattativa per la liberazione della madre Maria Lombardo – racconta
Petrotta -. Trattativa che andò in porto nel gennaio 1950 e fu condotta dai
mafiosi di Monreale Ignazio e Nino Miceli con l’Ispettore di Polizia Verdiani”.
LEANDRO SALVIA
LEANDRO SALVIA
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