Nicola Cipolla |
PIETRO SCAGLIONE
In ricordo del senatore Nicola Cipolla, scomparso oggi all'età di
95 anni, posto un mio lungo articolo pubblicato dal settimanale Centonove
alcuni anni fa, in occasione dell'uscita della sua autobiografia.
Il senatore Nicola Cipolla, leggenda vivente della sinistra
siciliana, classe 1922, è da sempre in prima linea nelle lotte per la giustizia
sociale, per la redistribuzione delle ricchezze, per la difesa dell’ambiente e
dell’acqua pubblica, per l’affermazione di un nuovo ordine internazionale e per
la tutela dei diritti. Non c’e’ manifestazione contadina, pacifista, operaia,
studentesca, ambientalista alla quale il senatore Cipolla non abbia partecipato
da protagonista.
Per tante legislature senatore del Partito Comunista Italiano,
oggi Nicola Cipolla presiede con la tenacia di sempre il Cepes, fondato negli anni Ottanta insieme agli
ecologisti Gianni Silvestrini e Giuseppe Barbera (figlio dell’indimenticabile
“Presidentissimo del Palermo" Renzo Barbera). Il Cepes, con sede a
Palermo, è un’importante realtà impegnata per una società eco-compatibile, per
le energie alternative, per la pace nel Mediterraneo, per un sistema economico
egualitario e giusto.
All’età di 92 anni, Nicola Cipolla ha deciso di raccontare la sua
straordinaria avventura umana e politica in una lunga autobiografia, intitolata
“Diario di un social-comunista” e pubblicata nei mesi scorsi (e già alla
seconda ristampa) dagli Editori Riuniti, storica casa editrice e punto di
riferimento per la cultura e per la sinistra.
“La spinta decisiva a scrivere questo libro di memoria e futuro –
spiega oggi l’autore – è scaturita da un viaggio nella Valle del Belice, con
destinazione Ribera, dove, in una giornata luminosa di fine settembre, si
sarebbe svolta una cerimonia di commemorazione nel trigesimo della morte di
Girolamo Scaturro contadino e dirigente comunista, mio coetaneo”.
Nicola Cipolla è nato a Villalba, in provincia di Caltanissetta,
nel 1922, pochi mesi prima della Marcia su Roma e della consacrazione del
fascismo. Cipolla è cresciuto in una famiglia borghese e di tradizioni
giuridiche. Il nonno era notaio, il padre era uno stimato magistrato, mentre lo
zio, Ettore Cipolla, fu il primo presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.
“Mio padre evitò, anche nei rapporti di amicizia di famiglia,
contatti con i gerarchi fascisti, con le famiglie degli avvocati e persino con
quei magistrati che nelle feste comandate indossavano la camicia nera! –
racconta Nicola Cipolla - Mio padre, invece, non partecipava alle funzioni
pubbliche e stabiliva contatti soltanto con i colleghi che avevano la stessa
concezione del ruolo del magistrato”.
Nel 1936, la famiglia si trasferì da Agrigento a Palermo, dove
Cipolla senior divenne presidente di sezione del Tribunale. Erano anni duri,
anni in cui i magistrati indipendenti non avevano vita facile. Il padre di
Nicola Cipolla non era asservito al fascismo e, da cattolico praticante, era
insofferente pure alle gerarchie ecclesiastiche. Nella sua attività giudiziaria
cercava sempre di aiutare i più deboli, i contadini, i poveri, gli indifesi.
Un corteo contadino |
A Palermo, Nicola Cipolla frequentò il mitico Liceo Umberto,
insieme a intellettuali come Enzo Sellerio (fotografo e fondatore della nota
casa editrice siciliana Sellerio con la moglie Elvira), politici come Mario
Mineo (che coniò la celebre definizione di “borghesia mafiosa”) ed avvocati
come Nino Sorgi (animatore del Comitato di Solidarietà Nazionale insieme a
Francesco Taormina e Nino Varvaro).
Nel dopoguerra Nicola Cipolla fu uno dei protagonisti delle lotte
contadine e dell’occupazione delle terre, insieme a leggendari leader sindacali
come Placido Rizzotto e Salvatore Carnevale (entrambi socialisti ed entrambi
assassinati dalla mafia e dai latifondisti).
Uno dei processi più celebri fu proprio quello relativo al caso
Carnevale. Francesca Serio, madre del coraggioso sindacalista ucciso nel 1955,
fu assistita dagli avvocati Taormina e Sorgi, con la partecipazione del
socialista Sandro Pertini, futuro e indimenticabile presidente della
Repubblica. Gli imputati, invece, furono difesi dall’avvocato Giovanni Leone,
un altro futuro Presidente della Repubblica, ma di estrazione democristiana. Il
pubblico ministero era l’allora sostituto procuratore generale Pietro Scaglione
(assassinato nel 1971 a Palermo), che, nella sua requisitoria, esaltò le lotte
contadine e l’attività sindacale di Salvatore Carnevale, parlando di “febbre
della terra” e denunciando l’iniquità del latifondismo.
L’esempio di Carnevale, di Rizzotto e degli altri sindacalisti
uccisi (da Accursio Miraglia a Nicolò Azoti) ispirò l’attività di Nicola
Cipolla che, dopo un’iniziale militanza socialista, aderì al PCI. Già
segretario della Confederterra, Cipolla divenne poi senatore comunista per
diverse legislature e collaborò attivamente con Pio La Torre, sostenendolo fino
agli anni della celebre marcia pacifista contro i missili americani di Comiso.
Dopo l’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo nel 1982, Cipolla fondò il
Cepes insieme agli ecologisti Gianni Silvestrini e Giuseppe Barbera. Un impegno
ambientalista, pacifista e antagonista lungo decenni. Studenti, operai, contadini, poveri,
disoccupati possono sempre contare sulla passione di Nicola Cipolla.
Pietro Scaglione
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